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Procedura Civile

Distrazione delle spese: come correggere l'omissione

La Corte di Cassazione ha corretto una propria ordinanza per un errore materiale. Inizialmente, aveva condannato l’Amministrazione Finanziaria al pagamento delle spese legali a favore di una società, ma aveva omesso di disporre la distrazione delle spese in favore del legale della società, che si era dichiarato antistatario. Su ricorso, la Corte ha integrato il dispositivo, aggiungendo la clausola di distrazione delle spese, specificando che tale procedura di correzione non comporta la liquidazione di ulteriori spese processuali.

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Errore revocatorio: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di alcuni ex lavoratori contro la sentenza che, per un errore revocatorio, aveva accolto la richiesta di restituzione di somme indebitamente percepite. La Corte chiarisce che una sentenza emessa in un giudizio di revocazione non può essere a sua volta impugnata per un altro errore di fatto e che i vizi procedurali devono essere eccepiti nelle sedi e nei tempi corretti.

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Licenziamento per insubordinazione: quando è valido

Un lavoratore è stato licenziato per aver gravemente insultato e minacciato un superiore. La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento per insubordinazione, rigettando il ricorso del dipendente. La sentenza chiarisce che le dichiarazioni scritte di terzi sono ammissibili come prove atipiche e che i precedenti comportamenti del lavoratore, anche se risalenti nel tempo, possono essere considerati per valutare la gravità complessiva della condotta.

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Onere della prova: banca deve produrre tutti gli estratti

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un istituto di credito, confermando che l’onere della prova per dimostrare un credito in un contenzioso spetta interamente alla banca. Quest’ultima è tenuta a produrre tutti gli estratti conto fin dall’inizio del rapporto, senza poter pretendere un azzeramento del saldo iniziale. La mancata produzione documentale completa determina l’insufficienza probatoria e il rigetto della domanda di credito.

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Interruzione prescrizione contributi: la Cassazione decide

Un professionista si opponeva a una richiesta di pagamento di contributi previdenziali, sostenendo la prescrizione del debito. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che le comunicazioni inviate dalla cassa di previdenza erano idonee a determinare l’interruzione prescrizione contributi. La decisione sottolinea l’importanza della specificità degli atti interruttivi e il rigore formale richiesto nei ricorsi.

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Risarcimento danno voto: non basta la lesione del diritto

Un cittadino chiede il risarcimento del danno per non aver potuto votare a un referendum a causa di un ritardo del Comune nel reinserirlo nelle liste elettorali. La Cassazione ha negato il risarcimento danno voto, affermando che la semplice lesione del diritto non è sufficiente. È necessaria la prova di un danno-conseguenza concreto, che l’attore non ha fornito.

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Prescrizione medici specializzandi: Cassazione conferma

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16403/2025, ha confermato il proprio orientamento consolidato sulla prescrizione dei crediti dei medici specializzandi per la mancata remunerazione durante la specializzazione tra il 1983 e il 1991. Il termine di prescrizione decennale decorre dal 27 ottobre 1999. La Corte ha tuttavia accolto il motivo di ricorso relativo alla condanna alle spese, annullando la statuizione che obbligava i ricorrenti a pagare le spese legali a favore dell’amministrazione statale, rimasta contumace in appello.

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Vittime di mafia: l'estraneità è requisito essenziale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso degli eredi di una vittima di un omicidio di stampo mafioso, negando l’accesso al Fondo di solidarietà. La sentenza stabilisce che il requisito della totale estraneità della vittima agli ambienti criminali è una condizione originaria e imprescindibile per ottenere il beneficio. Secondo la Corte, l’onere di dimostrare tale estraneità ricade interamente sul richiedente. La decisione chiarisce che le modifiche legislative successive, che hanno esplicitato tale requisito, hanno una natura meramente ricognitiva e si applicano anche alle istanze non ancora definite da una sentenza passata in giudicato.

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Eccezione di inadempimento: canone non dovuto alla P.A.

Un ente locale emetteva un’ingiunzione di pagamento a due operatori di taxi acqueo per il canone di utilizzo dei pontili. Gli operatori si opponevano, sollevando l’eccezione di inadempimento per le gravi carenze di sicurezza dei pontili. La Corte d’Appello accoglieva la loro tesi, ritenendo legittimo il rifiuto di pagare il canone a fronte dell’inadempimento dell’ente. La Corte di Cassazione ha poi dichiarato l’estinzione del giudizio per rinuncia al ricorso da parte dell’ente stesso.

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Applicazione contratto collettivo: l'obbligo unico

Una società ha impugnato per revocazione una decisione della Cassazione, sostenendo la mancata valutazione di documenti a favore di un diverso contratto. La Corte ha dichiarato l’appello inammissibile, ribadendo il principio dell’unica applicazione contratto collettivo per tutti i dipendenti in caso di singola attività d’impresa, giudicando irrilevanti i documenti prodotti.

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Errore di fatto revocatorio: quando non si applica

Un’azienda di comunicazione ha tentato di revocare un’ordinanza della Cassazione, sostenendo un errore di fatto revocatorio. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che una diversa ricostruzione dei fatti non costituisce un errore ai sensi della legge, ma un motivo di gravame non proponibile in quella sede.

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Istanza di inibitoria: no a nuove prove preesistenti

La Corte di Appello di Roma ha respinto una seconda istanza di inibitoria per la sospensione di una sentenza di pagamento. La Corte ha chiarito che non si possono addurre come ‘nuove circostanze’ fatti che, sebbene non menzionati prima, erano già esistenti al momento della prima richiesta. La decisione sottolinea i rigidi requisiti per riproporre una richiesta di sospensione in appello.

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Sequestro conservativo: no senza diritto al mantenimento

In una complessa vicenda di separazione, un marito richiede in appello un sequestro conservativo sui beni della moglie per garantire un futuro assegno di mantenimento. La Corte d’Appello di Roma rigetta l’istanza, chiarendo che, se il Tribunale di primo grado ha già negato il diritto al mantenimento, viene a mancare il requisito del ‘fumus boni iuris’, indispensabile per concedere il sequestro conservativo.

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Querela di falso: firma falsa, notifica nulla

Un contribuente ha impugnato una cartella esattoriale milionaria sostenendo di non aver mai ricevuto gli avvisi di accertamento. Attraverso una querela di falso, ha dimostrato che le firme apposte sulle relate di notifica non erano le sue. La Corte di Cassazione ha confermato la nullità della notifica, stabilendo che la prova della falsità della sottoscrizione è sufficiente per invalidare l’attestazione del pubblico ufficiale, senza necessità di contestare l’intera attività di notificazione.

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Patteggiamento esdebitazione: stop alla cancellazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che un imprenditore fallito non può ottenere l’esdebitazione (la liberazione dai debiti residui) se ha precedentemente definito la sua posizione penale per bancarotta fraudolenta con una sentenza di patteggiamento. La Corte ha chiarito che, ai fini della legge fallimentare, il patteggiamento è equiparato a una sentenza di condanna e costituisce un ostacolo insormontabile per accedere al beneficio, a meno che non intervenga la riabilitazione. Questa decisione conferma che il nesso tra patteggiamento esdebitazione è negativo per il debitore.

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Remunerazione Specializzandi: No a Rimborsi Retroattivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specializzatisi tra il 1990 e il 2000, i quali richiedevano un adeguamento economico della loro borsa di studio a quella, più elevata, percepita dai colleghi iscritti dopo il 2006. La Corte ha stabilito che nessuna norma europea imponeva un importo minimo per la remunerazione specializzandi, lasciando la decisione alla discrezionalità dello Stato. Inoltre, ha chiarito che una legge più favorevole successiva non può essere applicata retroattivamente e non viola il principio di parità di trattamento, poiché le situazioni giuridiche, maturate in tempi diversi, non sono paragonabili.

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Giurisdizione Corte dei Conti: No su Consorzi Bonifica

Le Sezioni Unite della Cassazione hanno escluso la giurisdizione della Corte dei Conti per i giudizi di conto nei confronti degli agenti contabili dei consorzi di bonifica. La decisione si fonda sulla natura di enti pubblici economici di tali consorzi, che operano con logiche imprenditoriali e privatistiche, rendendo inapplicabili le regole della contabilità pubblica in assenza di una specifica previsione di legge.

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Specificità motivi appello: la Cassazione chiarisce

Un gruppo di dirigenti medici ha citato in giudizio la Pubblica Amministrazione per il mancato rispetto delle direttive europee sull’orario di lavoro. Dopo una prima sconfitta, il loro appello è stato dichiarato inammissibile per mancanza di specificità. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, chiarendo che per la validità dell’appello è sufficiente una critica argomentata e puntuale delle ragioni della sentenza di primo grado, senza la necessità di redigere un progetto alternativo di decisione. La questione centrale è la corretta interpretazione dei requisiti di specificità motivi appello.

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Modifica domanda sfratto: ecco quando è ammessa

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in un procedimento di sfratto per morosità, il locatore può modificare la propria domanda iniziale dopo l’opposizione del conduttore. Se l’inquilino dimostra di aver pagato i canoni contestati, il locatore può, nella fase successiva del giudizio, basare la sua richiesta su altre mensilità non pagate relative allo stesso rapporto contrattuale. Questa modifica domanda sfratto è considerata un ammissibile adeguamento alle difese della controparte e non una domanda nuova. La Corte ha quindi respinto il ricorso del conduttore, confermando la risoluzione del contratto.

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Prova per presunzioni: i requisiti per la revocatoria

Un creditore ha impugnato con successo la vendita di un credito a un prezzo irrisorio. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione di merito, sottolineando che per la prova per presunzioni della consapevolezza del terzo acquirente del danno arrecato ai creditori, il giudice deve esaminare una pluralità di indizi gravi, precisi e concordanti, non potendosi basare unicamente sulla sproporzione del prezzo. Una motivazione superficiale, infatti, costituisce una violazione di legge.

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