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Progressione stipendiale: la Cassazione fa chiarezza

Una dipendente pubblica contesta il calcolo per la progressione stipendiale. I giudici di merito ritengono che il passaggio di fascia avvenga al compimento dell’anno indicato e non allo scadere dei mesi esatti. Data la rilevanza della questione, la Cassazione rinvia la causa a pubblica udienza per una decisione nomofilattica.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Progressione Stipendiale: La Cassazione Chiamata a Decidere sul Calcolo dell’Anzianità

L’interpretazione delle norme contrattuali nel pubblico impiego è spesso fonte di contenzioso, specialmente quando riguarda aspetti economici come la progressione stipendiale. Con un’ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha recentemente messo in luce un’importante questione interpretativa relativa al CCNL del comparto Scuola, decidendo di rinviare la causa a una pubblica udienza per la sua rilevanza nomofilattica. Vediamo nel dettaglio il caso e le implicazioni di questa decisione.

Il Caso: Il Contenzioso sul Passaggio di Fascia Retributiva

Una dipendente del settore scolastico si è rivolta al tribunale per ottenere il pagamento di differenze retributive derivanti, a suo dire, da un errato calcolo della sua anzianità di servizio ai fini della progressione di carriera. Inizialmente, aveva ottenuto un decreto ingiuntivo a suo favore.

Il Ministero dell’Istruzione si è opposto a tale decreto. Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione al Ministero, revocando il decreto e rideterminando l’importo dovuto alla lavoratrice in una somma molto inferiore. Il cuore del disaccordo risiedeva nel calcolo del momento esatto in cui scatta il passaggio alla fascia stipendiale successiva.

La Questione Giuridica e la progressione stipendiale

La controversia verte sull’interpretazione dell’articolo 79 del CCNL Scuola del 29.11.2007. La norma stabilisce che il passaggio da una posizione stipendiale all’altra avviene “al termine dei periodi previsti”. Ma cosa significa esattamente questa espressione?

Le Due Interpretazioni a Confronto

1. Interpretazione dei Giudici di Merito: Secondo i giudici del Tribunale e della Corte d’Appello, il passaggio di fascia avviene al compimento dell’anno indicato nella fascia stessa. Ad esempio, per la prima fascia (0-2 anni), il passaggio non avverrebbe dopo 24 mesi esatti, ma dopo due anni, 11 mesi e 29 giorni. In pratica, alla fine dell’ultimo mese del periodo nominale.
2. Interpretazione della Ricorrente: La dipendente sostiene invece che il passaggio debba avvenire il giorno successivo al completamento del periodo di servizio effettivo. Per la fascia 0-2, questo significherebbe passare alla fascia successiva dopo aver maturato esattamente 24 mesi di servizio.

Questa differenza interpretativa ha un impatto economico significativo sullo stipendio dei dipendenti e sulla spesa pubblica.

L’Ordinanza della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza interlocutoria, non ha ancora deciso chi ha ragione. Ha però riconosciuto che la questione è di fondamentale importanza e che non esistono precedenti giurisprudenziali in grado di risolverla in modo definitivo. L’incertezza interpretativa generata dalla formulazione letterale della norma richiede un intervento chiarificatore per garantire un’applicazione uniforme del diritto in tutta Italia.

Per questo motivo, la Corte ha ritenuto opportuno non decidere il caso nella consueta camera di consiglio, ma rinviarlo a una pubblica udienza, dove la questione potrà essere discussa in modo più approfondito prima di arrivare a una sentenza di principio.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla constatazione di un vuoto interpretativo su una norma che incide sui diritti economici di una vasta platea di lavoratori del settore pubblico. La locuzione “al termine dei periodi previsti” è ambigua e si presta a letture divergenti, come dimostrato dal presente contenzioso. L’assenza di precedenti specifici della stessa Corte di Cassazione rende necessario un pronunciamento solenne, capace di fungere da guida per i futuri casi simili, assicurando così la funzione nomofilattica dell’organo di vertice della giurisdizione.

Le conclusioni

La decisione di rinviare la causa a pubblica udienza sospende il giudizio sul caso specifico, ma apre la strada a una risoluzione definitiva di una questione di ampia portata. La futura sentenza della Corte di Cassazione stabilirà un principio di diritto vincolante sul calcolo della progressione stipendiale nel comparto Scuola, con possibili ripercussioni anche su altri settori del pubblico impiego con normative contrattuali simili. Per i lavoratori e le amministrazioni, si tratta di un momento cruciale che farà finalmente chiarezza su come calcolare l’anzianità per i passaggi di fascia retributiva.

Qual è il problema principale discusso nell’ordinanza?
Il problema centrale è l’interpretazione della clausola contrattuale “al termine dei periodi previsti” per determinare il momento esatto del passaggio di un dipendente pubblico alla fascia stipendiale successiva.

Come hanno interpretato la norma i giudici di primo e secondo grado?
Hanno stabilito che il passaggio di fascia avviene al compimento dell’anno nominale indicato nella fascia (es. per la fascia 0-2 anni, dopo 2 anni, 11 mesi e 29 giorni) e non allo scadere esatto del periodo di servizio (es. 24 mesi).

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte non ha deciso nel merito, ma ha riconosciuto la grande importanza e l’incertezza della questione. Pertanto, ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione che avrà valore di principio e garantirà un’interpretazione uniforme della legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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