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Procedura Civile

Liquidazione spese legali: no sotto i minimi legali

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d’appello per errata liquidazione spese legali. I giudici hanno stabilito che l’importo riconosciuto a una cittadina era inferiore ai minimi previsti dalle tariffe forensi, violando le normative vigenti. Il caso è stato rinviato per una nuova determinazione delle spese.

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Simulazione contratto: prova eredi e vendita fittizia

La Corte di Cassazione conferma la decisione di merito che dichiarava la simulazione contratto di una compravendita immobiliare tra genitori debitori e la loro figlia, finalizzata a sottrarre il bene alla garanzia dei creditori. La sentenza chiarisce che la qualità di erede, necessaria per agire in giudizio, può essere provata non solo con la denuncia di successione, ma con un complesso di elementi valutati dal giudice. Viene inoltre ribadito che la prova della simulazione può basarsi su presunzioni come lo stretto legame di parentela e la mancata prova del pagamento del prezzo.

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Improcedibilità appello: no al formalismo eccessivo

La Corte di Cassazione ha annullato una decisione che dichiarava l’improcedibilità di un appello. La Corte d’Appello aveva sanzionato un appellante per essersi costituito con copie cartacee dopo una notifica via PEC, senza depositare i file digitali originali. La Cassazione ha stabilito che tale omissione non determina automaticamente l’improcedibilità dell’appello, in ossequio al principio di strumentalità delle forme e di conservazione degli atti, soprattutto quando la controparte, avendo ricevuto l’originale digitale, è in grado di verificare la conformità dell’atto.

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Azione pauliana: quando è valida la notifica all'erede

La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di azione pauliana intentata da una compagnia assicuratrice per revocare una compravendita immobiliare. Il provvedimento analizza la validità della notifica agli eredi di una parte deceduta durante il processo, stabilendo che l’integrazione spontanea del contraddittorio sana il vizio. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili i motivi di ricorso che miravano a una rivalutazione nel merito dei presupposti dell’azione pauliana, confermando la decisione dei giudici di secondo grado.

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Onere della prova promotore: chi paga i danni?

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di illeciti commessi da un promotore finanziario, l’onere della prova grava sul cliente. Per ottenere un risarcimento dalla banca, il risparmiatore deve dimostrare con prove concrete l’effettiva consegna del denaro al promotore per operazioni riconducibili al mandato. La condanna del promotore, anche penale tramite patteggiamento, non è sufficiente a trasferire automaticamente la responsabilità sull’istituto di credito. In questo caso, il ricorso dei risparmiatori è stato dichiarato inammissibile per carenza di prove adeguate, confermando la decisione della Corte d’Appello che aveva escluso la responsabilità della banca.

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Opposizione atti esecutivi: il calcolo del termine

Una recente ordinanza della Cassazione ha annullato una sentenza di merito per errato calcolo del termine perentorio di 20 giorni previsto per l’opposizione atti esecutivi. La Corte ha ribadito che, se il termine scade in un giorno festivo, la scadenza è prorogata di diritto al primo giorno seguente non festivo. Il caso riguardava un’opposizione a una cartella di pagamento presentata da un avvocato contro la propria cassa di previdenza. Il Tribunale aveva erroneamente dichiarato l’opposizione inammissibile per tardività, non considerando che l’ultimo giorno utile cadeva di domenica.

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Mobilità scolastica: onere della prova del docente

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16835/2025, interviene sul tema della mobilità scolastica e l’onere della prova. Un docente aveva richiesto un trasferimento su posti disponibili che, pur non assegnati nella sua fase di mobilità, erano stati successivamente attribuiti ad altri tramite conciliazione. La Corte ha stabilito che spetta al docente solo allegare l’inadempimento del Ministero, ossia la mancata assegnazione di un posto disponibile. Grava invece sul Ministero l’onere di dimostrare che, anche con una procedura corretta, il docente non avrebbe ottenuto quel posto, ad esempio per la sua posizione in graduatoria. La sentenza di appello, che poneva un onere probatorio più gravoso sul lavoratore, è stata cassata con rinvio.

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Improcedibilità ricorso Cassazione: oneri processuali

Un ex dirigente comunale ha impugnato in Cassazione il rigetto delle sue richieste di risarcimento contro l’ente locale. La Suprema Corte ha dichiarato l’improcedibilità del ricorso Cassazione per gravi vizi procedurali: il mancato deposito della sentenza notificata, la tardività dell’impugnazione e la genericità dei motivi addotti, ribadendo l’importanza del rispetto rigoroso degli oneri processuali a carico del ricorrente.

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Rinuncia risoluzione contratto: è possibile?

In un caso di locazione commerciale, la Corte di Cassazione ha esaminato la questione della rinuncia risoluzione contratto da parte del locatore dopo l’invio di una diffida ad adempiere rimasta inadempiuta. La Corte ha annullato la decisione di merito che aveva ritenuto valida tale rinuncia, evidenziando un contrasto giurisprudenziale e la necessità di una motivazione più approfondita sul tema, rinviando la causa alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Azione Pauliana: quando la vendita è inefficace

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due debitori, confermando l’inefficacia della vendita di un loro immobile tramite azione pauliana. Anche se il bene era ipotecato e il ricavato è servito a pagare un creditore garantito, l’operazione è stata ritenuta pregiudizievole per gli altri creditori. La Corte ha stabilito che le censure dei ricorrenti erano di natura fattuale e quindi non esaminabili in sede di legittimità.

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Rottamazione-quater: ricorso inammissibile

Una società cooperativa ha impugnato in Cassazione una sentenza relativa a contributi previdenziali non versati. Durante il processo, ha aderito alla definizione agevolata dei debiti, nota come rottamazione-quater. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, poiché la scelta di definire il debito in via amministrativa prevale sulla volontà di proseguire il giudizio, rendendo la controversia priva di scopo.

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Responsabilità solidale: multa annullata alla società

La Corte di Cassazione ha annullato una sanzione pecuniaria inflitta a una società della grande distribuzione. La multa, originata dalla mancata indicazione di provenienza e categoria su alcuni documenti di trasporto, è stata dichiarata illegittima perché l’ordinanza-ingiunzione era stata emessa direttamente contro la società come autrice della violazione, anziché contestarle la corretta responsabilità solidale per l’illecito commesso dal suo legale rappresentante, unica persona fisica sanzionabile.

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Ricorso improcedibile: errore tecnico e deposito tardivo

L’appello di un acquirente alla Corte di Cassazione, relativo a una compravendita immobiliare non conclusa, è stato dichiarato ricorso improcedibile. La Corte ha stabilito che il deposito dell’atto è avvenuto tardivamente a causa della reazione non tempestiva del legale a un errore del sistema telematico. Inoltre, ha chiarito che l’appellante non può lamentare la mancata citazione di tutte le parti, essendo una propria negligenza.

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Tasso soglia: la Cassazione sui costi del mutuo

Un cliente ha citato in giudizio un istituto di credito per un contratto di mutuo, sostenendo il superamento del tasso soglia a causa della sommatoria tra interessi corrispettivi e moratori e dell’inclusione di costi accessori. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che i due tipi di interesse non sono cumulabili ai fini della verifica dell’usura, data la loro diversa funzione. Ha inoltre confermato che costi come spese notarili e polizze assicurative non vanno computati nel calcolo del tasso soglia e che il piano di ammortamento alla francese non genera di per sé anatocismo.

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Concessioni demaniali e Diritto UE: stop alle proroghe

Una società che gestisce un resort balneare ha chiesto il rimborso di canoni ritenuti eccessivi. L’amministrazione statale ha risposto mettendo in dubbio la validità della concessione stessa. La Corte di Cassazione, analizzando la normativa sulle concessioni demaniali, ha confermato che le proroghe automatiche sono incompatibili con le direttive dell’Unione Europea. Ha stabilito che le leggi nazionali che le prevedono devono essere ignorate (disapplicate) a favore di gare pubbliche, senza più la necessità di dimostrare un “interesse transfrontaliero”. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questi principi.

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Produzione nuovi documenti in appello: la Cassazione

La Corte di Cassazione si pronuncia sull’ammissibilità della produzione nuovi documenti in appello, ex art. 345 c.p.c. (ratione temporis). Il caso riguarda la risoluzione di un contratto preliminare di usufrutto per la mancata cancellazione di un’ipoteca. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva ritenuto inammissibile un documento probatorio, sottolineando che il giudice d’appello avrebbe dovuto valutarne l’indispensabilità ai fini della decisione, considerando l’intera evoluzione processuale della causa.

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Termine accertamento Consob: la guida della Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una decisione della Corte d’Appello, chiarendo il principio fondamentale sul termine accertamento Consob. Il caso riguardava una sanzione inflitta a un amministratore di un istituto di credito per violazioni informative. La Cassazione ha stabilito che il termine di 180 giorni per la contestazione non decorre dalla mera ricezione di informazioni preliminari, ma dal momento in cui l’Autorità di Vigilanza completa l’attività istruttoria e ha un quadro conoscitivo pieno e sufficiente per formulare l’addebito. Questo processo, data la complessità della materia finanziaria, richiede una valutazione approfondita che non può essere affrettata.

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Estinzione del giudizio: silenzio dopo la proposta

La Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio promosso da una Cassa di Previdenza contro un professionista. La decisione si fonda sulla mancata richiesta di trattazione da parte della ricorrente entro 40 giorni dalla comunicazione della proposta di definizione, un silenzio che la legge interpreta come rinuncia. Non si provvede sulle spese a causa del tardivo deposito del controricorso.

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Data Certa nel Fallimento: Prova del Credito

Una società fornitrice di servizi informatici ha richiesto l’ammissione al passivo del fallimento di una sua cliente per crediti relativi a prestazioni, pagamenti a fornitori e retribuzioni di dipendenti. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Il motivo centrale è la mancanza di prove documentali con data certa anteriore alla dichiarazione di fallimento, un requisito fondamentale per rendere un credito opponibile alla massa dei creditori. La sentenza ribadisce che l’onere di fornire tale prova certa grava interamente sul creditore istante.

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Estinzione del giudizio: la guida completa

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio per un ricorso in cui i ricorrenti non hanno dato seguito, entro il termine di quaranta giorni, alla proposta di definizione semplificata. Questa inerzia è stata interpretata come una rinuncia al ricorso. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati in solido al pagamento delle spese processuali in favore della controparte che si era costituita in giudizio.

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