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Regolamento di competenza: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per regolamento di competenza presentato da un creditore. L’appello non contestava la corretta identificazione del giudice competente, ma la decisione di consentire il trasferimento della causa (translatio iudicii) invece di dichiarare l’opposizione al decreto ingiuntivo inammissibile. La Corte ha stabilito che il regolamento di competenza serve solo a designare il giudice corretto, non a contestare le conseguenze procedurali della dichiarazione di incompetenza, che devono essere impugnate con mezzi ordinari.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Regolamento di competenza: la Cassazione chiarisce i limiti del ricorso

Il regolamento di competenza è uno strumento cruciale nel nostro ordinamento, ma i suoi confini sono ben definiti. Con l’ordinanza n. 2416 del 25 gennaio 2024, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: questo strumento serve a contestare quale giudice debba decidere la causa, non le conseguenze procedurali di una dichiarazione di incompetenza. Analizziamo insieme questo caso per capire le implicazioni pratiche.

I fatti del caso

La vicenda ha origine da un decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Roma. Il debitore, anziché presentare la sua opposizione allo stesso Tribunale di Roma, come previsto dalla legge, si rivolgeva erroneamente al Tribunale di Velletri.

Il creditore, di fronte all’opposizione presentata al giudice sbagliato, ne eccepiva l’incompetenza e chiedeva che l’opposizione venisse dichiarata inammissibile. Anche la parte opponente, alla fine, chiedeva che il Tribunale di Velletri si dichiarasse incompetente. Il Tribunale di Velletri accoglieva l’eccezione, dichiarava la propria incompetenza e indicava come giudice competente il Tribunale di Roma. Inoltre, concedeva al debitore un termine di novanta giorni per riassumere la causa davanti al giudice corretto, applicando il principio della translatio iudicii (trasferimento del processo).

Il ricorso e il problema del regolamento di competenza

Il creditore, pur essendo risultato vincitore sulla questione di competenza, decideva di impugnare questa decisione con un ricorso per regolamento di competenza. Il punto della sua doglianza non era la designazione del Tribunale di Roma come competente (su cui era d’accordo), ma il fatto che il giudice avesse concesso un termine per la riassunzione. Secondo il creditore, l’opposizione presentata a un giudice funzionalmente incompetente doveva essere dichiarata semplicemente inammissibile, senza possibilità di ‘salvataggio’ tramite il trasferimento del processo.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso del creditore inammissibile. La motivazione è netta e si basa sulla funzione specifica del regolamento di competenza. Questo strumento, spiega la Corte, è finalizzato esclusivamente a risolvere un conflitto, reale o potenziale, sulla competenza, individuando l’ufficio giudiziario che deve trattare la causa. Non può essere utilizzato per censurare altre statuizioni contenute nella decisione, anche se di natura processuale.

Nel caso specifico, il ricorrente non contestava che il giudice competente fosse il Tribunale di Roma, ma criticava l’applicabilità dell’articolo 50 c.p.c. sulla translatio iudicii. Questa, secondo la Corte, è una questione di diritto processuale che non attiene direttamente alla designazione del giudice, ma alle conseguenze della dichiarazione di incompetenza. Una simile doglianza, avendo natura decisoria, deve essere impugnata con i mezzi ordinari (come l’appello), non con lo strumento specifico e mirato del regolamento di competenza. Essendo il creditore risultato ‘vittorioso’ sulla questione di competenza, non aveva l’interesse giuridico a proporre questo tipo di ricorso.

Le conclusioni

La decisione riafferma con forza la distinzione tra la questione di competenza e le altre questioni processuali. La parte che vince sulla dichiarazione di incompetenza non può utilizzare il regolamento di competenza per contestare le modalità con cui il giudice ha gestito le conseguenze di tale dichiarazione, come la concessione di un termine per la riassunzione. Per contestare tali aspetti, è necessario ricorrere ai mezzi di impugnazione ordinari. Questa pronuncia offre un’importante guida per gli operatori del diritto, chiarendo i limiti e l’ambito di applicazione di uno strumento processuale tanto specifico quanto delicato.

È possibile usare il regolamento di competenza per contestare la concessione del termine per la riassunzione della causa davanti al giudice competente?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il regolamento di competenza serve esclusivamente a identificare il giudice competente. Non può essere utilizzato per impugnare altre statuizioni processuali, come la concessione di un termine per la riassunzione, la quale deve essere contestata tramite i mezzi di impugnazione ordinari, come l’appello.

Chi è legittimato a proporre un ricorso per regolamento di competenza?
La parte soccombente sulla questione di competenza. Nel caso analizzato, il creditore era risultato vittorioso, poiché il giudice adito si era dichiarato incompetente come da lui richiesto. Per questo motivo, non aveva interesse a proporre questo specifico ricorso.

Cosa succede se un’opposizione a decreto ingiuntivo viene presentata a un tribunale incompetente?
Il giudice adito dichiara la propria incompetenza e indica quale sia il giudice competente (solitamente, l’ufficio giudiziario a cui appartiene il giudice che ha emesso il decreto). La Corte stabilisce che, in linea di principio, il giudice può fissare un termine per la riassunzione della causa davanti al giudice corretto, applicando il meccanismo della ‘translatio iudicii’ per salvaguardare gli effetti del procedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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