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Reclamo cautelare: quando l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso contro un’ordinanza di reclamo cautelare. La Corte ha ribadito che tali provvedimenti, non avendo carattere definitivo e decisorio, non possono essere impugnati con ricorso straordinario, confermando un principio consolidato.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Reclamo Cautelare: la Cassazione ne ribadisce la non impugnabilità

Nel complesso panorama della procedura civile, la tutela cautelare rappresenta uno strumento fondamentale per garantire l’effettività dei diritti in attesa di una decisione di merito. Tuttavia, quali sono i limiti di impugnazione di tali provvedimenti? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sulla questione, chiarendo in modo definitivo l’inammissibilità del ricorso straordinario avverso l’ordinanza emessa in sede di reclamo cautelare.

Il Contesto del Caso: Un Procedimento d’Urgenza

La vicenda trae origine da un procedimento cautelare d’urgenza, avviato da una società (la “Società A”) nei confronti di un’altra (la “Società B”). Il Tribunale di primo grado aveva emesso un’ordinanza cautelare, contro la quale la Società B aveva proposto reclamo ai sensi dell’art. 669-terdecies del codice di procedura civile.

Il collegio del Tribunale, decidendo sul reclamo, ha emesso una nuova ordinanza. Ritenendosi lesa da questa decisione, la Società B ha deciso di tentare un’ulteriore via, proponendo un ricorso straordinario per cassazione ai sensi dell’art. 111 della Costituzione. Nel suo ricorso, sollevava questioni di presunta illegittimità costituzionale della norma e lamentava vizi di motivazione.

L’Ordinanza di Reclamo Cautelare e l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha stroncato sul nascere le pretese della società ricorrente, dichiarando il ricorso “radicalmente inammissibile”. La decisione si fonda su un principio consolidato e pacifico nella giurisprudenza di legittimità: i provvedimenti cautelari, inclusi quelli emessi in sede di reclamo cautelare, non sono suscettibili di ricorso straordinario in Cassazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha spiegato che il ricorso straordinario ex art. 111 Cost. è ammesso solo contro provvedimenti che abbiano due caratteristiche fondamentali: la decisorietà e la definitività. Un provvedimento è “decisorio” quando incide su diritti soggettivi con efficacia di giudicato. È “definitivo” quando non è più soggetto ad altri mezzi di impugnazione.

Le ordinanze cautelari, per loro stessa natura, mancano di entrambi i requisiti. Esse sono:

* Strumentali: servono a garantire l’efficacia della futura sentenza di merito, ma non decidono la controversia nel profondo.
* Interinali: la loro efficacia è limitata alla durata del giudizio principale e sono destinate a essere superate dalla decisione finale.
* Prive di efficacia di giudicato: non sono idonee a diventare definitive e vincolanti tra le parti.

La Cassazione ha sottolineato che questa inammissibilità vale anche qualora si denuncino vizi gravi come la nullità, l’inesistenza o l'”abnormità” del provvedimento. La logica è che la tutela dei diritti è comunque assicurata dal successivo giudizio di merito, che rappresenta la sede naturale per la risoluzione definitiva della lite. Inoltre, il sistema già prevede un doppio grado di giudizio in fase cautelare (prima istanza e reclamo), garantendo una tutela adeguata in linea con i principi costituzionali e della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).

Conclusioni

La decisione della Suprema Corte riafferma un caposaldo del nostro sistema processuale: la netta distinzione tra la fase cautelare e quella di merito. Tentare di impugnare in Cassazione un’ordinanza di reclamo cautelare è un’azione destinata all’insuccesso e, come in questo caso, può comportare conseguenze negative. La Corte, infatti, ha condannato la società ricorrente al versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, una sanzione prevista per i ricorsi inammissibili che mira a scoraggiare liti temerarie. Per le parti coinvolte in procedimenti d’urgenza, la lezione è chiara: la battaglia decisiva si combatte nel merito, mentre la fase cautelare, pur fondamentale, ha dei limiti procedurali invalicabili.

È possibile fare ricorso in Cassazione contro un’ordinanza emessa in sede di reclamo cautelare?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso straordinario per cassazione è radicalmente inammissibile avverso l’ordinanza resa in sede di reclamo cautelare (ex art. 669-terdecies c.p.c.).

Perché un provvedimento cautelare non è considerato ‘definitivo’ ai fini del ricorso straordinario?
Un provvedimento cautelare non è considerato definitivo perché ha carattere strumentale e interinale. La sua efficacia è limitata alla durata del giudizio di merito e non è idoneo a passare in giudicato, ovvero a diventare una decisione stabile e non più modificabile.

Cosa succede se si propone un ricorso inammissibile contro un’ordinanza di reclamo cautelare?
Oltre alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, la parte ricorrente può essere condannata al versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, come sanzione per aver proposto un’impugnazione non consentita dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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