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Progressione economica PA: esclusi i dipendenti in ruolo speciale

Un dipendente pubblico, proveniente da un’altra amministrazione e collocato in un ruolo speciale ad esaurimento presso un Ministero, ha richiesto di partecipare a una procedura di progressione economica PA. La Corte di Cassazione ha stabilito che, non essendo mai stato inserito organicamente nella struttura ministeriale, non possedeva i requisiti per accedere alla selezione, ribaltando le decisioni dei gradi precedenti.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Progressione Economica PA: Esclusi i Dipendenti in Ruoli Speciali ad Esaurimento

L’accesso alla progressione economica PA è un tema cruciale per i dipendenti pubblici, poiché rappresenta il principale strumento di crescita professionale e salariale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un’importante chiarificazione sui requisiti di partecipazione a tali procedure, stabilendo che l’inquadramento formale in un ruolo ministeriale non è sufficiente se non corrisponde a un inserimento organico e funzionale nella struttura dell’amministrazione. Analizziamo insieme questa decisione fondamentale.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un dipendente pubblico, originariamente in servizio presso l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, successivamente distaccato presso un ente e infine ricollocato presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). Qui, il lavoratore è stato inquadrato prima in un ruolo temporaneo ad esaurimento, poi in un ruolo speciale e, infine, nel ruolo unico del personale istituito nel 2009.

Nel 2010, il dipendente ha presentato domanda per partecipare a una procedura selettiva per la progressione economica, ritenendo di possedere i requisiti richiesti dal bando: essere dipendente del MEF e avere maturato una specifica anzianità di servizio. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello gli hanno dato ragione, riconoscendogli il diritto a partecipare alla selezione.

Progressione Economica PA: La Tesi del Ministero

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo un’interpretazione più restrittiva della normativa. Secondo il Ministero, il personale proveniente dall’ex Ente Tabacchi Italiani (ETI), pur essendo formalmente inserito nel ruolo unico del MEF, era stato collocato in una sezione speciale e separata.

Questo inquadramento, secondo la difesa ministeriale, aveva una natura puramente provvisoria e gestionale, finalizzata unicamente alla gestione contabile e amministrativa in attesa di una ricollocazione definitiva presso altre amministrazioni pubbliche. Di conseguenza, tale personale non poteva considerarsi parte integrante dell’organizzazione del MEF e, pertanto, era escluso dalle procedure di progressione di carriera interne.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Ministero, ribaltando completamente l’esito dei precedenti gradi di giudizio. Gli Ermellini hanno stabilito che, per accedere alla progressione economica PA, non è sufficiente la mera appartenenza formale a un ruolo, ma è necessario un inserimento effettivo e organico nella struttura organizzativa dell’ente.

La Corte ha osservato che il quadro normativo di riferimento, incluso il DPCM richiamato dal bando di selezione, andava interpretato nel senso di ammettere solo il personale pienamente integrato. Il personale proveniente dall’ETI, collocato in una ‘sezione ad esso dedicata’ del ruolo unico, non aveva mai prestato servizio presso le strutture del MEF, mantenendo con esso un vincolo limitato alla sola gestione amministrativa in vista della ricollocazione finale (avvenuta poi presso il Ministero della Giustizia).

In sostanza, la Cassazione ha ritenuto che la posizione di questi dipendenti fosse assimilabile a quella di personale ‘in transito’, non facente parte dell’organigramma funzionale del Ministero. Pertanto, è stata legittimamente esclusa la loro partecipazione alla procedura selettiva, che era riservata a chi contribuiva organicamente al funzionamento dell’amministrazione.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Suprema Corte ha tracciato una linea netta: l’appartenenza a un ruolo ‘speciale’ o ‘ad esaurimento’, creato per gestire transizioni di personale tra diverse amministrazioni, non conferisce il diritto di partecipare alle procedure di progressione economica interne all’ente ospitante. Ciò che conta è l’integrazione sostanziale e non solo formale. La decisione ha portato al rigetto definitivo della domanda del lavoratore, con compensazione delle spese legali a causa di precedenti orientamenti giurisprudenziali non uniformi sulla materia.

Un dipendente in un ruolo speciale ad esaurimento può partecipare alla progressione economica dell’ente?
No, secondo questa ordinanza, se il ruolo speciale è stato creato come misura temporanea per gestire una transizione di personale e il dipendente non è mai stato inserito organicamente nella struttura organizzativa dell’ente, è escluso dalla partecipazione.

L’inquadramento formale in un ruolo ministeriale è sufficiente per accedere alle selezioni interne?
Non necessariamente. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’inquadramento formale deve essere accompagnato da un inserimento effettivo e funzionale nell’organizzazione dell’amministrazione. Un vincolo limitato alla sola gestione contabile e amministrativa non è sufficiente.

Perché la Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito?
Perché ha adottato un’interpretazione più rigorosa del quadro normativo e del bando di selezione, ritenendo che la procedura fosse riservata esclusivamente al personale che apparteneva organicamente al Ministero, escludendo quindi coloro che erano inseriti in una sezione speciale e provvisoria in attesa di ricollocazione definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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