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Proroga contratto a termine: la data che conta

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4654/2025, ha stabilito un principio cruciale per la proroga contratto a termine. Se la legge cambia tra la data di firma e la data di efficacia della proroga, si applica la normativa in vigore nel momento in cui la proroga inizia a produrre i suoi effetti. Nel caso specifico, una proroga firmata prima dell’entrata in vigore delle norme più restrittive del “Decreto Dignità” ma con decorrenza successiva è stata giudicata illegittima per mancanza della causale, portando alla conversione del rapporto in tempo indeterminato.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Proroga Contratto a Termine: Quando si Applica la Nuova Legge? La Cassazione Chiarisce

La gestione dei contratti di lavoro a tempo determinato richiede grande attenzione, specialmente quando intervengono modifiche normative. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso emblematico relativo alla proroga contratto a termine, chiarendo quale legge si applica quando questa viene firmata sotto una normativa ma diventa efficace sotto una nuova e più restrittiva. Vediamo insieme cosa ha deciso la Corte.

I Fatti del Caso

Un lavoratore era stato assunto da un’importante azienda tramite una serie di contratti a tempo determinato. L’ultimo rapporto di lavoro in essere sarebbe scaduto il 31 ottobre 2018. Il 26 ottobre 2018, l’azienda e il dipendente firmavano un accordo per una proroga del contratto, con decorrenza dal 1° novembre 2018 fino al 31 marzo 2019.

La questione nasce dal fatto che, nel frattempo, era intervenuto il cosiddetto “Decreto Dignità” (D.L. n. 87/2018), che aveva reintrodotto l’obbligo di indicare una specifica causale per le proroghe che superavano i 12 mesi di durata complessiva del rapporto. La nuova disciplina era pienamente applicabile alle proroghe successive al 31 ottobre 2018. La proroga in questione, pur essendo stata firmata prima di tale data, aveva efficacia a partire dal giorno dopo.

Il lavoratore ha impugnato la proroga, sostenendo la sua illegittimità per mancanza della causale prevista dalla nuova legge. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello gli hanno dato ragione, convertendo il rapporto di lavoro in un contratto a tempo indeterminato.

La Questione Legale: la Proroga Contratto a Termine e il Cambio di Legge

Il nodo centrale del ricorso presentato dall’azienda in Cassazione era stabilire il momento determinante per individuare la disciplina applicabile: quello della stipula dell’accordo di proroga (26 ottobre 2018) o quello in cui la proroga inizia a produrre i suoi effetti (1° novembre 2018)?

L’azienda sosteneva che dovesse prevalere la data della firma, momento in cui le parti hanno manifestato la loro volontà. In quella data, la vecchia normativa, più permissiva, era ancora in vigore. La Corte, invece, ha dovuto valutare il dettato normativo del Decreto Dignità, che legava la nuova disciplina alle proroghe “successive al 31 ottobre 2018”.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’azienda, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il ragionamento della Corte si è basato su un’interpretazione logica e funzionale della norma.

I giudici hanno chiarito che, per la proroga contratto a termine, ciò che rileva non è il momento della sottoscrizione, ma il suo “momento funzionale”, ovvero il momento in cui essa è destinata a operare e a produrre i suoi effetti giuridici. La proroga, a differenza di un nuovo contratto, serve a continuare un rapporto già esistente. Fino al 31 ottobre 2018, il rapporto era regolato dal contratto precedente. La proroga firmata il 26 ottobre era destinata ad avere effetto solo a partire dal 1° novembre 2018.

Poiché la sua operatività era successiva al 31 ottobre 2018, essa rientrava a pieno titolo nel campo di applicazione della nuova disciplina introdotta dal Decreto Dignità. Di conseguenza, avrebbe dovuto essere giustificata da una delle causali previste dalla legge. L’assenza di tale causale rendeva la proroga illegittima.

La Corte ha inoltre specificato che un’interpretazione diversa avrebbe costituito un “mero artificio finalizzato ad aggirare il nuovo disposto legislativo”, permettendo alle parti di eludere le nuove norme più restrittive semplicemente anticipando la firma dell’accordo.

Le Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio fondamentale per datori di lavoro e dipendenti. La disciplina applicabile a una proroga contratto a termine è quella in vigore alla data di decorrenza effettiva della proroga stessa, non alla data in cui l’accordo viene firmato. Questo significa che le aziende devono prestare la massima attenzione al quadro normativo vigente nel momento in cui la proroga inizia a produrre i suoi effetti per evitare il rischio di conversione del contratto in un rapporto a tempo indeterminato. La decisione rafforza la finalità delle norme introdotte dal Decreto Dignità, volte a limitare l’abuso dei contratti a termine.

Per una proroga di un contratto a termine, quale legge si applica se questa cambia tra la data della firma e la data di inizio della proroga stessa?
Si applica la legge in vigore alla data in cui la proroga inizia a produrre i suoi effetti giuridici (data di decorrenza), e non la legge vigente al momento della firma dell’accordo.

Perché la Cassazione ha ritenuto illegittima la proroga nel caso esaminato?
La proroga è stata ritenuta illegittima perché, avendo efficacia dal 1° novembre 2018, era soggetta alle nuove norme del “Decreto Dignità” che richiedevano una specifica causale giustificativa. Tale causale non era stata indicata nell’accordo di proroga.

Qual è la conseguenza di una proroga illegittima di un contratto a termine?
La conseguenza principale di una proroga stipulata in violazione delle norme di legge è la conversione del contratto a tempo determinato in un contratto di lavoro a tempo indeterminato, a partire dalla data di inizio della proroga illegittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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