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Regolamento di competenza: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un regolamento di competenza proposto avverso decreti di fissazione d’udienza. Tali atti, avendo natura puramente ordinatoria e non decisoria, non sono impugnabili con questo mezzo. Il ricorrente, per la reiterazione ingiustificata del ricorso con finalità dilatorie, è stato condannato per responsabilità processuale aggravata.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Abuso del Processo: Inammissibile il Regolamento di Competenza contro i Decreti di Fissazione Udienza

L’ordinanza in commento offre un’importante lezione sull’uso corretto degli strumenti processuali, in particolare del regolamento di competenza. La Corte di Cassazione, con la pronuncia n. 3336/2024, ha ribadito un principio consolidato: questo specifico mezzo di impugnazione non può essere utilizzato per contestare provvedimenti meramente ordinatori, come i decreti di fissazione d’udienza. La vicenda si conclude con una severa condanna del ricorrente per responsabilità processuale aggravata, a causa della palese finalità dilatoria della sua azione.

I Fatti di Causa

Un legale proponeva ricorso per regolamento di competenza avverso due decreti emessi dal Tribunale di Lecce. Con tali decreti, il giudice si era limitato a fissare le udienze per la prosecuzione di un giudizio di merito e per la trattazione di un procedimento cautelare. Secondo il ricorrente, attraverso questi atti, il Tribunale avrebbe implicitamente affermato la propria competenza a discapito di quella del Tribunale di Roma, che egli riteneva competente. È importante sottolineare che la Corte aveva già dichiarato inammissibili due precedenti ricorsi, identici nella sostanza, proposti dallo stesso legale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte ha dichiarato il ricorso ‘palesemente inammissibile’. La decisione non si è limitata a una semplice reiezione, ma ha comportato pesanti sanzioni per il ricorrente. È stato condannato al pagamento delle spese processuali in favore di entrambe le controparti, al risarcimento del danno per responsabilità processuale aggravata ai sensi dell’art. 96 c.p.c., e al versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

Le motivazioni del regolamento di competenza

Il cuore della motivazione della Corte risiede nella distinzione fondamentale tra provvedimenti decisori e provvedimenti ordinatori. Il regolamento di competenza è uno strumento esperibile esclusivamente contro provvedimenti che decidono, in modo affermativo o negativo, sulla competenza. Tale decisione deve essere espressa in termini di ‘assoluta inequivocità ed incontrovertibilità’, diventando così non più modificabile o revocabile dallo stesso giudice che l’ha emessa.

I decreti di fissazione d’udienza, oggetto del ricorso, non possiedono affatto queste caratteristiche. Essi sono, per loro natura, atti ordinatori: non decidono nulla sulla controversia, né sulla competenza, ma si limitano a scandire i tempi del processo. Sono provvedimenti ritrattabili e inidonei a pregiudicare la decisione finale della causa. Pertanto, non possono in alcun modo configurare una statuizione, neanche implicita, sulla competenza.

La Corte ha richiamato una vasta e consolidata giurisprudenza a sostegno di questo principio, evidenziando come la configurabilità di una pronuncia implicita sulla competenza richieda che il provvedimento presupponga ‘necessariamente’ l’affermazione o la negazione della propria competenza, circostanza del tutto assente nel caso di specie.

Le conclusioni: Sanzioni per Abuso dello Strumento Processuale

La Corte ha concluso con una dura condanna, non solo processuale ma anche economica. L’aspetto più rilevante è la condanna per responsabilità processuale aggravata. Secondo i giudici, ‘l’ingiustificata reiterazione del regolamento avverso provvedimenti aventi contenuto ordinatorio’ e le ‘evidenti finalità dilatorie’ integravano un vero e proprio abuso dello strumento processuale. Questa condotta, volta a intralciare e ritardare la giustizia, ha giustificato l’applicazione dell’art. 96, terzo comma, c.p.c.

La decisione serve da monito: gli strumenti processuali devono essere utilizzati secondo la loro funzione e non per scopi dilatori o emulativi. L’abuso del processo non solo è inefficace, ma espone la parte a conseguenze economiche significative, a tutela della controparte e della corretta amministrazione della giustizia.

È possibile proporre un regolamento di competenza contro un decreto che fissa semplicemente un’udienza?
No, non è possibile. La Cassazione ha chiarito che il regolamento di competenza è ammissibile solo contro provvedimenti che decidono in modo definitivo sulla questione di competenza, non contro atti meramente ordinatori e procedurali come la fissazione di un’udienza.

Cosa si intende per provvedimento con contenuto decisorio sulla competenza?
È un provvedimento, indipendentemente dalla sua forma (sentenza, ordinanza), che afferma o nega in modo inequivocabile e non più ritrattabile la competenza del giudice a decidere la causa. Un semplice rinvio a un’udienza futura non ha questa caratteristica.

Quali sono le conseguenze se si reitera un ricorso palesemente inammissibile?
La parte soccombente può essere condannata non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al risarcimento del danno per responsabilità processuale aggravata (art. 96 c.p.c.). Ciò avviene quando il giudice ravvisa un abuso dello strumento processuale, posto in essere con finalità dilatorie, come nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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