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Procedura Civile

Responsabilità commercialista: condanna per errata IVA

Un imprenditore ha citato in giudizio il proprio consulente fiscale per un’errata gestione dell’IVA su un’operazione immobiliare, che ha portato a un oneroso avviso di accertamento. Il Tribunale ha accertato la responsabilità del commercialista, condannandolo al risarcimento del danno. La sentenza evidenzia come il professionista, pienamente coinvolto nell’operazione, avesse l’onere di agire con diligenza, anche procurandosi autonomamente la documentazione necessaria, e come la sua negligenza nella gestione del regime “reverse charge” sia stata la causa diretta del pregiudizio economico subito dal cliente.

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Occupazione sine titulo: quando il contratto non basta

Il Tribunale di Venezia ha dichiarato l’occupazione sine titulo di alcuni immobili di proprietà demaniale da parte di un privato. La decisione si fonda su due punti chiave: la cessione del contratto di locazione commerciale, avvenuta tramite cessione di ramo d’azienda, è stata ritenuta inopponibile all’ente proprietario a causa di un divieto di cessione nel contratto originale; il contratto di locazione abitativo è stato dichiarato nullo per mancata registrazione. Di conseguenza, il Tribunale ha ordinato il rilascio immediato degli immobili.

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Contratti retroattivi sanità: sì alla validità

Un laboratorio di analisi ha citato in giudizio un’Azienda Sanitaria Locale per il mancato pagamento di prestazioni fornite, a causa di uno sconto ritenuto illegittimo. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda per mancanza di prova dell’accreditamento e di contratti per gli anni in questione. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo la piena validità dei contratti retroattivi sanità, precisando che il diritto al compenso deriva dalla legge (in presenza di autorizzazione e accreditamento) e che gli accordi possono regolarizzare prestazioni già effettuate. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Ricorso inammissibile: le ragioni della Cassazione

Un laboratorio analisi ha citato in giudizio un’azienda sanitaria per il mancato pagamento di prestazioni. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta basandosi su due motivi distinti: l’assenza di prova dell’accreditamento e la mancanza di un contratto valido al momento delle prestazioni. Il laboratorio ha impugnato la decisione in Cassazione, contestando solo il motivo relativo al contratto. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, poiché non sono state contestate tutte le ragioni autonome e sufficienti a sorreggere la decisione del giudice di secondo grado.

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Revocazione ordinanza Cassazione: i limiti del rimedio

Un proprietario terriero ha richiesto la revocazione di un’ordinanza della Cassazione, sostenendo un errore di fatto riguardo alla responsabilità di alcuni consorzi di bonifica. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che la revocazione non può essere usata per ridiscutere la valutazione giuridica del giudice, ma solo per correggere sviste percettive su fatti documentali. La Corte ha però accolto la richiesta di correzione di un errore materiale relativo al contributo unificato.

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Decreto di espulsione: oneri di allegazione specifici

Un cittadino straniero ha impugnato un decreto di espulsione, lamentando la mancata indagine sulla sua vulnerabilità e l’assenza di un nulla-osta giudiziario per un procedimento penale pendente. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che un decreto di espulsione è legittimo se le allegazioni del ricorrente sui rischi nel paese d’origine sono generiche. L’assenza del nulla-osta è irrilevante per il ricorrente, poiché la norma tutela l’ordinamento giudiziario e non l’individuo espulso.

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Consecuzione delle procedure: credito non prededucibile

Una società fornitrice ha richiesto la prededuzione per un credito sorto durante un concordato preventivo di un’altra azienda, poi fallita. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del Tribunale. La Corte ha stabilito che non vi era consecuzione delle procedure, poiché il fallimento era stato causato da una nuova e distinta situazione di insolvenza, e non da un semplice aggravamento della precedente. Di conseguenza, il credito del fornitore, seppur strategico, è stato correttamente ammesso al passivo come chirografario e non in prededuzione.

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Mutatio libelli: tardiva la modifica della domanda

Il caso analizza una richiesta di risarcimento danni per il tranciamento di un cavo elettrico durante lavori di sondaggio. La Corte d’Appello ha ritenuto inammissibile la modifica della causa giuridica della domanda (da responsabilità generica a responsabilità per attività pericolose), qualificandola come una tardiva mutatio libelli. Il procedimento dinanzi alla Corte di Cassazione si è concluso con l’estinzione del giudizio a seguito della rinuncia al ricorso da parte delle società ricorrenti, accettata dalle controparti.

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Distrazione delle spese: errore materiale e correzione

Un gruppo di ricorrenti si è opposto a un’azienda ospedaliera in Cassazione. La Corte, in una precedente ordinanza, aveva condannato i ricorrenti al pagamento delle spese legali ma aveva omesso di pronunciarsi sulla richiesta di distrazione delle spese a favore del legale dell’azienda. Con un nuovo provvedimento, la Corte ha riconosciuto l’omissione come un errore materiale e ha corretto la precedente ordinanza, disponendo che le spese vengano pagate direttamente al difensore antistatario, come richiesto.

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Prescrizione contributi INPS: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imprenditore contro l’Ente Previdenziale, confermando la distinzione tra sanzioni amministrative e recupero crediti contributivi. La sentenza chiarisce che il termine di 90 giorni previsto dalla L. 689/81 non si applica alla riscossione dei contributi omessi. Viene inoltre sottolineato che la valutazione degli atti che interrompono la prescrizione contributi INPS è una questione di merito, non riesaminabile in sede di legittimità.

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Nuova costruzione e distanze legali: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che qualsiasi intervento di demolizione e ricostruzione che comporti un aumento di volume o una modifica della sagoma e della posizione dell’edificio deve essere qualificato come “nuova costruzione”. Di conseguenza, tale intervento deve rispettare le distanze legali minime previste dalla normativa nazionale, senza che i regolamenti edilizi locali possano introdurre deroghe più favorevoli. Il caso riguardava una controversia tra proprietari confinanti in cui un edificio era stato ricostruito violando le distanze dal confine. La Suprema Corte ha cassato la sentenza d’appello che aveva erroneamente applicato una norma locale per interventi di restauro, ribadendo la prevalenza della nozione civilistica di nuova costruzione.

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Sentenza Giudice di Pace: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un Comune contro una sentenza del giudice di pace. La sentenza, riguardante una bolletta dell’acqua di €594, era stata emessa secondo equità dato il valore esiguo. Per questo tipo di sentenza del giudice di pace, l’unico rimedio è l’appello a motivi limitati, non il ricorso diretto in Cassazione.

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Litisconsorzio Necessario: Danni e Opere in Condominio

In un caso di allagamenti da un impianto fognario condiviso tra due condomini, la Corte di Cassazione chiarisce la distinzione tra le azioni legali. La richiesta di opere di manutenzione impone un litisconsorzio necessario tra tutti i proprietari coinvolti, richiedendo la loro presenza in giudizio. Al contrario, per il risarcimento dei danni, sussiste solo un litisconsorzio facoltativo, poiché la responsabilità è solidale e il danneggiato può agire contro anche uno solo dei responsabili. La Corte d’Appello aveva errato nell’annullare l’intera sentenza di primo grado, dovendo invece separare le due domande e decidere autonomamente quella risarcitoria.

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Notifica verbale codice della strada: PEC o posta?

Un cittadino contesta un verbale del codice della strada, sostenendo che la notifica dovesse avvenire tramite PEC e non per posta. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che, per le violazioni commesse prima della riforma del 2017, la normativa speciale del Codice della Strada che prevedeva la notifica postale prevaleva sulle norme generali del Codice dell’Amministrazione Digitale. Pertanto, la notifica verbale codice della strada effettuata a mezzo posta era da considerarsi valida.

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Prova testimoniale: quando il giudice può escluderla?

Una società di scavi si è vista negare il pagamento per lavori di subappalto. La Corte d’Appello aveva respinto la sua richiesta, giudicando la prova testimoniale offerta come troppo generica. La Corte di Cassazione ha ribaltato questa decisione, affermando che un giudice non può escludere una testimonianza a priori basandosi su una valutazione prognostica. Se i fatti essenziali sono indicati, la prova è ammissibile e il giudice ha il dovere di approfondire con domande specifiche. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Eccezioni inammissibili: la Cassazione fa chiarezza

Due garanti hanno presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza che confermava il loro debito fideiussorio. Hanno sollevato questioni relative alla tutela del consumatore e contestazioni generiche sugli estratti conto. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che le eccezioni inammissibili erano state sollevate per la prima volta in Cassazione (questioni nuove) o erano formulate in modo troppo generico e prive di prove specifiche, confermando così le decisioni dei gradi precedenti.

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Prescrizione contributi: email valida a interromperla

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili due ricorsi incrociati tra un ente religioso e l’istituto previdenziale sul tema della prescrizione contributi. La Corte ha stabilito che la valutazione sull’idoneità di un’email a interrompere la prescrizione è un giudizio di fatto insindacabile in sede di legittimità. Inoltre, ha precisato che la sospensione dei termini di prescrizione per i contributi ex INPDAP si applica solo se il datore di lavoro è una pubblica amministrazione, status non dimostrato nel caso di specie.

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Giudicato esterno: quando una sentenza vale per sempre

La Cassazione ha confermato che il principio del giudicato esterno impedisce a un’amministrazione comunale di richiedere il pagamento del canone per l’occupazione di suolo pubblico (COSAP) se una sentenza precedente, tra le stesse parti e sullo stesso fatto, ha già negato tale diritto. La decisione sottolinea che, in rapporti di durata, una sentenza passata in giudicato ha effetto anche per il futuro, salvo cambiamenti normativi o fattuali.

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Opposizione a decreto ingiuntivo: sorte della domanda

Una società conduttrice si oppone a un decreto ingiuntivo per canoni e penali. L’opposizione viene dichiarata inammissibile per tardività. La Corte di Cassazione, intervenendo sul caso, chiarisce un principio fondamentale: l’inammissibilità dell’opposizione non impedisce al giudice di esaminare la domanda riconvenzionale autonoma, come quella per la risoluzione del contratto o il risarcimento del danno. La sentenza sottolinea la distinzione tra difese semplici e vere e proprie contro-domande.

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Spese legali: la Cassazione sulla riforma parziale

Una carrozzeria agisce in giudizio contro una compagnia assicurativa per il pagamento di crediti ceduti. Dopo una vittoria parziale in appello, la Corte di Cassazione interviene per chiarire un principio fondamentale sulle spese legali. Con l’ordinanza n. 18672/2025, la Corte stabilisce che la riforma parziale di una sentenza di primo grado comporta la caducazione automatica della statuizione sulle spese, obbligando il giudice d’appello a ricalcolarle in base all’esito finale della lite. Nel caso specifico, data la soccombenza reciproca, le spese sono state compensate per tutti i gradi di giudizio.

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