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Procedura Civile

Indennità aggiuntiva: quando spetta all’inquilino?
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di alcuni locatori a pagare l'indennità aggiuntiva a una società ex conduttrice. I locatori avevano avviato, nei medesimi locali, un'attività commerciale di abbigliamento considerata simile a quella precedente, nonostante l'assenza del marchio specifico. La Corte ha rigettato i motivi di ricorso, chiarendo che la valutazione sulla somiglianza delle attività è un apprezzamento di fatto incensurabile in sede di legittimità e che il giudice d'appello può, in certi casi, disporre integrazioni probatorie per accertare la verità materiale.
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Noleggio a caldo: responsabilità per danni alla gru
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul tema della responsabilità del conduttore in un contratto di "noleggio a caldo" di una gru. A seguito del danneggiamento del macchinario, causato da un errore dell'operatore fornito dalla stessa ditta locatrice, la Corte ha confermato le decisioni dei giudici di merito, escludendo la responsabilità del conduttore. L'ordinanza stabilisce che la colpa dell'operatore del locatore costituisce prova sufficiente per liberare il conduttore dall'obbligo risarcitorio, ai sensi dell'art. 1588 c.c. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile anche per l'applicazione del principio della "doppia conforme", che impedisce un riesame dei fatti in sede di legittimità.
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Impugnazione sentenza competenza: quando è ammessa?
La Corte di Cassazione chiarisce i criteri per l'impugnazione di una sentenza che decide sulla competenza. Se il giudice di primo grado non si limita a decidere solo sulla competenza, ma si pronuncia anche su altre questioni procedurali, come l'improcedibilità della domanda, la sua decisione è impugnabile tramite appello e non solo con il regolamento di competenza. Questo principio è stato affermato in un caso riguardante un contratto di affitto d'azienda. L'analisi della Corte sull'impugnazione sentenza competenza sottolinea la necessità di distinguere le decisioni meramente sulla competenza da quelle a contenuto plurimo.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato che il diritto al risarcimento del danno per i medici specializzandi, a causa della mancata attuazione di direttive europee, si estingue per prescrizione. Il termine decennale decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999. Questa legge, pur riconoscendo il diritto a una borsa di studio solo ad alcuni, ha reso definitivo l'inadempimento dello Stato per tutti gli altri, facendo partire da quel momento la prescrizione medici specializzandi. I ricorsi dei medici sono stati dichiarati inammissibili.
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Locazione e dissenso del comproprietario: la Cassazione
In una controversia tra fratelli coeredi, la Corte di Cassazione ha confermato che un contratto di locazione stipulato da un solo comproprietario è inopponibile agli altri se questi hanno manifestato un chiaro dissenso. La Corte ha stabilito che la proprietà del bene era stata acquisita da tutti i fratelli per usucapione e che, di conseguenza, la locazione con dissenso del comproprietario, sebbene non nulla, non produce effetti nei confronti della comunione, legittimando la richiesta di rilascio dell'immobile.
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Rendiconto del custode: quando il ricorso è inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dagli eredi del proprietario di alcuni beni contro il precedente custode giudiziario. Gli eredi contestavano la gestione e la mancata restituzione di somme, ma il loro ricorso è stato respinto perché i motivi presentati miravano a un riesame dei fatti, non consentito in sede di legittimità, e mancavano della necessaria specificità. La decisione ribadisce che l'obbligo di rendiconto del custode sussiste anche dopo la fine dell'incarico e che le censure in Cassazione devono essere precise e focalizzate su questioni di diritto.
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Regolamento di competenza: quando è inammissibile?
Un automobilista chiede il risarcimento danni a un Comune per un allagamento. Il Giudice di Pace si dichiara incompetente a favore del Tribunale delle Acque Pubbliche. Quest'ultimo solleva un conflitto, ma la Cassazione dichiara inammissibile il regolamento di competenza d'ufficio, poiché la questione non riguarda una competenza per materia inderogabile ma ordinari criteri di valore e territorio.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato il rigetto della domanda di risarcimento avanzata da numerosi medici per la mancata retribuzione durante la specializzazione. Il diritto è stato dichiarato estinto per prescrizione decennale, con decorrenza fissata al 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della L. 370/1999, che ha cristallizzato l'inadempimento dello Stato. La Corte ha ribadito il proprio orientamento consolidato, ritenendo inammissibile il ricorso.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27934/2025, ha dichiarato inammissibili i ricorsi di alcuni medici specializzandi che chiedevano il risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione in anni antecedenti al 1991/92. La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato, secondo cui la prescrizione decennale del diritto al risarcimento decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della legge n. 370/1999. Poiché i ricorsi non presentavano argomenti idonei a superare tale giurisprudenza, sono stati rigettati.
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Autosufficienza del ricorso: come indicare i documenti
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27917/2025, ribadisce l'importanza del principio di autosufficienza del ricorso. Il ricorso è inammissibile se non indica in modo puntuale i documenti su cui si fonda, specificandone la collocazione nel fascicolo d'ufficio o di parte, per permettere alla Corte di esaminarli senza ricerche.
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Onere della mediazione: chi avvia in opposizione?
La Corte di Cassazione chiarisce che, nell'opposizione a decreto ingiuntivo, l'onere della mediazione obbligatoria spetta al creditore (parte opposta). Se il giudice di primo grado individua erroneamente la parte onerata e non vi è una tempestiva eccezione, il vizio di improcedibilità si considera sanato e non può essere rilevato in appello. Il ricorso della società debitrice è stato quindi respinto.
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Garanzia qualità prodotto: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha stabilito che la garanzia sulla qualità di un prodotto, anche se deperibile come il vino, è vincolante se prevista da chiare clausole contrattuali. In un caso di cessione di quote di un'azienda vinicola, la Corte ha annullato la decisione di merito che aveva escluso la responsabilità del venditore per un difetto di qualità emerso dopo la vendita. La Suprema Corte ha affermato che le pattuizioni esplicite prevalgono su una presunta accettazione del rischio da parte dell'acquirente, ribadendo l'importanza del tenore letterale del contratto.
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Prescrizione medici specializzandi: Cassazione conferma
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di alcuni medici che chiedevano un risarcimento per la mancata retribuzione durante la scuola di specializzazione antecedente al 1991. La Corte ha confermato la consolidata giurisprudenza sulla prescrizione medici specializzandi, stabilendo che il termine decennale per agire è scaduto, essendo iniziato a decorrere dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge 370/1999. Questa legge ha reso definitivo l'inadempimento dello Stato, cristallizzando il momento da cui i medici avrebbero potuto e dovuto agire.
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Ratifica tacita: la Cassazione salva il processo
La Corte di Cassazione si pronuncia su un caso di fideiussione bancaria, affrontando il tema del difetto di rappresentanza processuale. Viene stabilito che un mandato scaduto al momento del deposito di un ricorso non invalida il procedimento, se successivamente interviene una ratifica tacita da parte del soggetto legittimato. La Corte rigetta anche i motivi relativi alla presunta nullità totale della fideiussione per violazione della normativa antitrust, confermando il principio della nullità parziale limitata alle singole clausole illecite.
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Risarcimento medici specializzandi: Cassazione e termini
La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito il suo orientamento consolidato sul risarcimento medici specializzandi per la mancata corresponsione della borsa di studio prima del 1991. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando che il termine di prescrizione decennale per l'azione di risarcimento del danno decorre dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999. Secondo i giudici, tale legge ha reso definitiva l'inadempienza dello Stato, cristallizzando il diritto al risarcimento e facendo partire il conto alla rovescia per la prescrizione, rendendo tardive le azioni legali successive.
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Prescrizione medici specializzandi: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due medici che chiedevano un risarcimento per la mancata retribuzione durante la specializzazione. L'ordinanza conferma che il diritto al risarcimento è soggetto alla prescrizione decennale, decorrente dal 27 ottobre 1999, data di entrata in vigore della Legge n. 370/1999. Di conseguenza, l'azione dei medici è stata giudicata tardiva, consolidando un orientamento giurisprudenziale ormai granitico sulla prescrizione per i medici specializzandi.
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Inammissibilità ricorso Cassazione: la guida pratica
Una società fornitrice di servizi idrici si opponeva a un decreto ingiuntivo di un Comune, avanzando una domanda riconvenzionale per compensare un controcredito. La Corte d'Appello ha riqualificato la domanda come azione di indebito arricchimento, dichiarandola tardiva. La Corte di Cassazione ha confermato l'inammissibilità del ricorso della società, evidenziando come i motivi presentati fossero formalmente errati. In particolare, le censure relative all'interpretazione degli atti e alla violazione dell'onere della prova non rispettavano i rigorosi requisiti richiesti per il giudizio di legittimità, portando a una declaratoria di inammissibilità del ricorso cassazione.
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Prove nuove in appello per multe: la Cassazione decide
Un Comune si è visto annullare una multa per un vizio formale. In appello, ha presentato un documento cruciale per la prima volta, ma il Tribunale lo ha ritenuto inammissibile. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, specificando che nei ricorsi per sanzioni stradali si applica una procedura speciale che consente la presentazione di prove nuove in appello, se ritenute indispensabili dal giudice, a differenza del rito ordinario.
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Cessione crediti in blocco: onere della prova
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 27915/2025, ha ribadito che nella cessione crediti in blocco, l'onere di provare la titolarità del singolo credito spetta al cessionario. La mera pubblicazione dell'avviso in Gazzetta Ufficiale è insufficiente se i criteri indicati sono generici e non permettono di individuare con certezza il credito oggetto di causa. La valutazione dell'idoneità della prova è un accertamento di fatto riservato al giudice di merito. Di conseguenza, il ricorso della società cessionaria è stato dichiarato inammissibile.
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Prescrizione risarcimento: quando inizia a decorrere?
Una società chiede il risarcimento danni alla Pubblica Amministrazione per aver fatto affidamento su titoli edilizi poi annullati. La Cassazione conferma la decisione dei giudici di merito, rigettando la richiesta in quanto tardiva. La Corte stabilisce un principio chiave sulla prescrizione risarcimento: il termine quinquennale inizia a decorrere non dalla fine di tutte le vicende giudiziarie, ma dal momento in cui il danno si manifesta ed è oggettivamente percepibile dal danneggiato, ovvero dalla data di annullamento dei titoli edilizi.
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