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Prescrizione vittime del dovere: decennale, non breve

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14489/2024, ha rigettato il ricorso del Ministero della Difesa, stabilendo che la prescrizione per i benefici economici dovuti alle vittime del dovere è di dieci anni e non di cinque. Questa decisione si fonda sulla natura assistenziale di tali prestazioni e sul principio che il termine decennale si applica ai crediti non ancora liquidati, ovvero non determinati nel loro esatto ammontare tramite un completo procedimento amministrativo. La Corte ha ribadito che la prescrizione vittime del dovere segue la regola più lunga per garantire una maggiore tutela.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Vittime del Dovere: la Cassazione Conferma il Termine Decennale

La recente sentenza n. 14489/2024 della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, offre un chiarimento fondamentale sulla prescrizione vittime del dovere, un tema di grande rilevanza per tutti coloro che hanno subito danni nell’adempimento dei propri compiti a servizio dello Stato. La Corte ha stabilito che il diritto a ricevere i benefici economici correlati si prescrive in dieci anni, e non nel termine breve di cinque anni, specialmente quando il credito non è ancora stato completamente liquidato. Questa decisione consolida un orientamento a favore dei beneficiari, garantendo una tutela più ampia.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla richiesta di un cittadino, riconosciuto ‘vittima del dovere’, di ottenere il ricalcolo del proprio assegno vitalizio. La Corte d’Appello di Milano aveva accolto la sua domanda, applicando un aggiornamento dell’importo e riconoscendo il suo diritto. Tuttavia, aveva applicato una prescrizione quinquennale per una parte degli arretrati. Il Ministero della Difesa, non soddisfatto, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che l’intero credito dovesse essere soggetto alla prescrizione breve di cinque anni. La questione centrale, dunque, era stabilire quale fosse il corretto termine di prescrizione applicabile.

La Questione sulla Prescrizione Vittime del Dovere: 5 o 10 Anni?

Il fulcro del dibattito legale verteva sulla corretta interpretazione delle norme sulla prescrizione in materia di prestazioni assistenziali. Da un lato, l’amministrazione statale sosteneva l’applicazione del termine quinquennale, tipico di molte prestazioni periodiche. Dall’altro, la difesa del cittadino invocava il termine ordinario decennale, argomentando che il diritto non era ancora stato pienamente e formalmente quantificato.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente la tesi del Ministero, basando la sua decisione su principi giuridici consolidati. In primo luogo, ha ribadito che le prestazioni riconosciute alle vittime del dovere hanno natura assistenziale. Questa classificazione è cruciale, poiché le collega a un corpus normativo specifico che prevede una maggiore tutela per il creditore.

In secondo luogo, la Corte ha richiamato l’art. 129 del R.D.L. n. 1827/1935, secondo cui il diritto a un credito previdenziale o assistenziale non ancora posto in riscossione si prescrive nel termine di dieci anni. Il punto chiave è la nozione di credito ‘non liquido’. Un credito è ‘liquido’ solo quando il suo esatto ammontare è determinato al termine di un procedimento amministrativo completo. Fino a quel momento, anche se sono stati effettuati pagamenti parziali, la parte residua del credito rimane ‘illiquida’. Di conseguenza, ad essa si applica il termine di prescrizione decennale, più favorevole al beneficiario. La Corte ha concluso che il motivo di ricorso del Ministero era infondato, poiché pretendeva di applicare un termine breve a un diritto non ancora pienamente liquidato.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza rappresenta una vittoria importante per le vittime del dovere e le categorie equiparate. Le conclusioni della Corte chiariscono che lo Stato non può invocare la prescrizione breve di cinque anni per ridurre o negare gli arretrati dovuti, fino a quando l’intero importo non sia stato formalmente e definitivamente calcolato. Le motivazioni della decisione rafforzano la tutela dei diritti di natura assistenziale, sottolineando che la liquidità del credito è una condizione essenziale per far decorrere termini di prescrizione più brevi. In pratica, questo significa che i beneficiari hanno un arco temporale più lungo per far valere i propri diritti, evitando di perdere somme dovute a causa di incertezze o ritardi nel procedimento amministrativo di liquidazione.

Qual è il termine di prescrizione per i benefici economici delle vittime del dovere?
La sentenza stabilisce che si applica il termine di prescrizione di dieci anni, e non quello di cinque, per i crediti non ancora completamente liquidati dall’amministrazione.

Quando un credito assistenziale si considera ‘non liquido’?
Un credito si considera ‘non liquido’ fino al completamento del procedimento amministrativo che ne determina l’esatto ammontare. Secondo la Corte, anche un pagamento parziale non rende ‘liquida’ la parte residua del credito.

Che natura hanno le prestazioni per le vittime del dovere?
La Corte di Cassazione conferma che tali prestazioni hanno natura assistenziale, e non previdenziale o risarcitoria. Questa classificazione è fondamentale per determinare il regime di prescrizione applicabile, che è più favorevole al beneficiario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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