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Regolarità Contributiva: i termini per sanare

Una società ha impugnato un DURC negativo, sostenendo che la sua richiesta di rateazione dei debiti contributivi avrebbe dovuto garantirle la regolarità. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il termine perentorio di 15 giorni per sanare la posizione, notificato dall’INPS, prevale sulla possibilità generale di chiedere una rateazione. La mancata osservanza di tale termine giustifica l’emissione del DURC negativo e la conseguente perdita dei benefici contributivi.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Regolarità Contributiva: Perché la Rateazione non Salva dal DURC Negativo

Ottenere la regolarità contributiva è un requisito fondamentale per ogni azienda che voglia accedere a benefici normativi e contributivi. Ma cosa succede quando, a fronte di un debito, si riceve un avviso di irregolarità dall’INPS? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce l’importanza dei termini procedurali, anche quando è in corso una richiesta di rateazione. La decisione sottolinea come il rispetto di una tempistica specifica sia cruciale per evitare l’emissione di un DURC negativo.

Il Caso: DURC Negativo Nonostante la Richiesta di Rateazione

Una società si è vista recapitare due avvisi di addebito da parte dell’INPS per contributi non versati. Alla base della pretesa dell’ente vi era il mancato rilascio del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC), risultato negativo a seguito di una verifica.

I Fatti di Causa

L’INPS, riscontrata l’irregolarità, aveva inviato alla società un “invito alla regolarizzazione”, concedendole, come previsto dal DM 30 gennaio 2015, un termine di 15 giorni per sanare la propria posizione. La società, pur avendo in corso un’altra rateazione, comunicava l’intenzione di accedere a una nuova rateazione “breve” per i debiti più recenti. Tuttavia, la domanda di rateazione veniva presentata oltre il termine di 15 giorni concesso dall’INPS. Contestualmente alla presentazione della domanda tardiva, l’ente previdenziale emetteva il DURC negativo, avendo accertato in via definitiva l’irregolarità.

La Decisione della Corte di Appello

La Corte di Appello, riformando la decisione di primo grado, aveva dato ragione all’INPS. Secondo i giudici, la mancata presentazione dell’istanza di rateazione entro il termine di 15 giorni giustificava pienamente l’emissione del DURC negativo. Era irrilevante che, in via generale, la normativa consentisse di chiedere la rateazione entro tre mesi dall’omissione del versamento. La Corte territoriale ha inoltre evidenziato una seconda irregolarità: l’invio da parte della società di una dichiarazione contributiva (Uniemens) provvisoria, che di per sé ostacolava il rilascio del DURC.

L’Analisi della Cassazione sulla Regolarità Contributiva

La società ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la decisione d’appello su più fronti. Tuttavia, la Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità dell’operato dell’INPS e fornendo chiarimenti essenziali sul concetto di regolarità contributiva.

L’Importanza del Termine di 15 Giorni

Il punto focale della decisione riguarda la natura della procedura di “invito alla regolarizzazione”. La Cassazione ha stabilito che si tratta di un procedimento di natura eccezionale, specificamente disegnato per consentire una sanatoria rapida delle irregolarità. Questo procedimento speciale, che impone all’impresa di agire entro quindici giorni, prevale sulle disposizioni generali che regolano le tempistiche per la richiesta di rateazione.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che, sebbene l’articolo 3 del DM 30 gennaio 2015 preveda che la regolarità sussista in caso di rateizzazioni concesse, la richiesta deve essere effettuata nei tempi e modi previsti dal decreto stesso quando si è già all’interno di una procedura di verifica. Avviato il procedimento di “invito alla regolarizzazione”, ogni richiesta di sanatoria, inclusa l’istanza di rateazione, doveva essere completata entro il perentorio termine di 15 giorni. Poiché la società ha agito oltre tale scadenza, ha perso la possibilità di sanare la propria posizione in tempo utile per evitare il DURC negativo. La Corte ha inoltre rafforzato la propria decisione evidenziando come il giudizio della Corte di Appello fosse sorretto anche da una seconda, autonoma ragione: l’invio di Uniemens provvisori, che costituisce di per sé un’irregolarità ostativa al rilascio del DURC.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la tempestività è essenziale nella gestione dei rapporti con gli enti previdenziali. L’invito a regolarizzare la posizione contributiva non è una mera comunicazione, ma l’avvio di un procedimento con termini stringenti e perentori. Le aziende devono quindi agire con la massima celerità per non vedersi preclusa la possibilità di ottenere il DURC, con tutte le conseguenze negative che ne derivano in termini di accesso a benefici e partecipazione a gare d’appalto. La possibilità di rateizzare un debito non può essere invocata per superare le scadenze specifiche imposte dalla procedura di verifica della regolarità.

Avere una rateizzazione in corso o richiederne una nuova garantisce sempre la regolarità contributiva?
No. La Corte ha chiarito che, una volta ricevuto dall’INPS l’invito a regolarizzare la propria posizione, l’impresa ha un termine perentorio di 15 giorni per sanare l’irregolarità. La richiesta di una nuova rateazione presentata dopo questo termine non è sufficiente a mantenere la condizione di regolarità.

Qual è la procedura che un’impresa deve seguire dopo aver ricevuto un avviso di irregolarità dall’INPS?
L’impresa deve attivarsi entro 15 giorni dalla notifica dell’avviso per regolarizzare la propria posizione, ad esempio pagando il dovuto o presentando un’istanza di rateazione entro tale termine. Questa procedura è considerata di natura eccezionale e prevale su altre disposizioni generali.

La presentazione di una dichiarazione contributiva (Uniemens) provvisoria influisce sul rilascio del DURC?
Sì. La sentenza conferma che l’inoltro di un Uniemens provvisorio è di per sé un elemento ostativo al rilascio di un DURC regolare, costituendo una ‘seconda irregolarità’ che giustifica l’esito negativo della verifica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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