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Prescrizione rivalutazione amianto: quando inizia?

Un lavoratore esposto ad amianto ha richiesto la rivalutazione contributiva. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda, ritenendo il diritto prescritto a partire dalla data di pensionamento. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che la prescrizione per la rivalutazione da amianto non decorre automaticamente dal pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore ha acquisito, o avrebbe potuto acquisire con ordinaria diligenza, la consapevolezza della propria esposizione qualificata e del conseguente diritto. Questa consapevolezza deve essere accertata in concreto e non può essere presunta.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Rivalutazione Amianto: La Consapevolezza del Lavoratore è Decisiva

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33173/2024, ha riaffermato un principio fondamentale in materia di prescrizione per la rivalutazione da amianto: il termine decennale per esercitare il diritto non decorre automaticamente dalla data del pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce la consapevolezza della sua esposizione qualificata. Questa pronuncia chiarisce che la semplice cessazione del rapporto di lavoro non è sufficiente a far scattare l’orologio della prescrizione, tutelando così i diritti dei lavoratori esposti a rischi di cui potrebbero non essere immediatamente a conoscenza.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un ex dipendente di uno stabilimento industriale che, dopo essere andato in pensione nel 1999, aveva presentato domanda all’INAIL nel 2015 per l’accertamento della sua esposizione all’amianto durante il periodo lavorativo (dal 1963 al 1992). Successivamente, aveva richiesto all’INPS la rivalutazione contributiva prevista dalla legge.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva accolto la sua domanda, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione. Secondo i giudici d’appello, il diritto era ormai prescritto, poiché il termine di dieci anni doveva essere calcolato a partire dalla data di pensionamento del lavoratore, momento in cui l’esposizione era definitivamente cessata e il diritto poteva essere fatto valere. Il lavoratore ha quindi proposto ricorso in Cassazione contro questa interpretazione.

La Decisione della Corte sulla prescrizione rivalutazione amianto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del lavoratore, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un nuovo esame. I giudici supremi hanno censurato l’approccio della Corte territoriale, definendolo un’errata applicazione delle norme sulla prescrizione. La Cassazione ha stabilito che non è possibile presumere in automatico la consapevolezza del lavoratore solo perché è andato in pensione. Identificare il dies a quo della prescrizione con la data del pensionamento è un errore di diritto, in quanto sprovvisto di una reale valenza probatoria sulla conoscenza effettiva del rischio subito.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della motivazione risiede nell’interpretazione dell’articolo 2935 del Codice Civile, secondo cui la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. La giurisprudenza consolidata della Cassazione, richiamata nell’ordinanza, specifica che per i diritti come la rivalutazione contributiva per esposizione ad amianto, questo momento non coincide con l’oggettivo verificarsi dell’esposizione, ma con la conoscibilità soggettiva da parte del titolare del diritto.

La Corte ha spiegato che la consapevolezza di essere stati esposti a un agente morbigeno come l’amianto per un periodo ultradecennale è un presupposto indispensabile per poter esercitare il relativo diritto. Tale consapevolezza non può essere desunta da un fatto neutro come la cessazione del rapporto di lavoro o il pensionamento. Si tratta di una circostanza di fatto che deve essere accertata concretamente dal giudice di merito, analizzando elementi specifici del caso, come ad esempio la data della domanda di certificazione all’INAIL, che può essere un indice rivelatore del momento in cui il lavoratore ha preso coscienza della sua situazione.

Il ragionamento della Corte d’Appello, che creava un automatismo tra pensionamento e decorrenza della prescrizione, è stato considerato una presunzione priva di fondamento logico e probatorio. La Cassazione ha ribadito che il diritto alla rivalutazione, sebbene autonomo rispetto al diritto alla pensione, sorge in conseguenza del ‘fatto’ dell’esposizione, ma può essere esercitato solo quando chi ne ha diritto ne è consapevole.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela dei lavoratori esposti a rischi professionali, specialmente quelli con effetti latenti come l’esposizione all’amianto. Il principio affermato è chiaro: per la prescrizione della rivalutazione da amianto, non conta la data di cessazione del lavoro, ma il momento in cui il lavoratore ha avuto o avrebbe potuto avere conoscenza del suo diritto. Questo sposta l’onere della prova e impone ai giudici un’indagine fattuale approfondita, evitando soluzioni automatiche che potrebbero ingiustamente pregiudicare i diritti previdenziali dei lavoratori. La decisione impone quindi una valutazione caso per caso, ancorando la decorrenza della prescrizione a un elemento soggettivo e concreto – la consapevolezza – piuttosto che a un evento oggettivo ma non necessariamente significativo come il pensionamento.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per il diritto alla rivalutazione dei contributi per esposizione ad amianto?
La prescrizione decennale decorre dal momento in cui l’interessato ha avuto conoscenza, o avrebbe potuto avere conoscenza con l’ordinaria diligenza, del fatto di essere stato esposto all’amianto oltre la soglia di legge durante le proprie lavorazioni.

Il pensionamento del lavoratore fa automaticamente iniziare il termine di prescrizione?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che identificare la data del pensionamento come l’inizio della prescrizione è un errore, poiché questo evento, di per sé, non dimostra la consapevolezza del lavoratore riguardo al suo diritto.

Cosa deve accertare il giudice per stabilire l’inizio della prescrizione?
Il giudice deve svolgere un’indagine concreta per individuare il momento specifico in cui il lavoratore ha acquisito la consapevolezza dell’avvenuta esposizione qualificata. Non può basarsi su presunzioni automatiche, ma deve valutare fatti ed elementi specifici del caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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