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Procedura Civile

Licenziamento fine cantiere: quando è legittimo

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un licenziamento fine cantiere. Il caso riguardava un lavoratore edile licenziato dopo la conclusione dei lavori nel sito a cui era assegnato. La Corte ha stabilito che, se l’azienda dimostra l’impossibilità di ricollocare il dipendente in altre mansioni o cantieri al momento del recesso, il licenziamento è valido, anche se nuove opportunità lavorative si presentano mesi dopo.

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Patto commissorio: vendita come garanzia è nulla

Una società immobiliare ha citato in giudizio due coniugi per ottenere il rilascio di un immobile, sostenendo di esserne la legittima proprietaria. I coniugi si sono opposti, eccependo che la vendita era simulata e parte di un’operazione complessa finalizzata a eludere il divieto di patto commissorio. La Corte di Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di merito, rigettando il ricorso. Ha stabilito che anche una serie di contratti di compravendita, formalmente leciti, possono essere dichiarati nulli se il loro scopo reale è quello di garantire un prestito con il trasferimento della proprietà in caso di inadempimento, violando così l’art. 2744 c.c.

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Autorizzazione lavoro straordinario: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15984/2025, ha stabilito che l’autorizzazione preventiva per il lavoro straordinario nel pubblico impiego è un elemento costitutivo del diritto al compenso. Di conseguenza, il lavoratore deve provarne l’esistenza. La contestazione della sua assenza da parte della Pubblica Amministrazione in appello non è un’eccezione nuova inammissibile, ma una mera difesa. La Corte ha cassato la sentenza di merito che aveva ritenuto tardiva tale contestazione.

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Notifica perfezionata sabato: proroga al lunedì

Una società si opponeva a un decreto ingiuntivo, ma i tribunali di merito ritenevano l’atto tardivo. Il problema riguardava il calcolo dei termini, poiché la notifica si era perfezionata per compiuta giacenza di sabato. La Cassazione ha stabilito che quando una notifica perfezionata sabato conclude un termine, la scadenza viene prorogata di diritto al lunedì successivo. Di conseguenza, l’opposizione è stata ritenuta tempestiva e la sentenza annullata con rinvio.

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Riunione ricorsi: Cassazione unisce cause connesse

Con un’ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha disposto la riunione di due ricorsi proposti separatamente contro la medesima sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sull’applicazione dell’articolo 335 del codice di procedura civile, che impone il trattamento congiunto di tutte le impugnazioni relative allo stesso provvedimento per garantire l’uniformità della decisione ed evitare giudicati contrastanti. La Suprema Corte ha pertanto unito il nuovo ricorso a quello precedentemente iscritto, assicurando che entrambe le cause procedano come un unico giudizio.

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Responsabilità da custodia: incendio e onere prova

La Cassazione chiarisce che in caso di incendio, la responsabilità da custodia sorge anche se il bene ha solo propagato le fiamme, senza esserne l’origine. Il custode è responsabile se non prova il caso fortuito, e il rischio della causa ignota ricade su di lui.

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Credito prededucibile: status non trasferibile

La Corte di Cassazione ha stabilito che un credito prededucibile, sorto durante un’amministrazione giudiziaria (misura di prevenzione antimafia), non conserva tale privilegio in una successiva procedura di amministrazione straordinaria (procedura per insolvenza). La Corte ha chiarito che le due procedure non sono in continuità (‘consecutio’) poiché hanno finalità e presupposti diversi: la prima mira a liberare l’azienda da influenze criminali, la seconda a gestire una crisi d’impresa. Di conseguenza, lo status di credito prededucibile non si trasferisce automaticamente.

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Azione revocatoria: quando un atto è inefficace

Un creditore ha ottenuto la dichiarazione di inefficacia di una vendita immobiliare tramite un’azione revocatoria. Il debitore aveva venduto un immobile a un amico intimo per sottrarlo alla garanzia dei creditori. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, dichiarando il ricorso inammissibile perché mirava a una nuova valutazione dei fatti. La Corte ha ribadito che la consapevolezza del terzo acquirente del pregiudizio al creditore può essere provata anche tramite presunzioni, come il forte legame personale, un elemento chiave dell’azione revocatoria.

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Eredi testamentari polizza vita: chi sono i beneficiari?

In un caso riguardante la designazione dei beneficiari di una polizza vita come “eredi testamentari”, la Corte di Cassazione è chiamata a decidere se tale qualifica spetti anche ai soggetti designati nel testamento come legatari di beni specifici (le sorelle del defunto) o solo agli eredi universali (i figli). La Corte d’Appello aveva escluso le sorelle, ritenendole semplici legatarie. Data la rilevanza della questione per l’interpretazione uniforme della legge, la Suprema Corte ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione approfondita, senza ancora risolvere la disputa nel merito.

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Risarcimento specializzandi: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici che chiedevano il risarcimento per la mancata remunerazione durante la scuola di specializzazione frequentata prima del 1991. Il diritto al risarcimento specializzandi è stato negato a coloro la cui specializzazione non era esplicitamente prevista dalle direttive comunitarie e per i quali non era stata provata un’effettiva equipollenza. È stata inoltre respinta la richiesta di una quantificazione del danno basata su normative più recenti e favorevoli.

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Credito prededucibile: no al compenso del fallito

Un professionista ha richiesto l’ammissione del proprio compenso come credito prededucibile nel fallimento di una società per un’attività svolta dopo la dichiarazione di fallimento. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che un credito prededucibile deve essere legato all’attività degli organi della procedura e non a quella del soggetto fallito. Il compenso del professionista ingaggiato dal fallito non può quindi gravare sulla massa dei creditori con priorità.

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Deposito telematico rifiutato: oneri e conseguenze

La Corte di Cassazione ha dichiarato estinto un processo d’appello a causa della tardiva riassunzione. Dopo l’interruzione del giudizio per il decesso di una parte, il ricorrente aveva tentato un deposito telematico dell’atto di riassunzione, ma il sistema lo aveva rifiutato. La parte, tuttavia, è rimasta inerte per quasi tre anni prima di agire nuovamente. La Corte ha stabilito che, in caso di deposito telematico rifiutato, la parte ha l’onere di attivarsi immediatamente per rimediare, altrimenti il tentativo di deposito si considera come mai avvenuto, con conseguente estinzione del processo per superamento dei termini.

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Notifica inesistente: quando non giustifica l'appello

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso di un avvocato che aveva proposto un appello tardivo sostenendo la notifica inesistente dell’atto di citazione di primo grado. La Corte ha chiarito la distinzione tra nullità e inesistenza della notificazione, affermando che solo la totale assenza di collegamento tra l’atto e il destinatario configura l’inesistenza. In caso di vizi meno gravi, si parla di nullità e spetta alla parte che si dichiara ‘contumace involontaria’ fornire la prova rigorosa del vizio e della mancata conoscenza del processo, prova che nel caso di specie non è stata raggiunta.

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Azione revocatoria preliminare: quando si valuta?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17480/2025, si è pronunciata su un caso di azione revocatoria preliminare. Ha ribadito il principio secondo cui, in caso di vendita immobiliare preceduta da un contratto preliminare, il danno per il creditore (eventus damni) va valutato al momento del contratto definitivo. Invece, lo stato soggettivo del terzo acquirente (scientia damni) va accertato con riferimento alla data di stipula del preliminare. La Corte ha inoltre precisato che, nel caso di contratto per persona da nominare, il “terzo” rilevante ai fini della valutazione è la persona nominata, e la sua consapevolezza va verificata al momento dell’accettazione della nomina, applicando le regole sulla rappresentanza.

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Soccombenza reciproca: chi paga le spese legali?

Un datore di lavoro, pur vincendo parzialmente in appello, ricorre in Cassazione per la condanna alle spese legali. La Corte rigetta il ricorso, affermando che la soccombenza reciproca va valutata sull’esito complessivo della lite e non sul singolo grado di giudizio. La discrezionalità del giudice di merito nella compensazione delle spese è insindacabile se correttamente motivata.

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Vittima del dovere: prescrizione e benefici

Un servitore dello Stato, ferito durante un’operazione, ha richiesto il riconoscimento dello status di ‘vittima del dovere’ e i relativi benefici. La Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale: mentre lo status di ‘vittima del dovere’ è imprescrittibile, il diritto ai benefici economici, come la speciale elargizione, si prescrive in dieci anni. Tale termine decorre dal momento in cui la legge ha previsto il beneficio, non dalla data di formale riconoscimento dello status. Di conseguenza, sono stati respinti sia il ricorso del cittadino sulla prescrizione dei benefici, sia quello dell’Amministrazione che sosteneva la prescrittibilità dello status stesso.

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Conversione contratto di collaborazione: fine contesa

Una società ricorre in Cassazione contro la decisione della Corte d’Appello che aveva disposto la conversione di un contratto di collaborazione in rapporto di lavoro subordinato, a causa della mancanza di uno specifico progetto. Tra i motivi di ricorso, l’azienda contestava la decorrenza del rapporto da una data anteriore alla sua stessa costituzione. La Suprema Corte, tuttavia, non ha deciso nel merito, dichiarando cessata la materia del contendere in seguito a un accordo transattivo raggiunto tra le parti e alla conseguente rinuncia al ricorso.

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Onere della prova furto: quando basta la denuncia?

Un’ordinanza della Cassazione stabilisce un principio chiave sull’onere della prova furto in ambito assicurativo. Se la compagnia non contesta esplicitamente e tempestivamente il sinistro, l’assicurato non è tenuto a fornire prove aggiuntive oltre alla denuncia. Il caso riguardava un utilizzatore di beni in leasing che, a seguito di un furto, si è visto negare l’indennizzo dalla Corte d’Appello per mancata prova. La Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che l’inerzia o la contestazione tardiva dell’assicuratore non possono aggravare la posizione dell’assicurato.

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Danno da ritardo: colpa del locatore e riduzione

La Corte di Cassazione ha confermato la riduzione del risarcimento dovuto a un locatore per la tardiva riconsegna di un immobile commerciale. La decisione si fonda sul principio del concorso di colpa del locatore, il quale non ha agito con la dovuta diligenza per recuperare la disponibilità del bene, limitando così il danno risarcibile a una sola mensilità nonostante un’occupazione di tre anni. La Corte ha inoltre rigettato le censure sulla ripartizione delle spese di ripristino e sulla compensazione delle spese legali.

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Cessione contenzioso bancario: la guida completa

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti della successione di un istituto di credito nei debiti di una banca acquisita. L’analisi si concentra sulla cessione del contenzioso bancario, stabilendo che le controversie relative a rapporti bancari già estinti al momento della cessione non vengono trasferite all’acquirente. La Corte ha interpretato il contratto di cessione, evidenziando che per il subentro non è sufficiente la sola pendenza della lite, ma è necessario che il rapporto sottostante sia ancora ‘inerente e funzionale’ all’attività della banca cessionaria. Di conseguenza, tali passività rientrano nel ‘contenzioso escluso’, e l’istituto acquirente non ha legittimazione passiva.

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