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Reiterazione contratti a termine: Cassazione rinvia

Un lavoratore del pubblico impiego si è visto rigettare la richiesta di stabilizzazione e risarcimento per la reiterazione di contratti a termine. La Corte di Cassazione, riconoscendo l’importanza della questione e la necessità di una interpretazione uniforme della legge, ha sospeso la decisione. Il caso sulla reiterazione contratti a termine è stato rinviato a una pubblica udienza per una valutazione approfondita.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Reiterazione Contratti a Termine: la Cassazione Prende Tempo per una Decisione Cruciale

La questione della reiterazione contratti a termine nel pubblico impiego rappresenta da anni un terreno di scontro legale e di grande incertezza. Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha recentemente messo in pausa un caso emblematico, scegliendo di non decidere immediatamente ma di rinviare la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito. Questa scelta sottolinea la complessità e l’importanza della materia, che tocca i diritti di molti lavoratori e gli obblighi della Pubblica Amministrazione.

I Fatti del Caso

Un lavoratore, impiegato presso un prestigioso istituto pubblico di ricerca ambientale, ha visto il suo rapporto di lavoro protrarsi nel tempo attraverso una serie di contratti a tempo determinato. Ritenendo illegittima questa prassi, ha adito le vie legali chiedendo al Tribunale di accertare il suo diritto all’assunzione a tempo indeterminato con la qualifica di dirigente. Oltre alla stabilizzazione, ha richiesto il pagamento delle differenze retributive e il risarcimento del danno per l’abusiva reiterazione dei contratti e per la perdita di chance, cioè per non aver potuto partecipare a selezioni interne per dirigenti.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto le sue domande. Non arresosi, il lavoratore ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione, portando la questione al massimo grado della giustizia ordinaria.

La questione giuridica e la reiterazione dei contratti a termine

Il cuore del problema risiede nel delicato equilibrio tra le norme nazionali, in particolare l’art. 19, comma 6, del D.Lgs. 165/2001 che disciplina l’uso dei contratti a termine nel settore pubblico, e i principi del diritto dell’Unione Europea, che mirano a prevenire gli abusi derivanti dall’utilizzo di una successione di contratti a tempo determinato. La domanda fondamentale è: fino a che punto la Pubblica Amministrazione può fare ricorso a contratti a termine senza violare il diritto del lavoratore alla stabilità e senza incorrere in sanzioni?

La questione assume una particolare rilevanza, definita ‘nomofilattica’, perché una decisione in un senso o nell’altro può creare un precedente vincolante per innumerevoli casi simili in tutto il Paese.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con la sua ordinanza interlocutoria, non ha dato torto o ragione a nessuna delle parti. Ha invece preso atto della straordinaria importanza della questione giuridica. I giudici hanno rilevato che una controversia analoga, sebbene riguardante un ente diverso, era già stata rinviata a pubblica udienza proprio per la sua rilevanza nomofilattica.

Considerando che anche il caso in esame presenta aspetti di significativo rilievo e solleva questioni che richiedono una risposta chiara e uniforme, la Corte ha ritenuto ‘doverosa’ la remissione della causa a un’udienza pubblica. Questa scelta strategica permetterà di discutere il caso congiuntamente a un altro simile, consentendo ai giudici di valutare tutti gli aspetti della materia, inclusi i precedenti in ambito sanitario e degli enti locali, per giungere a una pronuncia meditata e completa.

Le Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria non è una decisione finale, ma un passo procedurale di grande significato. Indica che la Corte di Cassazione intende affrontare il tema della reiterazione contratti a termine nel pubblico impiego in modo organico e definitivo, con l’obiettivo di stabilire un principio di diritto chiaro che possa guidare i giudici di merito e fornire certezza a lavoratori e amministrazioni. La futura sentenza, che scaturirà dalla pubblica udienza, è destinata ad avere un impatto profondo sul diritto del lavoro pubblico in Italia, definendo i limiti e le conseguenze dell’utilizzo dei contratti a tempo determinato.

Qual era la richiesta principale del lavoratore?
Il lavoratore chiedeva l’accertamento del suo diritto a un contratto di lavoro a tempo indeterminato come dirigente, oltre al risarcimento del danno per l’abusiva reiterazione dei contratti a termine e per la perdita di chance.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha ritenuto che la questione avesse ‘rilevanza nomofilattica’, ovvero un’importanza tale da richiedere una decisione ponderata e uniforme per evitare contrasti giurisprudenziali futuri. Per questo ha preferito rinviare la causa a una pubblica udienza.

Cosa succederà adesso?
La causa verrà discussa in una pubblica udienza, insieme a un altro caso simile. Questo permetterà alla Corte di Cassazione di esaminare a fondo la materia e di emettere una sentenza che stabilisca un principio di diritto chiaro e vincolante sulla reiterazione dei contratti a termine nel pubblico impiego.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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