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Regolamento di competenza: inammissibile in ATP

Una società ha sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale in un procedimento di Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) avviato da un professionista per vizi su un furgone camperizzato. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso per regolamento di competenza inammissibile, stabilendo che tale strumento non è utilizzabile contro i provvedimenti non definitivi emessi nei procedimenti di istruzione preventiva.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Regolamento di competenza: inammissibile nell’Accertamento Tecnico Preventivo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un importante principio processuale: il regolamento di competenza non può essere utilizzato per contestare la giurisdizione del giudice nell’ambito di un procedimento di Accertamento Tecnico Preventivo (ATP). Questa decisione ribadisce la natura non definitiva dei provvedimenti emessi in sede di istruzione preventiva, delineando confini precisi per l’utilizzo degli strumenti di impugnazione.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un contratto tra un architetto e una società specializzata, avente ad oggetto la modifica di un furgone per trasformarlo in un camper. A lavori ultimati, il professionista riscontrava diverse difformità e problematiche che compromettevano l’utilizzo del veicolo, oltre a carenze nella documentazione tecnica necessarie per il collaudo.

Di fronte a questa situazione, l’architetto decideva di avviare un Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) ai sensi dell’art. 696-bis c.p.c. dinanzi al Tribunale territorialmente competente secondo il foro del consumatore. L’obiettivo era far verificare da un consulente tecnico le modifiche eseguite, la loro conformità alla regola dell’arte e i costi per la regolarizzazione, con finalità conciliative.

La società convenuta, tuttavia, si opponeva eccependo l’incompetenza territoriale del Tribunale adito. Sosteneva che l’architetto non potesse essere qualificato come consumatore, avendo agito come professionista (con partita IVA), e che il contratto fosse un appalto e non una vendita, escludendo così l’applicazione del Codice del Consumo. Il Tribunale rigettava l’eccezione e procedeva con l’ATP. Contro questa decisione, la società proponeva ricorso per regolamento di competenza alla Corte di Cassazione.

Le censure mosse dalla società ricorrente

La società ha basato il suo ricorso su tre motivi principali:
1. Inapplicabilità del Codice del Consumo: il contratto doveva essere qualificato come appalto e non come vendita, escludendo le tutele per i consumatori.
2. Mancanza della qualità di consumatore: l’architetto aveva stipulato il contratto con fattura su partita IVA, agendo quindi come professionista.
3. Errata applicazione delle norme procedurali: il giudice di primo grado non avrebbe valutato correttamente le eccezioni sollevate.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Regolamento di Competenza

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza entrare nel merito delle questioni sollevate dalla società (qualifica del contratto o status di consumatore dell’architetto). La decisione si è fondata su un consolidato principio di diritto processuale.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che il regolamento di competenza è uno strumento previsto per contestare decisioni che risolvono in modo definitivo la questione della competenza. Tuttavia, i procedimenti di istruzione preventiva, come l’Accertamento Tecnico Preventivo, rientrano nella categoria dei procedimenti cautelari.

I provvedimenti emessi in questa sede, incluse le decisioni sulla competenza, hanno natura intrinsecamente provvisoria. Essi non sono idonei a passare in giudicato e non definiscono la controversia. La decisione sulla competenza presa dal giudice dell’ATP non è vincolante per l’eventuale e successivo giudizio di merito.

In altre parole, la questione della competenza potrà essere riproposta e decisa con carattere di definitività solo se e quando verrà instaurata la causa di merito. Poiché la decisione del Tribunale nell’ATP era priva del requisito della definitività, il ricorso per regolamento di competenza è stato ritenuto inammissibile.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento rafforza un importante principio: le battaglie sulla competenza territoriale non possono essere combattute in via definitiva nella fase preliminare e cautelare dell’ATP. La parte che si ritiene lesa da una decisione sulla competenza in questa fase dovrà attendere l’instaurazione del giudizio di merito per far valere le proprie ragioni. Questa pronuncia ha l’effetto di snellire i procedimenti di istruzione preventiva, evitando che vengano bloccati da dispute procedurali che troveranno la loro naturale sede di discussione solo nel successivo ed eventuale giudizio di merito.

È possibile contestare la competenza di un giudice in un procedimento di Accertamento Tecnico Preventivo (ATP) tramite il regolamento di competenza?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il regolamento di competenza è inammissibile per i procedimenti cautelari e di istruzione preventiva, come l’ATP, poiché i provvedimenti emessi in tale sede non sono definitivi.

Perché il provvedimento del giudice in un ATP non è considerato definitivo ai fini del regolamento di competenza?
Perché è caratterizzato da provvisorietà e dalla possibilità di essere riproposto. La questione della competenza può essere sollevata e decisa in modo definitivo solo nell’eventuale successivo giudizio di merito.

Qual è la conseguenza principale della decisione della Corte?
La conseguenza è che la parte che contesta la competenza territoriale deve attendere l’eventuale instaurazione del giudizio di merito per sollevare nuovamente la propria eccezione. Il procedimento di ATP prosegue davanti al giudice originariamente adito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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