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Procedura Civile

Vizio procedurale licenziamento: la Cassazione decide
Una società di trasporti ha licenziato un dipendente. La Corte di Cassazione, con ordinanza 2782/2024, ha stabilito che il licenziamento è nullo a causa di un vizio procedurale, ovvero il mancato rispetto delle specifiche norme disciplinari previste per il settore. Questo errore ha portato all'annullamento della decisione della Corte d'Appello e ha garantito al lavoratore la tutela reintegratoria piena. La Corte ha chiarito che il rispetto della procedura non è una mera formalità, ma un requisito essenziale, la cui violazione rende l'atto espulsivo radicalmente nullo.
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Cessazione materia del contendere: il caso in Cassazione
Una società agricola, originariamente affittuaria di alcuni terreni, si era opposta in Cassazione alla revoca dei contratti d'affitto richiesta da un istituto di credito. Durante il processo, la stessa società ha acquistato gli immobili e saldato i debiti, risolvendo di fatto la controversia. La Corte di Cassazione, preso atto dell'accordo tra le parti, ha dichiarato la cessazione della materia del contendere, estinguendo il giudizio.
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Società in house: no assunzione senza concorso
Una lavoratrice ha richiesto il riconoscimento di un rapporto di lavoro diretto con una società in house, sostenendo un'interposizione illecita di manodopera. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, applicando il principio della "ragione più liquida". Ha stabilito che non è possibile costituire giudizialmente un rapporto di lavoro con una società a partecipazione pubblica totale, come una società in house, se l'assunzione non è avvenuta tramite procedure selettive pubbliche, trasparenti e imparziali, come previsto dalla legge. Questa regola prevale su qualsiasi accertamento relativo all'illegittimità dell'appalto.
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Quietanza liberatoria: cancella un debito precedente?
Il caso riguarda una controversia tra due ex partner su un debito riconosciuto con scrittura privata. La debitrice sosteneva che il debito fosse stato estinto da una successiva quietanza liberatoria di carattere generale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d'Appello. La Cassazione ha chiarito che la valutazione sull'effettiva portata della quietanza e sulla sua idoneità a coprire il debito specifico è una questione di merito, non sindacabile in sede di legittimità se la motivazione del giudice di secondo grado è immune da vizi logici o giuridici. L'appello era un tentativo inammissibile di riesaminare i fatti.
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Compenso avvocato d’ufficio: come si calcola?
Un avvocato si oppone a un decreto di liquidazione per un compenso avvocato d'ufficio ritenuto troppo basso. Il Tribunale accoglie l'opposizione, ricalcolando l'onorario sulla base delle fasi processuali effettivamente svolte e applicando la riduzione di legge, condannando l'Erario al pagamento del maggior importo.
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Concorso di colpa: tamponamento e velocità ridotta
Una sentenza della Corte d'Appello ha riformato una decisione di primo grado su un incidente stradale, introducendo il principio del concorso di colpa. Inizialmente, la responsabilità era stata attribuita interamente al conducente di un'auto che aveva tamponato un autoarticolato. La Corte ha invece stabilito una responsabilità del 70% per l'automobilista, a causa dell'eccesso di velocità, e del 30% per il conducente dell'autoarticolato, la cui marcia eccessivamente lenta e senza segnalazioni in galleria costituiva un ostacolo anomalo e pericoloso.
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Querela di falso: firma falsa e notifica nulla
Un contribuente impugna un avviso di accertamento sostenendo di non averlo mai ricevuto e che la firma sull'avviso di ricevimento è falsa. La Corte d'Appello conferma che la querela di falso è lo strumento corretto per contestare la notifica. Dimostrare la falsità della firma è sufficiente per provare il mancato ricevimento dell'atto e, di conseguenza, la sua nullità, senza necessità di provare che nessuno fosse presente al domicilio.
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Patti parasociali: limiti di efficacia in assemblea
Una società ha impugnato un lodo arbitrale che aveva convalidato una delibera di aumento di capitale sociale, sostenendo che il lodo fosse nullo per vizi procedurali legati a un accordo privato tra soci (patti parasociali). La Corte d'Appello ha respinto il ricorso, affermando che i patti parasociali hanno efficacia solo tra le parti firmatarie e non possono invalidare le decisioni degli organi sociali. Inoltre, ha chiarito che nei giudizi di impugnazione di delibere, non è necessario coinvolgere tutti i firmatari dei patti.
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Onere della prova e contumacia: la guida completa
Una società fornitrice di servizi idrici impugna una sentenza che aveva annullato le sue fatture a causa della sua assenza (contumacia) nel primo grado di giudizio. La Corte d'Appello riforma la decisione, chiarendo che l'onere della prova spetta comunque a chi agisce, anche se la controparte è assente. La Corte ha riesaminato le prove, rideterminato la prescrizione del credito e ripartito le spese legali, sottolineando che la contumacia non equivale ad ammissione di colpa.
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Inammissibilità ricorso Cassazione: no a critiche sui fatti
La Corte di Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità di un ricorso avverso una sentenza che aveva accolto un'azione revocatoria. La Corte ha stabilito che i motivi di ricorso, sebbene formalmente presentati come violazioni di legge, in realtà celavano una richiesta di riesame dei fatti e delle prove, attività preclusa in sede di legittimità. La decisione conferma il principio secondo cui l'inammissibilità del ricorso in Cassazione scatta quando si tenta di ottenere una nuova valutazione del merito della causa.
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Ricorso in Cassazione: l’onere della prova del termine
Una compagnia aerea, dopo la condanna per smarrimento bagaglio e la successiva declaratoria di inammissibilità dell'appello, ha proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, con ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione per verificare la tempestività del ricorso, non avendo la ricorrente provato la data di comunicazione dell'ordinanza di inammissibilità, un requisito fondamentale per la procedibilità del ricorso in Cassazione.
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Ricorso per cassazione: oneri di deposito e termini
Un passeggero ha citato in giudizio una compagnia aerea per il ritardo nella consegna di un bagaglio. Dopo una condanna in primo grado e la dichiarazione di inammissibilità dell'appello, la compagnia ha adito la Corte di Cassazione. Con un'ordinanza interlocutoria, la Suprema Corte ha sospeso la decisione sul merito per acquisire d'ufficio il fascicolo d'appello, al fine di verificare la tempestività del ricorso per cassazione, non avendo la ricorrente fornito la prova della data di comunicazione dell'ordinanza di inammissibilità.
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Fondo patrimoniale: l’onere della prova del creditore
La Cassazione chiarisce i criteri per l'aggressione del fondo patrimoniale. Sebbene il coniuge non debitore sia sempre parte necessaria in causa e l'atto di costituzione sia gratuito, la Corte accoglie il ricorso su un punto cruciale: l'onere della prova. Il debitore deve dimostrare che il creditore era consapevole che il debito era estraneo ai bisogni familiari. La sentenza di merito è cassata per non aver applicato questo principio in modo concreto, basandosi su un'analisi solo formale.
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Ricorso in Cassazione improcedibile: guida pratica
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso in Cassazione improcedibile a causa del mancato deposito, da parte del ricorrente, della copia notificata della sentenza impugnata. Il caso riguardava una richiesta di rimborso di un'imposta di registro. La Corte ha ribadito che l'onere di provare la tempestività dell'impugnazione spetta a chi la propone, sottolineando l'importanza del rispetto rigoroso delle norme procedurali.
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Accertamento obbligo del terzo: termini e sospensione
Una società creditrice avvia un pignoramento presso terzi nei confronti dell'Agenzia delle Entrate per recuperare un credito vantato dal proprio debitore. L'Agenzia si oppone sostenendo che il credito si era già estinto per compensazione con altri debiti fiscali. La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito della questione sulla compensazione, dichiara il ricorso inammissibile perché notificato oltre il termine semestrale. La Corte ribadisce che per il giudizio di accertamento obbligo del terzo non vale la sospensione feriale dei termini, trattandosi di materia connessa all'esecuzione forzata.
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Esposizione del fatto: appello inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per regolamento di competenza a causa di un'errata esposizione del fatto. L'atto, frutto di un evidente 'copia-incolla', descriveva una vicenda completamente estranea al processo, violando il principio di autosufficienza del ricorso e impedendo alla Corte di comprendere la questione. La decisione sottolinea l'importanza cruciale della precisione nella redazione degli atti giudiziari.
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Improcedibilità ricorso: onere della prova notifica
Un appellante sostiene che la sentenza impugnata gli sia stata notificata ma omette di depositare la prova di tale notifica. La Corte di Cassazione dichiara l'improcedibilità del ricorso, ribadendo che l'onere di dimostrare la tempestività dell'impugnazione grava sull'appellante. Il caso evidenzia i rigorosi requisiti procedurali per la presentazione dei ricorsi.
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Azione revocatoria: si trasferisce con la cessione?
L'ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione affronta la complessa questione della trasferibilità dell'azione revocatoria in caso di cessione del credito. Dei debitori si oppongono al subentro di una società cessionaria in un'azione revocatoria iniziata dal creditore originario, sostenendo che tale azione non sia accessoria al credito. Data la complessità delle questioni sollevate, che toccano la natura stessa dell'azione pauliana e le sue interazioni con la procedura civile, la Corte ha ritenuto necessario rinviare la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito, senza decidere nel merito.
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Ricorso per Cassazione: quando è inammissibile
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso riguardante un'azione revocatoria su una donazione tra familiari. La decisione sottolinea che il Ricorso per Cassazione non può essere utilizzato per riesaminare i fatti o le prove, ma solo per contestare errori di diritto. Poiché i motivi del ricorso miravano a una rivalutazione del merito, già decisa dalla Corte d'Appello, l'impugnazione è stata respinta con condanna alle spese.
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Diritto di cronaca: quando non c’è diffamazione
Un imprenditore ha citato in giudizio diversi organi di stampa per diffamazione, a seguito della pubblicazione di articoli che lo collegavano a un'indagine sulla mafia. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. La Corte ha stabilito che il diritto di cronaca era stato esercitato legittimamente, poiché la notizia era di interesse pubblico, basata su una verità putativa e riportata con continenza espressiva, menzionando anche una precedente assoluzione dell'imprenditore. È stato inoltre sottolineato che il ricorrente non aveva fornito prova del danno subito.
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