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Regolamento di competenza: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33205/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per regolamento di competenza proposto contro un’ordinanza del giudice dell’esecuzione che declinava la propria competenza territoriale. La Corte ha ribadito il principio consolidato secondo cui tali provvedimenti non sono direttamente impugnabili con questo strumento, ma devono essere contestati tramite opposizione agli atti esecutivi. Solo la sentenza che decide su tale opposizione potrà, eventualmente, essere oggetto di regolamento di competenza.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Regolamento di competenza: la Cassazione chiarisce quando è inammissibile

Nel complesso mondo della procedura civile, conoscere lo strumento processuale corretto è fondamentale per evitare di incorrere in declaratorie di inammissibilità. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale riguardo al regolamento di competenza nel contesto delle procedure esecutive, offrendo una guida preziosa per creditori e legali. Vediamo nel dettaglio cosa ha stabilito la Suprema Corte.

I fatti di causa

Un creditore, in forza di una sentenza di condanna al risarcimento, avviava una procedura di espropriazione presso terzi nei confronti di un ente pubblico suo debitore. L’azione era finalizzata a pignorare le somme dovute al Comune da parte della società che gestiva il servizio di tesoreria. Il procedimento veniva incardinato presso un determinato Tribunale. Tuttavia, il giudice dell’esecuzione, dopo l’udienza, emetteva un’ordinanza con cui declinava la propria competenza territoriale in favore di un altro Tribunale, fissando un termine per la riassunzione della causa.

Ritenendo errata tale decisione, il creditore decideva di impugnarla direttamente dinanzi alla Corte di Cassazione, proponendo un ricorso per regolamento di competenza.

La decisione della Corte sul regolamento di competenza

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno chiarito che la strada processuale scelta dal creditore non era quella corretta. Il punto centrale della decisione si basa su un principio consolidato, definito dalla Corte come ius receptum, ovvero un orientamento giurisprudenziale talmente radicato da essere considerato diritto vivente.

Secondo tale principio, i provvedimenti emessi dal giudice dell’esecuzione – anche quelli che decidono sulla competenza, sia in senso positivo che negativo – non possono essere impugnati direttamente con il regolamento di competenza.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla specifica disciplina dei rimedi previsti all’interno del processo esecutivo. La Suprema Corte ha spiegato che il controllo sulla competenza del giudice dell’esecuzione non avviene attraverso un’impugnazione diretta del suo provvedimento. Al contrario, la parte che ritiene leso un proprio diritto deve utilizzare lo strumento dell’opposizione agli atti esecutivi, previsto dall’art. 617 del codice di procedura civile.

In pratica, il creditore avrebbe dovuto:

1. Proporre opposizione agli atti esecutivi avverso l’ordinanza con cui il giudice aveva declinato la propria competenza.
2. Attendere la sentenza che avrebbe deciso su tale opposizione.

Solo questa sentenza, che definisce il giudizio di opposizione, è soggetta a regolamento di competenza ai sensi dell’art. 42 del codice di procedura civile. L’impugnazione diretta dell’ordinanza interlocutoria del giudice dell’esecuzione scavalca un grado di giudizio e altera il sistema dei rimedi processuali, rendendo il ricorso irricevibile.

Le conclusioni

Questa pronuncia rafforza un importante monito per gli operatori del diritto: nel processo esecutivo, la sequenza dei rimedi è rigorosa e non ammette scorciatoie. Tentare di accelerare i tempi impugnando direttamente un’ordinanza sulla competenza si traduce non solo nell’inammissibilità del ricorso, ma anche in un allungamento dei tempi e in costi aggiuntivi, come il versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato. La decisione sottolinea l’importanza di una profonda conoscenza delle norme procedurali per tutelare efficacemente i diritti dei propri assistiti, seguendo il percorso delineato dal legislatore e consolidato dalla giurisprudenza.

È possibile impugnare direttamente con regolamento di competenza un’ordinanza del giudice dell’esecuzione che decide sulla competenza?
No, secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, un’ordinanza del giudice dell’esecuzione che statuisce sulla competenza (sia affermandola che negandola) non è direttamente impugnabile con il regolamento di competenza.

Qual è lo strumento corretto per contestare un’ordinanza sulla competenza emessa nel corso di un’esecuzione forzata?
Lo strumento corretto è l’opposizione agli atti esecutivi, disciplinata dall’articolo 617 del codice di procedura civile. La parte deve contestare l’ordinanza attraverso questo specifico rimedio.

Cosa succede se si propone un ricorso errato, come un regolamento di competenza diretto contro l’ordinanza del giudice dell’esecuzione?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione. Inoltre, la parte ricorrente può essere condannata a versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, come sanzione per aver proposto un’impugnazione inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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