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Procedura Civile

Risarcimento specializzandi: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici che chiedevano il risarcimento per la mancata remunerazione durante la scuola di specializzazione frequentata prima del 1991. Il diritto al risarcimento specializzandi è stato negato a coloro la cui specializzazione non era esplicitamente prevista dalle direttive comunitarie e per i quali non era stata provata un’effettiva equipollenza. È stata inoltre respinta la richiesta di una quantificazione del danno basata su normative più recenti e favorevoli.

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Credito prededucibile: no al compenso del fallito

Un professionista ha richiesto l’ammissione del proprio compenso come credito prededucibile nel fallimento di una società per un’attività svolta dopo la dichiarazione di fallimento. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che un credito prededucibile deve essere legato all’attività degli organi della procedura e non a quella del soggetto fallito. Il compenso del professionista ingaggiato dal fallito non può quindi gravare sulla massa dei creditori con priorità.

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Deposito telematico rifiutato: oneri e conseguenze

La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un processo d’appello a causa della tardiva riassunzione. Dopo l’interruzione del giudizio per il decesso di una parte, il ricorrente aveva tentato un deposito telematico dell’atto di riassunzione, ma il sistema lo aveva rifiutato. La parte, tuttavia, è rimasta inerte per quasi tre anni prima di agire nuovamente. La Corte ha stabilito che, in caso di deposito telematico rifiutato, la parte ha l’onere di attivarsi immediatamente per rimediare, altrimenti il tentativo di deposito si considera come mai avvenuto, con conseguente estinzione del processo per superamento dei termini.

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Notifica inesistente: quando non giustifica l'appello

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso di un avvocato che aveva proposto un appello tardivo sostenendo la notifica inesistente dell’atto di citazione di primo grado. La Corte ha chiarito la distinzione tra nullità e inesistenza della notificazione, affermando che solo la totale assenza di collegamento tra l’atto e il destinatario configura l’inesistenza. In caso di vizi meno gravi, si parla di nullità e spetta alla parte che si dichiara ‘contumace involontaria’ fornire la prova rigorosa del vizio e della mancata conoscenza del processo, prova che nel caso di specie non è stata raggiunta.

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Azione revocatoria preliminare: quando si valuta?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17480/2025, si è pronunciata su un caso di azione revocatoria preliminare. Ha ribadito il principio secondo cui, in caso di vendita immobiliare preceduta da un contratto preliminare, il danno per il creditore (eventus damni) va valutato al momento del contratto definitivo. Invece, lo stato soggettivo del terzo acquirente (scientia damni) va accertato con riferimento alla data di stipula del preliminare. La Corte ha inoltre precisato che, nel caso di contratto per persona da nominare, il “terzo” rilevante ai fini della valutazione è la persona nominata, e la sua consapevolezza va verificata al momento dell’accettazione della nomina, applicando le regole sulla rappresentanza.

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Soccombenza reciproca: chi paga le spese legali?

Un datore di lavoro, pur vincendo parzialmente in appello, ricorre in Cassazione per la condanna alle spese legali. La Corte rigetta il ricorso, affermando che la soccombenza reciproca va valutata sull’esito complessivo della lite e non sul singolo grado di giudizio. La discrezionalità del giudice di merito nella compensazione delle spese è insindacabile se correttamente motivata.

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Vittima del dovere: prescrizione e benefici

Un servitore dello Stato, ferito durante un’operazione, ha richiesto il riconoscimento dello status di ‘vittima del dovere’ e i relativi benefici. La Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale: mentre lo status di ‘vittima del dovere’ è imprescrittibile, il diritto ai benefici economici, come la speciale elargizione, si prescrive in dieci anni. Tale termine decorre dal momento in cui la legge ha previsto il beneficio, non dalla data di formale riconoscimento dello status. Di conseguenza, sono stati respinti sia il ricorso del cittadino sulla prescrizione dei benefici, sia quello dell’Amministrazione che sosteneva la prescrittibilità dello status stesso.

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Conversione contratto di collaborazione: fine contesa

Una società ricorre in Cassazione contro la decisione della Corte d’Appello che aveva disposto la conversione di un contratto di collaborazione in rapporto di lavoro subordinato, a causa della mancanza di uno specifico progetto. Tra i motivi di ricorso, l’azienda contestava la decorrenza del rapporto da una data anteriore alla sua stessa costituzione. La Suprema Corte, tuttavia, non ha deciso nel merito, dichiarando cessata la materia del contendere in seguito a un accordo transattivo raggiunto tra le parti e alla conseguente rinuncia al ricorso.

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Onere della prova furto: quando basta la denuncia?

Un’ordinanza della Cassazione stabilisce un principio chiave sull’onere della prova furto in ambito assicurativo. Se la compagnia non contesta esplicitamente e tempestivamente il sinistro, l’assicurato non è tenuto a fornire prove aggiuntive oltre alla denuncia. Il caso riguardava un utilizzatore di beni in leasing che, a seguito di un furto, si è visto negare l’indennizzo dalla Corte d’Appello per mancata prova. La Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che l’inerzia o la contestazione tardiva dell’assicuratore non possono aggravare la posizione dell’assicurato.

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Danno da ritardo: colpa del locatore e riduzione

La Corte di Cassazione ha confermato la riduzione del risarcimento dovuto a un locatore per la tardiva riconsegna di un immobile commerciale. La decisione si fonda sul principio del concorso di colpa del locatore, il quale non ha agito con la dovuta diligenza per recuperare la disponibilità del bene, limitando così il danno risarcibile a una sola mensilità nonostante un’occupazione di tre anni. La Corte ha inoltre rigettato le censure sulla ripartizione delle spese di ripristino e sulla compensazione delle spese legali.

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Cessione contenzioso bancario: la guida completa

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti della successione di un istituto di credito nei debiti di una banca acquisita. L’analisi si concentra sulla cessione del contenzioso bancario, stabilendo che le controversie relative a rapporti bancari già estinti al momento della cessione non vengono trasferite all’acquirente. La Corte ha interpretato il contratto di cessione, evidenziando che per il subentro non è sufficiente la sola pendenza della lite, ma è necessario che il rapporto sottostante sia ancora ‘inerente e funzionale’ all’attività della banca cessionaria. Di conseguenza, tali passività rientrano nel ‘contenzioso escluso’, e l’istituto acquirente non ha legittimazione passiva.

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Compensazione crediti: l'errore sulla differenza

Una società di costruzioni ottiene un decreto ingiuntivo per un credito. La società debitrice si oppone, vantando un controcredito per danni superiore. La Corte d’Appello riduce il controcredito a un importo inferiore a quello ingiunto, ma omette di condannare la debitrice al pagamento della differenza residua. La Cassazione interviene, cassa la sentenza e chiarisce i meccanismi della compensazione crediti, stabilendo che il giudice deve sempre liquidare l’eccedenza a favore di chi vanta il credito maggiore dopo la compensazione.

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Azione revocatoria: inammissibile il ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un debitore contro una sentenza che aveva accolto un’azione revocatoria. La vendita di immobili a familiari è stata ritenuta inefficace nei confronti della società creditrice. La Corte ha respinto i motivi del ricorso basati su vizi procedurali, quali la tardività delle eccezioni sulla cessione del credito e la mancanza di autosufficienza dei motivi di impugnazione, confermando le decisioni dei gradi precedenti.

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Azione revocatoria: ipoteca non esclude pregiudizio

Un creditore ha esercitato un’azione revocatoria contro la vendita di immobili effettuata dal suo debitore. Il debitore sosteneva che la vendita non causasse pregiudizio, poiché gli immobili erano già ipotecati. La Corte di Cassazione ha respinto questa tesi, affermando che l’esistenza di un’ipoteca non annulla l'”eventus damni” (il pregiudizio). La valutazione deve considerare la possibilità futura che l’ipoteca venga estinta, rendendo l’azione revocatoria uno strumento valido per tutelare i diritti del creditore. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto.

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Responsabilità processuale: quando chiedere i danni?

La Cassazione chiarisce che i danni da lite temeraria rientrano nella responsabilità processuale aggravata (art. 96 c.p.c.) e vanno chiesti nello stesso giudizio. L’azione separata è inammissibile. La Corte si pronuncia anche sulla responsabilità del custode e sulla condanna alle spese per gli eredi con beneficio d’inventario.

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Valore probatorio preventivo: la Cassazione decide

Un’impresa edile danneggia una pavimentazione durante dei lavori. La parte lesa chiede il risarcimento basandosi su un preventivo di spesa. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’impresa, confermando che il valore probatorio preventivo non si basa solo sulla mancata contestazione, ma sulla sua intrinseca idoneità a dimostrare l’entità del danno. La Corte ha stabilito che un preventivo può essere considerato prova sufficiente per la liquidazione del danno, anche a fronte di una generica contestazione.

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Rinuncia al ricorso: niente doppio contributo unificato

Un imprenditore ricorre in Cassazione per una lite sul valore della sua quota societaria. Durante il giudizio, le parti si accordano e avviene la rinuncia al ricorso. La Corte di Cassazione dichiara estinto il procedimento e chiarisce che, in caso di rinuncia, non si applica la sanzione del doppio contributo unificato, prevista solo per rigetto o inammissibilità.

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Contratto autonomo di garanzia: No nullità ABI

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un garante che contestava la validità di alcune garanzie prestate per contratti di leasing. La Corte ha stabilito che il contratto autonomo di garanzia, a differenza della fideiussione omnibus, non è soggetto alla nullità derivante dagli schemi ABI anticoncorrenziali. Inoltre, ha confermato la validità della clausola con cui il garante rinuncia alla protezione dell’art. 1957 c.c. (termine semestrale per agire contro il debitore principale) e ha respinto la richiesta di applicazione delle norme sul leasing traslativo per mancata prova della risoluzione dei contratti e della restituzione dei beni.

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Cessione crediti in blocco: la prova in giudizio

La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla prova necessaria in un caso di cessione crediti in blocco e sull’azione revocatoria contro un fondo patrimoniale. Due coniugi avevano contestato la legittimazione di una società di gestione crediti, subentrata a una banca, a proseguire un’azione legale. La Corte ha stabilito che la produzione in giudizio del contratto di cessione, unita ad altri elementi indiziari come la dichiarazione del cedente, è sufficiente a provare l’avvenuto trasferimento del credito. Inoltre, ha confermato che l’azione revocatoria è esperibile anche a tutela di un credito non ancora liquido, se l’atto dispositivo riduce la garanzia patrimoniale del debitore. Il ricorso dei debitori è stato respinto.

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Ineleggibilità Amministratori: la Cassazione decide

Un deputato regionale è stato dichiarato decaduto a causa della sua carica di amministratore in un ente beneficiario di contributi regionali. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, chiarendo la distinzione fondamentale tra ineleggibilità e incompatibilità. Secondo i giudici, se la carica è preesistente alla competizione elettorale, si configura una causa di ineleggibilità, volta a proteggere la libertà di voto, e non una mera incompatibilità, che sorge dopo l’elezione per evitare conflitti di interesse. L’ordinanza sottolinea come questa distinzione temporale sia decisiva per determinare la sanzione, confermando la validità della più severa normativa regionale siciliana in materia.

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