LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Pronta disponibilità e straordinario: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16147/2025, ha chiarito le regole per il calcolo del compenso per pronta disponibilità e straordinario. La Corte ha stabilito che le ore di assenza per ferie e malattia devono essere incluse nel computo dell’orario di lavoro ordinario. Di conseguenza, le ore di lavoro prestate in pronta disponibilità che eccedono tale soglia vanno retribuite come straordinario. La sentenza rigetta la tesi della società datrice di lavoro, secondo cui solo le ore di lavoro effettivamente prestate potevano essere considerate per determinare il superamento dell’orario normale, affermando la tutela dei diritti costituzionali al riposo e alla salute del lavoratore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Pronta Disponibilità e Straordinario: Ferie e Malattia Valgono Come Lavoro

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale nel diritto del lavoro: il calcolo del compenso per pronta disponibilità e straordinario e, in particolare, se le ore di assenza per ferie e malattia debbano essere conteggiate nell’orario di lavoro ordinario. La decisione chiarisce che tali assenze, essendo diritti tutelati, concorrono a formare il monte ore settimanale, con importanti conseguenze sulla retribuzione dei lavoratori.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla richiesta di un infermiere dipendente di una struttura ospedaliera privata, il quale chiedeva il pagamento come lavoro straordinario delle ore prestate in regime di pronta disponibilità. L’azienda sanitaria, invece, sosteneva che tali ore dovessero essere retribuite come straordinario solo se il dipendente avesse già lavorato per l’intero orario settimanale ordinario, escludendo dal calcolo i giorni di ferie o di malattia.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione al lavoratore, condannando la società al pagamento delle differenze retributive. La Corte d’Appello, in particolare, aveva confermato che l’orario normale di lavoro dovesse intendersi comprensivo anche delle ore di assenza per ferie e malattia. Contro questa decisione, l’azienda ha proposto ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica: Pronta Disponibilità e Straordinario

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione dell’articolo 60 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Sanità Privata e della normativa generale sull’orario di lavoro (D.Lgs. 66/2003). La tesi della società ricorrente era semplice: il lavoro straordinario remunera la particolare gravosità di una prestazione resa oltre l’orario normale effettivamente lavorato. Di conseguenza, se un dipendente è assente per ferie o malattia, non matura un debito orario e le ore di pronta disponibilità dovrebbero essere compensate come lavoro ordinario fino al raggiungimento del monte ore settimanale.

Il lavoratore, al contrario, sosteneva che le ferie e la malattia sono cause di sospensione legittima della prestazione lavorativa, che non diminuiscono il debito orario settimanale. Pertanto, qualsiasi prestazione aggiuntiva, come quella resa in pronta disponibilità, deve essere considerata eccedente l’orario normale e retribuita come straordinario.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando l’interpretazione dei giudici di merito. Le motivazioni della decisione si fondano su un’analisi sistematica delle norme di legge e contrattuali.

1. Nozione di Orario di Lavoro: La Corte ha chiarito che le nozioni legali di orario normale e straordinario fanno riferimento a un dato numerico (le 40 ore settimanali previste dall’art. 3 del D.Lgs. 66/2003). Questo “debito orario” si considera adempiuto non solo con la prestazione effettiva, ma anche in presenza di cause legittime di sospensione, come ferie e malattia.

2. Tutela dei Diritti Costituzionali: Equiparare le assenze per ferie e malattia a un inadempimento, non idoneo a estinguere l’obbligo lavorativo, vanificherebbe le finalità di tutela del diritto al riposo e alla salute, diritti con un forte rilievo costituzionale. La Corte utilizza il concetto di fictio iuris, secondo cui la legge, per proteggere tali diritti, considera le assenze come se fossero ore lavorate ai fini del completamento dell’orario ordinario.

3. Distinzione Normativa: I giudici hanno sottolineato una distinzione fondamentale all’interno del D.Lgs. 66/2003. L’articolo 6 della legge esclude i periodi di ferie e malattia solo “ai fini del computo della media” della durata massima settimanale di 48 ore (prevista dall’art. 4), ma non ai fini del calcolo dell’orario normale di 40 ore (previsto dall’art. 3). Questa esclusione serve a calcolare correttamente il superamento del tetto massimo sulla base delle ore effettivamente prestate, ma non incide sulla determinazione di quando scatti il lavoro straordinario rispetto all’orario normale.

In sostanza, secondo la Cassazione, l’interpretazione della società avrebbe l’effetto di estendere l’orario normale di lavoro oltre i limiti di legge, comprimendo lo spazio del lavoro straordinario e mortificando i diritti fondamentali del lavoratore.

Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione stabilisce un principio di diritto di grande importanza pratica. Le ore di assenza per ferie e malattia concorrono a tutti gli effetti al raggiungimento del monte ore settimanale ordinario. Di conseguenza, ogni ora di lavoro prestata in aggiunta durante i turni di pronta disponibilità deve essere retribuita con la maggiorazione prevista per il lavoro straordinario. La sentenza rafforza la tutela del benessere psicofisico dei lavoratori, impedendo che l’esercizio di diritti fondamentali come le ferie e il congedo per malattia si trasformi in un pregiudizio economico.

Le ore di assenza per ferie o malattia contano nel calcolo dell’orario di lavoro normale ai fini dello straordinario?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che le assenze legittime per ferie e malattia concorrono a comporre l’orario di lavoro normale. Pertanto, devono essere considerate come ore lavorate ai fini del calcolo del superamento di tale orario, che dà diritto alla retribuzione per lavoro straordinario.

Come viene compensato il servizio di pronta disponibilità in caso di chiamata effettiva?
Secondo il contratto collettivo di riferimento e l’interpretazione della Corte, l’attività effettivamente prestata a seguito di una chiamata durante la pronta disponibilità deve essere computata come lavoro straordinario (o supplementare) se supera l’orario di lavoro normale, comprensivo delle ore di assenza per ferie o malattia.

Un datore di lavoro può considerare le ore di pronta disponibilità come lavoro ordinario se il dipendente è stato assente per ferie durante la settimana?
No. La Corte ha chiarito che non è corretto il criterio secondo cui le ore di pronta disponibilità vengono compensate come lavoro ordinario fino al raggiungimento dell’orario settimanale, qualora il dipendente sia stato assente per ferie o malattia. Tali assenze non creano un “debito orario” da colmare, ma soddisfano l’obbligo lavorativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati