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Procedura Civile

Azione revocatoria: donazione immobile e onere prova

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16845/2025, conferma l’inefficacia di una donazione immobiliare effettuata da un debitore ai propri familiari. Il caso riguarda un’azione revocatoria intentata da un creditore per tutelare la propria garanzia patrimoniale. La Corte ha rigettato il ricorso del debitore, stabilendo che per l’azione è sufficiente un credito anche solo potenziale o litigioso e che spetta al debitore, e non al creditore, l’onere della prova di possedere beni residui sufficienti a soddisfare il debito.

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Piano di lottizzazione: la sua approvazione è decisiva

La Cassazione conferma la condanna ad arretrare una costruzione per violazione delle distanze legali. La corte ha stabilito che solo un piano di lottizzazione formalmente approvato ha valore legale, respingendo l’appello basato su un progetto successivo mai ratificato. La sentenza sottolinea l’importanza della certezza degli atti urbanistici.

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Onere della prova in appalto: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16633/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società subappaltatrice che chiedeva il saldo per lavori eseguiti. La Corte ha stabilito che non è sufficiente provare l’esecuzione delle opere, ma è necessario adempiere all’onere della prova dimostrando anche il rispetto delle clausole contrattuali che regolano i pagamenti, come l’emissione di specifici stati di avanzamento lavori (SAL). La decisione chiarisce i limiti del ricorso in Cassazione in materia di valutazione delle prove e onere della prova.

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Natura giuridica ente: quando si applica il diritto privato

La Corte di Cassazione ha stabilito che un consorzio, anche se partecipato da enti pubblici e svolgente attività di interesse pubblico, deve essere considerato un soggetto di diritto privato se non è stato istituito con una specifica legge statale o regionale. Di conseguenza, i rapporti di lavoro dei suoi dipendenti sono regolati dal diritto privato e non dalle norme sul pubblico impiego. La qualifica di ‘organismo di diritto pubblico’ ai fini delle normative europee sugli appalti non è sufficiente a modificare la natura giuridica dell’ente per quanto riguarda il diritto del lavoro.

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Responsabilità professionale notaio: il caso analizzato

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per tardività, ma chiarisce importanti aspetti sulla responsabilità professionale del notaio. Il caso riguardava la vendita di immobili societari da parte di un solo amministratore. La Corte, esaminando il merito, ha confermato che la vendita di immobili può rientrare nell’ordinaria amministrazione se coerente con l’oggetto sociale, escludendo così la responsabilità professionale del notaio per non aver richiesto una delibera congiunta. L’inammissibilità è derivata da un errore procedurale dell’appellante.

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Onere probatorio avvocato: come si prova il compenso?

Una professionista legale ha citato in giudizio una società immobiliare per ottenere il pagamento dei suoi compensi professionali. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che l’onere probatorio dell’avvocato non è soddisfatto dalla sola presentazione di un preavviso di parcella. Se il cliente contesta l’ammontare o l’effettivo svolgimento delle attività, spetta al legale fornire una prova rigorosa e dettagliata del lavoro svolto, non potendo fare affidamento su presunzioni o sulla mancata contestazione specifica del cliente prima del giudizio.

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Errore revocatorio: no se c'è valutazione del giudice

La Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per revocazione. La Corte chiarisce che l’errata attribuzione di una firma illeggibile non costituisce un errore revocatorio di fatto, ma il risultato di un’attività interpretativa e valutativa del giudice, non censurabile con questo strumento.

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Estinzione del giudizio: la rinuncia dopo l'accordo

Un consorzio di imprese edili aveva richiesto la revocazione di un’ordinanza della Corte di Cassazione. Tuttavia, dopo aver raggiunto un accordo transattivo con la controparte, ha formalmente rinunciato al ricorso. La Suprema Corte, prendendo atto della rinuncia, ha dichiarato l’estinzione del giudizio, compensando integralmente le spese legali tra le parti in virtù dell’accordo raggiunto.

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Sottoscrizione scrittura privata: vale anche solo in calce

La Corte di Cassazione ha stabilito che la sottoscrizione di una scrittura privata è valida anche se apposta solo in calce al documento, senza la necessità di firmare ogni singola pagina. Il caso riguardava una controversia su un contratto preliminare, in cui la Corte d’Appello aveva erroneamente invalidato un accordo transattivo perché firmato solo alla fine. La Cassazione ha cassato la sentenza, affermando che la firma in calce è sufficiente a imputare il contenuto del documento al firmatario e che un accordo di transazione non perde efficacia per il comportamento successivo di una sola parte.

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Opposizione stato passivo: termini per i documenti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16628/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di opposizione stato passivo. I documenti che provano gli elementi costitutivi del credito, come la titolarità, devono essere depositati dal creditore contestualmente al ricorso in opposizione, a pena di decadenza. Non è possibile ottenere un nuovo termine per produrli, neanche se la contestazione del curatore sorge per la prima volta in giudizio, poiché tale contestazione costituisce una mera difesa e non un’eccezione nuova.

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Onere della prova: limiti e inammissibilità del ricorso

Una cooperativa ha citato in giudizio una casa di cura per ottenere la restituzione di somme ritenute non dovute, pagate nell’ambito di un contratto di locazione. La Corte d’Appello ha respinto la domanda perché i contratti, posti a fondamento della pretesa, sono stati prodotti tardivamente. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che l’onere della prova gravava sull’attrice e che i motivi di ricorso erano generici e non specifici, non riuscendo a scalfire la decisione impugnata.

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Eccezione di compensazione: quando ha valore di giudicato

Una società conduttrice si oppone a uno sfratto eccependo pagamenti ‘in nero’ superiori al canone pattuito. La Cassazione chiarisce che l’accertamento del controcredito, sollevato come eccezione di compensazione e contestato dalla controparte, acquista efficacia di giudicato per l’intero importo, vincolando i giudizi futuri.

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Giudicato interno: la Cassazione fa chiarezza

Un laboratorio di analisi ha citato in giudizio un’Azienda Sanitaria Locale per il pagamento integrale di prestazioni sanitarie fornite tra il 2010 e il 2012, contestando l’applicazione di uno sconto. Il Tribunale ha accolto la domanda. La Corte d’Appello ha riformato la decisione, sollevando d’ufficio questioni sulla validità dei contratti e dell’accreditamento. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello, stabilendo che su tali punti si era formato un giudicato interno, poiché l’ASL non li aveva specificamente contestati nel suo atto di appello, impedendo così al giudice di secondo grado di riesaminarli.

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Legittimazione società cancellata: appello inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di un avviso di accertamento IVA notificato a una società già cancellata dal registro delle imprese. Il ricorso iniziale, proposto dalla società estinta in persona dell’ex socio, è stato dichiarato inammissibile. L’appello successivo, presentato dall’ex socio in proprio, è stato anch’esso respinto. La Corte ha confermato che la legittimazione della società cancellata è inesistente, in quanto l’ente è estinto. La legittimazione a impugnare spetta unicamente ai soci, i quali succedono nei rapporti debitori. Un vizio così radicale non è sanabile ex art. 182 c.p.c., poiché non si tratta di un difetto di rappresentanza, ma della totale assenza del soggetto giuridico.

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Danni da fauna selvatica: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per il risarcimento dei danni da fauna selvatica a seguito di un sinistro stradale. La decisione non entra nel merito della responsabilità, ma si fonda su vizi procedurali del ricorso, come la mancata esposizione chiara dei fatti e l’omessa impugnazione di tutte le ragioni giuridiche della sentenza d’appello. La pronuncia sottolinea l’importanza di una corretta tecnica redazionale negli atti giudiziari.

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Estinzione del giudizio: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha annullato una decisione che dichiarava l’estinzione di un giudizio previdenziale. La Corte ha stabilito che, per i procedimenti iniziati prima del 4 luglio 2009, l’estinzione del giudizio per mancata riassunzione non può essere dichiarata d’ufficio dal giudice, ma deve essere espressamente richiesta dalla controparte. In questo caso, mancando tale richiesta, la dichiarazione di estinzione è stata ritenuta illegittima, affermando un importante principio sulla corretta applicazione delle norme processuali nel tempo.

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Risoluzione associazione in partecipazione: la Cassazione

La Cassazione ha confermato la decisione di merito che respingeva la domanda di risoluzione associazione in partecipazione. La Corte ha ritenuto inammissibile la modifica della domanda da risoluzione per inadempimento a quella per impossibilità sopravvenuta, avvenuta oltre i termini processuali. Inoltre, ha escluso il diritto di recesso in un contratto a tempo determinato, ribadendo l’inammissibilità delle censure su accertamenti di fatto.

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Rivendica beni fallimento: la prova della proprietà

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imprenditore che chiedeva la restituzione di beni da una società fallita, alla quale li aveva concessi in affitto d’azienda. La decisione si fonda sulla mancata prova della proprietà attraverso un documento con data certa anteriore alla dichiarazione di fallimento. Questa ordinanza ribadisce il rigore probatorio necessario per la rivendica beni fallimento, sottolineando che la prova per testimoni o le sole scritture contabili sono generalmente inefficaci contro la procedura fallimentare.

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Indennità di specializzazione: quando spetta sempre?

Una società cooperativa ha contestato la decisione della Corte d’Appello che riconosceva a un macellaio una indennità di specializzazione. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che se un accordo collettivo prevede il mantenimento dell’indennità per i lavoratori di un certo livello, anche a fronte di una riduzione delle mansioni, il diritto a tale indennità persiste. La Corte ha sottolineato che l’interpretazione dei contratti collettivi deve basarsi sul tenore letterale e sulla logica complessiva, tutelando il diritto del lavoratore basato sull’inquadramento contrattuale.

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Assicurazione per conto altrui: chi può agire?

La Corte di Cassazione chiarisce i principi dell’assicurazione per conto altrui, come la polizza RC “del capofamiglia”. In un caso di danni da infiltrazioni causati dal conduttore di un immobile, la Corte ha stabilito che solo quest’ultimo, in qualità di assicurato-beneficiario, ha il diritto di chiedere l’indennizzo alla compagnia assicurativa. La moglie, pur essendo la contraente della polizza, non ha la legittimazione ad agire. L’appello è stato dichiarato inammissibile anche perché la domanda di garanzia era stata tardivamente proposta solo in secondo grado.

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