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Procedura Civile

Azione revocatoria fondo patrimoniale: la guida
La Corte di Cassazione conferma la legittimità di un'azione revocatoria su un fondo patrimoniale, anche se l'immobile conferito è gravato da ipoteca. La sentenza chiarisce che per l'azione revocatoria fondo patrimoniale è sufficiente la consapevolezza del debitore di arrecare un potenziale pregiudizio al creditore (scientia damni) e che il danno (eventus damni) va valutato in prospettiva futura, rendendo irrilevante la garanzia ipotecaria esistente al momento dell'atto.
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Prescrizione medici specializzandi: Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza 2991/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gruppo di medici specialisti contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I medici chiedevano un risarcimento per la mancata attuazione di direttive europee sulla remunerazione durante la specializzazione. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, ribadendo che il diritto al risarcimento è soggetto al termine di prescrizione decennale, decorrente dal 27 ottobre 1999. La questione della prescrizione medici specializzandi viene così consolidata, stabilendo che le incertezze successive sulla giurisdizione o sulla natura dell'azione non spostano tale termine iniziale.
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Fondo patrimoniale: limiti dell’impugnazione in Cassazione
Una coppia costituiva un fondo patrimoniale sull'unico immobile di proprietà dopo un'inadempienza su un mutuo. La società creditrice agiva in revocatoria ottenendo ragione in primo e secondo grado. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della coppia, sottolineando che non è possibile utilizzare il giudizio di legittimità per un riesame del merito o delle prove. In particolare, ha chiarito che l'appello deve contestare specificamente tutte le 'rationes decidendi' della sentenza precedente e che la violazione dell'onere della prova sussiste solo se il giudice lo attribuisce alla parte sbagliata, non per una mera valutazione sgradita delle prove.
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Conguaglio partite pregresse: Cassazione alle Sezioni Unite
Una società di gestione del servizio idrico ha richiesto a un utente un conguaglio per partite pregresse, ovvero un pagamento retroattivo per costi non inclusi nelle bollette passate. A fronte di un contrasto giurisprudenziale sulla legittimità di tale richiesta, la Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha ritenuto la questione di particolare importanza e ha rimesso la causa alle Sezioni Unite per ottenere un principio di diritto definitivo. Il nodo centrale è bilanciare il principio europeo del recupero integrale dei costi con la tutela dell'affidamento dei consumatori e la certezza dei rapporti contrattuali.
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Conguaglio retroattivo: la Cassazione fa chiarezza
La Corte di Cassazione, con un'ordinanza interlocutoria, ha affrontato il tema del conguaglio retroattivo nelle bollette del servizio idrico. A seguito del ricorso di una società di gestione contro la sentenza di un tribunale che aveva annullato una richiesta di pagamento per consumi passati, la Corte ha rilevato un contrasto giurisprudenziale sulla materia. Da un lato, il principio di copertura integrale dei costi sembrerebbe giustificare tali richieste; dall'altro, la natura dei contratti di fornitura e la tutela dell'affidamento degli utenti le ostacolerebbero. Ritenendo la questione di particolare importanza per l'uniformità del diritto, ha disposto il rinvio della causa a pubblica udienza per una decisione definitiva.
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Riunione dei ricorsi: la decisione della Cassazione
In un caso originato da uno sfratto per morosità, la Corte di Cassazione ha affrontato la questione di due distinti ricorsi proposti dalla stessa parte: uno contro la sentenza d'appello sul merito e l'altro contro la decisione che dichiarava inammissibile l'istanza di revocazione della medesima sentenza. Applicando un principio consolidato, la Corte ha disposto la riunione dei ricorsi. La motivazione risiede nella stretta connessione tra le due pronunce, poiché l'esito del giudizio sulla revocazione potrebbe influenzare la decisione sul ricorso principale, garantendo così coerenza e economia processuale.
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Onere della prova agricoli: chi prova il rapporto?
Una lavoratrice agricola si è vista rigettare il ricorso contro la sua cancellazione dagli elenchi professionali. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, ribadendo un principio fondamentale sull'onere della prova agricoli: quando l'ente previdenziale contesta la genuinità del rapporto, l'iscrizione all'elenco perde la sua efficacia probatoria. Spetta quindi interamente al lavoratore dimostrare in giudizio l'effettiva esistenza, durata e natura del rapporto di lavoro subordinato.
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Conguaglio retroattivo acqua: è legittimo? La Cassazione
Una società di gestione del servizio idrico ha richiesto a un utente il pagamento di un conguaglio retroattivo per consumi già fatturati. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, non decide il caso ma, data la complessità e i contrasti giurisprudenziali, rinvia la questione a una pubblica udienza. Il punto focale è stabilire se e su quale base normativa l'Autorità di regolazione possa autorizzare recuperi di costi passati, incidendo retroattivamente sui contratti degli utenti.
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Spese di giustizia: quando opporsi al pagamento
Un cittadino ha contestato un invito al pagamento per spese di giustizia derivanti da una condanna penale. La Corte di Cassazione ha dichiarato l'opposizione inammissibile, stabilendo che un'azione legale è prematura e priva di interesse. Il rimedio contro le spese di giustizia è esperibile solo dopo la notifica di un atto formale di riscossione, come la cartella di pagamento, e non contro una semplice comunicazione preliminare.
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Revoca patente dopo messa alla prova: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha annullato la sanzione accessoria della revoca patente disposta nei confronti di un automobilista il cui reato si era estinto per esito positivo della messa alla prova. Estendendo un principio della Corte Costituzionale relativo alla confisca del veicolo, i giudici hanno ritenuto irragionevole applicare una sanzione così grave in assenza di una sentenza di condanna e a fronte del comportamento collaborativo dell'imputato.
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Sentenza nulla per difetto di motivazione: la Cassazione
Una lavoratrice ha impugnato il rigetto della sua domanda di risarcimento per condotta persecutoria sul lavoro. La Corte di Cassazione, prima di esaminare il merito, ha rilevato che la sentenza d'appello potrebbe essere una sentenza nulla. Il provvedimento impugnato mancava di una chiara esposizione dei fatti e di una motivazione logica, violando così il 'minimo costituzionale' richiesto dall'art. 132 c.p.c. La Corte ha quindi rinviato la causa a pubblica udienza per discutere questa fondamentale questione procedurale.
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Retribuzione ferie: calcolo e indennità variabili
La Corte di Cassazione ha stabilito che nel calcolo della retribuzione ferie devono essere incluse tutte le indennità accessorie, anche variabili, se intrinsecamente collegate alla mansione e corrisposte con continuità. Escluderle costituirebbe un disincentivo a godere delle ferie, contrario al diritto UE. La Corte ha inoltre confermato che la prescrizione dei crediti di lavoro decorre dalla fine del rapporto.
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Regolamento di competenza: quando è inammissibile?
Un conduttore ha impugnato con un regolamento di competenza un'ordinanza cautelare relativa a una procedura di sfratto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che tale strumento è precluso contro provvedimenti non definitivi come quelli cautelari. La Corte ha inoltre sanzionato il ricorrente per lite temeraria, condannandolo a un risarcimento del danno per aver abusato dello strumento processuale, ignorando una giurisprudenza consolidata.
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Onere della prova contratto a termine: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha confermato la nullità di un contratto a termine stipulato da una grande società di servizi postali, ribadendo che l'onere della prova contratto a termine per ragioni sostitutive grava interamente sul datore di lavoro. La Corte ha ritenuto insufficienti i documenti interni dell'azienda e la testimonianza generica per dimostrare il nesso causale tra l'assunzione e la necessità di sostituire personale in ferie, consolidando un principio fondamentale a tutela dei lavoratori.
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Ricorso inammissibile: i requisiti formali in Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa di gravi carenze formali. La parte ricorrente, esecutata in una procedura immobiliare, non aveva esposto in modo chiaro e completo i fatti di causa né aveva contestato specificamente le ragioni della decisione della Corte d'Appello. Quest'ultima aveva già respinto il gravame perché le contestazioni sull'infruttuosità della vendita erano state sollevate tardivamente. La Suprema Corte ha ribadito che la precisione e la specificità sono requisiti essenziali, la cui mancanza impedisce l'esame nel merito della questione, rendendo il ricorso inammissibile.
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Conguagli idrici retroattivi: la Cassazione decide
Un gestore del servizio idrico ha richiesto a un condominio il pagamento di conguagli idrici retroattivi per costi pregressi non coperti dalle tariffe precedenti. La Corte d'Appello ha annullato la richiesta. La Corte di Cassazione, riconoscendo la complessità della questione sulla legittimità di tali 'partite pregresse' e sul principio europeo del recupero integrale dei costi, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per una decisione approfondita.
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Correzione errore materiale: quando il giudice sbaglia
La Corte di Cassazione interviene con un'ordinanza per la correzione di un errore materiale contenuto in un suo precedente provvedimento. In un giudizio di competenza, la Corte aveva erroneamente indicato come competente il Giudice di Pace di una città in cui tale ufficio non esiste. A seguito di una segnalazione d'ufficio della Cancelleria, la Corte ha disposto la rettifica, sostituendo il nome della città errata con quello corretto, senza alterare la sostanza della decisione.
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Conguaglio retroattivo: legittimità in discussione
Una società di fornitura idrica ha richiesto un conguaglio retroattivo per recuperare costi pregressi, ma i tribunali di merito hanno dato ragione al consumatore. La società ha fatto ricorso in Cassazione, invocando il principio europeo del recupero integrale dei costi. La Suprema Corte, data la complessità della materia e la presenza di orientamenti giurisprudenziali contrastanti sulla legittimità di tali recuperi, ha emesso un'ordinanza interlocutoria, rinviando la causa a una pubblica udienza per un esame approfondito.
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Responsabilità extracontrattuale condominio: chi paga?
Una società si oppone a un pignoramento subito per un debito derivante da danni da infiltrazioni in un condominio. La società sosteneva che il creditore dovesse prima agire contro altri debitori (beneficium excussionis) e avesse rinunciato alla solidarietà. Il Tribunale ha respinto l'opposizione, chiarendo che la responsabilità extracontrattuale del condominio per danni da cose in custodia (art. 2051 c.c.) genera un'obbligazione solidale tra tutti i condomini (art. 2055 c.c.). Pertanto, il creditore può richiedere l'intero importo a un singolo condomino, senza l'obbligo di escutere preventivamente gli altri.
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Conguaglio idrico retroattivo: la Cassazione decide
Una società di fornitura idrica ha impugnato una decisione che negava il suo diritto a richiedere un conguaglio idrico retroattivo a un condominio. La Corte di Cassazione, evidenziando precedenti contrastanti e la complessità di applicare retroattivamente il principio del "recupero integrale dei costi", ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione definitiva. La questione centrale è la legittimità di fatturare costi di anni passati sulla base di nuove normative tariffarie.
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