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Procedura Civile

Decadenza Somministrazione: no per differenze retributive

Un lavoratore in somministrazione per anni ha rivendicato differenze retributive basate sull’anzianità maturata, senza impugnare i contratti. La Corte di Cassazione ha stabilito che la decadenza somministrazione, un termine perentorio, non si applica in questi casi. La richiesta, fondata sul principio di parità di trattamento e non sulla costituzione di un nuovo rapporto di lavoro, è stata ritenuta legittima. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una decisione nel merito.

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Creditori irreperibili: no alla redistribuzione somme

La Corte di Cassazione ha stabilito che nelle procedure fallimentari soggette alla normativa anteriore alla riforma del 2006, le somme accantonate per i creditori irreperibili non possono essere redistribuite agli altri creditori insoddisfatti. La decisione si fonda sul principio del “ratione temporis”, evidenziando che il deposito di tali somme presso un istituto di credito aveva un effetto liberatorio immediato, facendole uscire definitivamente dal patrimonio del fallimento. Il ricorso di una società creditrice è stato quindi dichiarato inammissibile.

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Responsabilità del notaio: l'errore del Conservatore

Un acquirente perde un immobile a causa di un pignoramento non rilevato al momento dell’acquisto. La Corte di Cassazione annulla la condanna per responsabilità del notaio, ritenendo che la Corte d’Appello non abbia adeguatamente motivato come il professionista avrebbe potuto scoprire l’errore del Conservatore dei registri immobiliari, che aveva trascritto l’atto con un codice fiscale errato.

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Prezzo immobili pubblici: non contestazione e nullità

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di merito che dichiaravano la nullità parziale di un contratto di compravendita di un immobile pubblico. Il contenzioso verteva sulla corretta determinazione del prezzo immobili pubblici, in particolare sull’applicazione di un coefficiente di abbattimento. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’ente previdenziale, ritenendo decisivo il principio di non contestazione: poiché l’ente non aveva specificamente contestato il calcolo del prezzo proposto dall’acquirente nel corso del giudizio, tale calcolo doveva ritenersi provato. Inoltre, è stata esclusa l’applicazione retroattiva di una normativa successiva al contratto.

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Giudicato esterno e decreto ingiuntivo non opposto

Una società creditrice si è vista negare il pagamento di un acconto da una ASL. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che un precedente decreto ingiuntivo non opposto, relativo al saldo dello stesso credito, aveva creato un giudicato esterno sull’esistenza del contratto, impedendo una nuova valutazione dei fatti.

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Termine impugnazione: appello tardivo è inammissibile

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze del mancato rispetto del termine di impugnazione di sei mesi previsto dall’art. 327 c.p.c. Il caso riguarda un ricorso presentato oltre la scadenza, a seguito di una controversia su un pagamento per lavori edili, ridotto in appello. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile senza entrare nel merito, confermando l’importanza cruciale del rispetto dei termini processuali.

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Regolamento di competenza: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un regolamento di competenza sollevato d’ufficio da un Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche in una causa per danni da tracimazione fognaria. La decisione si fonda su due motivi: la tardività della richiesta, avanzata oltre la prima udienza di trattazione, e l’impossibilità per il secondo giudice di sollevare un conflitto d’ufficio quando la competenza si basa su criteri ordinari (valore/territorio) anziché su una specifica competenza per materia inderogabile.

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Ordinanza di assegnazione: limiti dell'opposizione

Un ente comunale ha ricevuto un’ordinanza di assegnazione che lo obbligava a pagare il creditore di un suo debitore. L’ente si è opposto all’esecuzione forzata, sostenendo di non aver mai avuto un debito originario. La Corte di Cassazione ha chiarito che, una volta emessa l’ordinanza di assegnazione, il terzo pignorato può opporsi all’esecuzione solo per fatti accaduti successivamente all’ordinanza stessa, non per contestazioni pregresse. Di conseguenza, l’opposizione è stata ritenuta virtualmente infondata e l’ente condannato al pagamento delle spese legali.

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Competenza amministrazione sostegno: le nuove regole

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15189/2025, ha stabilito un importante principio sulla competenza nell’amministrazione di sostegno. In un caso di conflitto tra Tribunale e Corte d’Appello, la Corte ha chiarito che per tutti i reclami contro i decreti del giudice tutelare, instaurati dopo il 28 febbraio 2023, la competenza spetta al Tribunale in composizione collegiale, anche se l’amministrazione di sostegno è stata aperta prima di tale data. La decisione si fonda sul principio che ogni reclamo costituisce un procedimento autonomo, soggetto alle norme vigenti al momento della sua proposizione.

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Ricorso inammissibile: i requisiti del giudicato

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della violazione del principio di autosufficienza. Una società immobiliare aveva impugnato una decisione relativa alla decorrenza della rivalutazione monetaria di un canone di manutenzione, basando le proprie argomentazioni su precedenti sentenze. Tuttavia, non avendone riportato il testo integrale nel ricorso, ha impedito alla Corte di valutare la fondatezza delle sue pretese, portando alla declaratoria di inammissibilità.

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Protezione internazionale: la richiesta di sospensione

La Corte di Cassazione chiarisce che la presentazione di un’istanza cautelare contro un rigetto di protezione internazionale per ‘manifesta infondatezza’ sospende automaticamente l’efficacia del provvedimento di allontanamento fino alla decisione del giudice sulla sospensione stessa. Un richiedente asilo aveva impugnato il diniego della Commissione territoriale, chiedendo la sospensione. Nonostante ciò, il Questore ne disponeva l’accompagnamento coattivo, convalidato dal Giudice di pace. La Suprema Corte ha annullato tale convalida, affermando che, in assenza di una decisione sull’istanza cautelare, il provvedimento di rigetto doveva considerarsi temporaneamente sospeso, tutelando così il diritto di difesa del richiedente.

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Interessi moratori appalti: quando si fermano?

In una controversia sugli interessi moratori in appalti pubblici, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo della stazione appaltante cessa non con l’effettivo accredito delle somme, ma con l’emissione e l’invio del titolo di pagamento all’organo deputato a eseguirlo (es. Tesoreria). Questo principio ribalta la decisione della Corte d’Appello, distinguendo la responsabilità della stazione appaltante da quella dell’ente pagatore.

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Efficacia del giudicato: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante l’efficacia del giudicato in un rapporto contrattuale di lunga durata. La controversia verteva sulla decorrenza della rivalutazione di un canone annuo. Il ricorso è stato respinto per motivi procedurali, in particolare per il difetto di autosufficienza, poiché la parte ricorrente non aveva allegato integralmente la sentenza precedente su cui basava le proprie pretese, e per non aver contestato tutte le ragioni della decisione impugnata.

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Integrazione del contraddittorio: Cassazione ordina notifica

In una causa relativa alla detenzione senza titolo di un immobile, la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio. Ha rilevato la mancata notifica del ricorso a una delle parti necessarie del processo (litisconsorte necessario). Di conseguenza, ha ordinato l’integrazione del contraddittorio, concedendo 60 giorni ai ricorrenti per notificare l’atto alla parte pretermessa, rinviando la decisione sul merito a una nuova udienza.

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Notifica fallimento: quando è valida anche con PEC off

Una società dichiarata fallita ha contestato la validità della procedura, lamentando vizi nella notifica dell’udienza prefallimentare a causa della propria PEC disattivata. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la corretta notifica del fallimento si perfeziona con il deposito presso la casa comunale quando la notifica via PEC e quella fisica presso la sede legale falliscono. La Corte ha sottolineato che è onere dell’impresa mantenere attiva e funzionante la propria PEC.

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Estinzione del giudizio: rinuncia e spese legali

Una controversia ereditaria giunta in Cassazione si conclude prima della sentenza. Le parti raggiungono un accordo, con la rinuncia al ricorso da parte del ricorrente e l’accettazione della controparte. La Corte Suprema dichiara l’estinzione del giudizio, chiarendo che in questi casi non è dovuto il pagamento di un ulteriore contributo unificato, poiché tale sanzione non si applica alla rinuncia.

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Nesso causale inquinamento: la prova in giudizio

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul difficile onere della prova del nesso causale inquinamento e malformazioni congenite. Un cittadino aveva citato in giudizio un grande gruppo industriale, attribuendo la propria patologia alle emissioni nocive di una raffineria. I tribunali di primo e secondo grado avevano respinto la domanda, non ritenendo raggiunta la prova del legame causale secondo il criterio del ‘più probabile che non’, data la presenza di possibili cause alternative (pesticidi, fumo). La Cassazione ha confermato la decisione nel merito, ritenendo inammissibili le censure sulla valutazione delle prove, ma ha accolto il motivo relativo alle spese legali, disponendone l’integrale compensazione per l’assoluta novità della questione fattuale trattata.

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Compensazione delle spese: quando è illegittima?

Un’avvocatessa ha ottenuto la rideterminazione del proprio compenso professionale contro il Ministero della Giustizia. Il tribunale, pur accogliendo la richiesta, ha disposto la compensazione delle spese della fase di opposizione, motivandola con la mancata resistenza del Ministero. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che la compensazione delle spese è una misura eccezionale e la mancata opposizione non rientra tra le ‘gravi ed eccezionali ragioni’ che possono giustificarla, condannando così il Ministero al pagamento di tutte le spese.

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Motivazione apparente: danno da costruzione e risarcimento

Una società immobiliare è stata condannata a risarcire i danni per una costruzione violante le distanze legali. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza, non per l’accertamento della violazione, ma a causa della motivazione apparente utilizzata per quantificare il danno. I giudici avevano equiparato il danno da ridotto godimento dell’immobile al costo di demolizione dell’opera, senza fornire una spiegazione logica e concreta, rendendo la decisione arbitraria e non verificabile.

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Procura speciale: il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso presentato da un soggetto qualificatosi come “procuratore speciale” di una ditta. La decisione si fonda sulla mancata produzione dell’atto che conferisce tale potere di rappresentanza, sottolineando come la legittimazione ad agire in giudizio debba essere provata documentalmente, non potendo essere presunta. La Corte ribadisce che solo la parte originaria del giudizio o un suo rappresentante debitamente legittimato può impugnare una decisione.

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