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Proroga termini processuali: sabato e festivi

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha rimesso a pubblica udienza la decisione su un ricorso la cui tempestività è oggetto di dibattito. La questione centrale riguarda la proroga dei termini processuali: un termine perentorio di 60 giorni, scaduto aritmeticamente in un giorno festivo (venerdì), è stato notificato il lunedì successivo. La Corte deve dirimere un contrasto giurisprudenziale per stabilire se, in questi casi, la scadenza si proroghi al sabato o al lunedì, data l’incertezza interpretativa sull’articolo 155 c.p.c.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Proroga Termini Processuali: La Cassazione Rimette in Discussione la Scadenza del Sabato

La Corte di Cassazione torna a esaminare una questione cruciale per la pratica forense: il calcolo dei termini in prossimità di giorni festivi e del fine settimana. Con una recente ordinanza interlocutoria, i giudici hanno deciso di approfondire in pubblica udienza il tema della proroga termini processuali, in un caso in cui un termine scadeva di venerdì festivo. Questa decisione evidenzia un contrasto interpretativo all’interno della stessa Suprema Corte, la cui risoluzione avrà importanti conseguenze pratiche.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una richiesta di risarcimento danni per inadempimento professionale avanzata da un cittadino nei confronti di alcuni avvocati. La domanda era stata respinta sia dal Tribunale in primo grado sia dalla Corte d’Appello. Il soccombente decideva quindi di presentare ricorso per Cassazione.

La sentenza d’appello gli era stata notificata il 9 ottobre 2023, facendo scattare il termine breve di sessanta giorni per l’impugnazione. Il problema è sorto proprio nel calcolo della scadenza di questo termine.

La Questione sulla Proroga Termini Processuali

Il cuore della questione è puramente procedurale e riguarda l’interpretazione dell’articolo 155 del Codice di Procedura Civile. Il termine di sessanta giorni scadeva, secondo il calcolo aritmetico, venerdì 8 dicembre 2023, giorno festivo (Immacolata Concezione). Secondo i controricorrenti, il termine avrebbe dovuto considerarsi prorogato al giorno successivo, sabato 9 dicembre 2023. Poiché il ricorso era stato notificato solo lunedì 11 dicembre 2023, essi ne hanno eccepito la tardività.

La difesa del ricorrente si basa su un’interpretazione diversa, che tiene conto sia della proroga per il giorno festivo (dal venerdì al sabato) sia della successiva proroga per il sabato, che farebbe slittare la scadenza finale al primo giorno non festivo successivo, ovvero lunedì.

Il Contrasto Giurisprudenziale

La Suprema Corte, nell’analizzare il caso, ha rilevato l’esistenza di un contrasto giurisprudenziale proprio su questo punto. Se da un lato esiste un orientamento che considera il sabato come giorno di scadenza valido in questi casi, dall’altro lato esistono precedenti (come le ordinanze n. 31011/2021 e n. 1655/2021) che sostengono la tesi della protrazione del termine fino al lunedì successivo. Questa incertezza interpretativa ha spinto il collegio a non decidere immediatamente sulla questione.

Le Motivazioni della Decisione

Il collegio ha ritenuto che la questione meritasse un approfondimento per via delle sue implicazioni pratiche e della necessità di garantire certezza del diritto. La presenza di orientamenti giurisprudenziali divergenti all’interno della stessa Corte di Cassazione su una regola procedurale così fondamentale come il calcolo dei termini può generare confusione e pregiudicare il diritto di difesa. Pertanto, la Corte ha stabilito che la causa dovesse essere rimessa a una pubblica udienza. Questo permetterà una discussione più ampia e approfondita, con l’obiettivo di arrivare a una soluzione univoca che possa fungere da guida per i casi futuri, risolvendo una volta per tutte il dubbio interpretativo su come si combinano la proroga per festività e quella per la scadenza di sabato.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza interlocutoria, la Cassazione non risolve il caso, ma lo ‘congela’ per affrontare un problema più grande: la coerenza e la prevedibilità delle regole processuali. La decisione finale, che verrà presa dopo la pubblica udienza, è attesa con grande interesse da tutti gli operatori del diritto. Essa chiarirà se il cumulo delle proroghe previste dall’articolo 155 c.p.c. per i giorni festivi e per il sabato sia ammissibile, stabilendo un principio di diritto che influenzerà l’attività quotidiana di avvocati e tribunali e rafforzando la certezza nei rapporti processuali.

Quando scade un termine processuale se il giorno di scadenza è un venerdì festivo?
L’ordinanza non fornisce una risposta definitiva, ma evidenzia un contrasto giurisprudenziale. Secondo un orientamento, la scadenza è prorogata al sabato; secondo un altro, si estende fino al lunedì successivo. La Corte ha rimesso la questione a una pubblica udienza per risolverla.

Perché la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria invece di una decisione finale?
Perché ha riscontrato l’esistenza di sentenze precedenti tra loro in conflitto sullo stesso punto di diritto. Per garantire la certezza e un’interpretazione uniforme della legge, ha ritenuto necessario un approfondimento in pubblica udienza prima di decidere.

Cosa prevede l’articolo 155 del Codice di Procedura Civile riguardo ai termini?
L’articolo stabilisce che se un termine scade in un giorno festivo, la scadenza è prorogata di diritto al primo giorno seguente non festivo. Prevede inoltre che la stessa proroga si applica ai termini per il compimento di atti processuali fuori udienza che scadono di sabato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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