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Regolamento di competenza: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso ordinario presentato contro una sentenza d’appello che decideva esclusivamente su una questione di competenza territoriale. La Corte chiarisce che lo strumento corretto è il regolamento di competenza e, in assenza dei presupposti per la conversione dell’atto, il ricorso non può essere esaminato nel merito. Il caso nasce da un’opposizione a un decreto ingiuntivo, dove la società opponente aveva eccepito l’incompetenza del tribunale adito.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Regolamento di competenza: Errore Procedurale Costa Caro

L’uso corretto degli strumenti processuali è fondamentale nel diritto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione sottolinea come la scelta del mezzo di impugnazione sbagliato, in particolare per le questioni di giurisdizione, possa portare a una dichiarazione di inammissibilità, precludendo l’esame del merito. Il caso in esame riguarda l’obbligo di utilizzare il regolamento di competenza per contestare le decisioni che vertono esclusivamente su tale aspetto, anziché un ricorso ordinario.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Treviso, con cui si ordinava a una società di consulenza il pagamento di circa 63.000 euro a favore di una compagnia assicurativa. La società debitrice si opponeva al decreto, sollevando un’eccezione di incompetenza territoriale. A suo avviso, la causa avrebbe dovuto essere trattata presso altri fori competenti.

Tuttavia, sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello di Venezia respingevano l’eccezione, confermando la competenza del Tribunale di Treviso. La Corte d’Appello, in particolare, rilevava una carenza formale nell’atto di appello: la società, pur argomentando sull’incompetenza del foro, non aveva indicato specificamente nelle conclusioni finali dell’atto quale fosse, a suo parere, il giudice competente. Di fronte a questa seconda sconfitta, la società decideva di ricorrere in Cassazione.

La Decisione sul regolamento di competenza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Il punto cruciale della decisione non riguarda il merito della questione di competenza, ma la procedura seguita dalla società ricorrente. La Corte ha stabilito che, poiché la sentenza della Corte d’Appello aveva deciso esclusivamente su una questione di competenza, lo strumento corretto per impugnarla non era il ricorso ordinario per cassazione, ma lo specifico mezzo previsto dall’art. 42 del codice di procedura civile: il regolamento di competenza.

Questo strumento è un mezzo di impugnazione tipico, destinato a ottenere una decisione definitiva e vincolante sulla competenza. La legge lo prevede come l’unico modo per contestare le pronunce (sia di primo che di secondo grado) che si limitano a decidere su tale questione.

La Mancata Conversione del Ricorso

Il codice prevede, in certi casi, la possibilità di ‘convertire’ un mezzo di impugnazione errato in quello corretto. Tuttavia, affinché ciò avvenga, devono sussistere precisi requisiti di forma e di sostanza. Nel caso specifico, il requisito fondamentale era il rispetto del termine perentorio di trenta giorni dalla comunicazione della sentenza impugnata, come stabilito dall’art. 47 del codice di procedura civile.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha motivato l’inammissibilità del ricorso e la mancata conversione sulla base di un principio fondamentale: l’onere della prova. Spettava alla società ricorrente dimostrare di aver rispettato il termine di trenta giorni per proporre il regolamento di competenza. La società non ha fornito la prova della data di comunicazione della sentenza d’appello, né ha dimostrato che tale comunicazione non fosse avvenuta. In assenza di tale prova, la Corte non ha potuto verificare il rispetto del termine perentorio e, di conseguenza, non ha potuto convertire il ricorso ordinario, che è stato quindi dichiarato inammissibile. La Corte ha ribadito che la notificazione della sentenza è equiparata, ai fini della decorrenza del termine breve, alla comunicazione di cancelleria, e l’onere di dimostrare l’assenza o l’incompletezza di tale comunicazione grava sulla parte che intende avvalersi del termine lungo per impugnare.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre una lezione fondamentale per gli operatori del diritto: la forma è sostanza. Scegliere lo strumento processuale sbagliato può avere conseguenze definitive e precludere ogni possibilità di vedere esaminata la propria pretesa nel merito. Quando una decisione giudiziaria, anche in appello, si pronuncia unicamente sulla competenza, l’unica via percorribile è quella del regolamento di competenza, da proporre tassativamente entro 30 giorni. In caso contrario, come dimostra questa vicenda, si rischia una declaratoria di inammissibilità con condanna al pagamento delle spese processuali, chiudendo definitivamente la porta a ogni ulteriore discussione.

Qual è lo strumento corretto per impugnare una sentenza che decide solo sulla competenza?
Lo strumento corretto è il regolamento necessario di competenza, previsto dall’art. 42 del codice di procedura civile. Non è ammissibile un ricorso ordinario per cassazione.

Perché il ricorso della società è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato utilizzato lo strumento del ricorso ordinario per cassazione invece del regolamento necessario di competenza, che era l’unico mezzo di impugnazione previsto per una decisione che verteva esclusivamente sulla competenza.

È possibile ‘convertire’ un ricorso ordinario in un regolamento di competenza?
Sì, la conversione è possibile, ma solo se sussistono i requisiti di forma e sostanza e, soprattutto, se viene rispettato il termine perentorio di trenta giorni dalla comunicazione della sentenza impugnata. In questo caso, la parte ricorrente non ha fornito la prova del rispetto di tale termine, impedendo la conversione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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