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Proselitismo sindacale: i limiti dell’uomo-sandwich

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità della sanzione disciplinare (sospensione di otto giorni) inflitta a un lavoratore che, durante l’orario di servizio, aveva svolto attività di proselitismo sindacale indossando due grandi volantini sul petto e sulla schiena, come un “uomo-sandwich”. Secondo la Corte, tale modalità, per la sua natura impositiva e di costante visibilità, costituisce una fonte di distrazione continua che pregiudica il normale svolgimento dell’attività aziendale, superando i limiti previsti dalla legge per la libertà di espressione sindacale sul luogo di lavoro.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Proselitismo Sindacale: Quando l'”Uomo-Sandwich” Supera i Limiti

Il diritto di espressione e di proselitismo sindacale all’interno dei luoghi di lavoro è un pilastro dello Statuto dei Lavoratori, ma non è privo di limiti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 24595/2024, ha tracciato una linea netta, stabilendo che la modalità di protesta dell'”uomo-sandwich” può essere legittimamente sanzionata se pregiudica il normale svolgimento dell’attività aziendale. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Un dipendente di una società di servizi veniva sanzionato con una sospensione di otto giorni dal lavoro e dalla retribuzione. Il motivo? Durante il suo turno, aveva indossato due fogli in formato A3, uno sul petto e uno sulla schiena, che riproducevano un volantino di un sindacato. Di fatto, si era trasformato in un “uomo-sandwich” sindacale.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione all’azienda, ritenendo che tale comportamento non rientrasse nel legittimo esercizio dell’attività sindacale, anche perché il lavoratore non ricopriva alcun ruolo sindacale specifico. La condotta era stata giudicata una forma di manifestazione non assimilabile al volantinaggio o all’affissione negli spazi consentiti e, pertanto, illegittima e meritevole della sanzione inflitta. Il lavoratore ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

I Limiti al Proselitismo Sindacale e la Valutazione della Corte

Il ricorrente lamentava la violazione degli articoli dello Statuto dei Lavoratori sulla libertà sindacale (artt. 1, 14, 25 e 26), sostenendo che la sua azione rientrava pienamente in tale diritto. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha rigettato il ricorso, fornendo un’interpretazione chiara dei limiti di queste libertà.

Il punto centrale della decisione ruota attorno all’art. 26 della Legge n. 300/1970, che consente ai lavoratori di svolgere opera di proselitismo per le loro organizzazioni sindacali, a condizione che ciò avvenga “senza pregiudizio del normale svolgimento dell’attività aziendale”.

La Distrazione Costante come Pregiudizio

La Corte ha stabilito che la specifica modalità utilizzata – quella dell'”uomo-sandwich” – esula dai limiti consentiti. A differenza della distribuzione di volantini o dell’affissione in bacheca, questa forma di protesta, per la sua durata (l’intera prestazione lavorativa) e la sua “impositiva” visibilità, costituisce una fonte di distrazione costante e continua per gli altri lavoratori. Questo, secondo i giudici, rappresenta un concreto pregiudizio all’ordinario svolgimento della vita e dell’attività aziendale.

L’Esclusione del Carattere Discriminatorio della Sanzione

Un altro motivo di ricorso si concentrava sulla presunta natura discriminatoria del provvedimento disciplinare, in quanto volto a contrastare l’esercizio di un diritto sindacale. Anche su questo punto, la Cassazione ha dato torto al lavoratore.

I giudici hanno chiarito che il provvedimento non ha sanzionato l’appartenenza sindacale o l’espressione di un’idea, ma una specifica condotta ritenuta “esorbitante” rispetto alle modalità lecite di proselitismo. La sanzione ha colpito un comportamento che ha violato i doveri di diligenza e decoro, oltre all’inosservanza dell’ordine di rimuovere i volantini. Non essendo stata provata alcuna finalità persecutoria da parte dell’azienda, e dato che il comportamento stesso è stato giudicato illegittimo, non può sussistere alcun profilo di discriminazione.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha motivato la sua decisione bilanciando due interessi contrapposti: da un lato, il diritto costituzionalmente garantito all’attività sindacale e, dall’altro, l’interesse del datore di lavoro al corretto e ordinato svolgimento della prestazione lavorativa. La chiave di volta è il concetto di “pregiudizio”. L’attività sindacale è tutelata finché non danneggia l’organizzazione produttiva. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che la trasformazione del lavoratore in un “cartellone pubblicitario ambulante” per l’intera durata del turno lavorativo creasse inevitabilmente un ambiente di costante distrazione, interferendo con la concentrazione e la produttività dei colleghi. Questa modalità è stata giudicata intrinsecamente più invasiva rispetto alle forme tradizionali di proselitismo, come l’affissione su bacheche dedicate, che la legge stessa prevede e regola. La condotta del lavoratore è stata quindi qualificata come un abuso del diritto, poiché esercitata con modalità tali da ledere l’interesse del datore di lavoro.

Le Conclusioni

L’ordinanza n. 24595/2024 della Cassazione offre un importante principio guida: la libertà di espressione sindacale sul luogo di lavoro è sacrosanta, ma le sue modalità di esercizio devono essere compatibili con il normale andamento dell’attività produttiva. Forme di protesta o di proselitismo sindacale particolarmente invasive e costanti, come quella dell'”uomo-sandwich”, possono essere considerate illegittime e giustificare una sanzione disciplinare, senza che ciò configuri un comportamento antisindacale o discriminatorio da parte del datore di lavoro. La decisione riafferma che ogni diritto deve essere esercitato nel rispetto dei diritti altrui e dei doveri imposti dal rapporto di lavoro.

È sempre legittimo fare proselitismo sindacale sul luogo di lavoro?
No. Secondo la Corte, il proselitismo sindacale è legittimo a condizione che sia svolto senza arrecare pregiudizio al normale svolgimento dell’attività aziendale, come previsto dall’art. 26 dello Statuto dei Lavoratori.

Perché il comportamento del lavoratore “uomo-sandwich” è stato considerato illegittimo?
Perché, a differenza di altre forme di proselitismo, la modalità “uomo-sandwich” per tutta la durata della prestazione lavorativa è stata ritenuta una fonte di distrazione costante e impositiva, tale da pregiudicare concretamente l’attività e la concentrazione degli altri lavoratori.

La sanzione inflitta al lavoratore è stata considerata discriminatoria?
No. La Corte ha escluso la natura discriminatoria perché la sanzione non ha colpito l’appartenenza sindacale o l’espressione di un’idea, ma una specifica modalità di condotta giudicata esorbitante e non coerente con i limiti della libertà di proselitismo, che ha violato i doveri di diligenza e decoro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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