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Prescrizione ratei pensione: la domanda amministrativa

Un pensionato, dopo aver ottenuto il riconoscimento del diritto alla rivalutazione della pensione per esposizione all’amianto, si è visto negare parte degli arretrati dall’ente previdenziale per intervenuta prescrizione. La Corte di Appello di Bari ha confermato la decisione di primo grado, stabilendo che la domanda amministrativa presentata dal pensionato nel 2016 era idonea a interrompere la prescrizione decennale. La sentenza analizza l’applicazione delle norme transitorie sulla prescrizione ratei pensione, ridotta da 10 a 5 anni, salvaguardando il diritto del lavoratore agli arretrati a partire dal 2006.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Ratei Pensione: La Domanda Amministrativa Interrompe i Termini

La gestione della prescrizione ratei pensione rappresenta un tema cruciale per molti pensionati che ottengono, spesso dopo lunghe battaglie legali, il diritto a una rivalutazione del proprio assegno. Una recente sentenza della Corte di Appello di Bari fa luce su un aspetto fondamentale: il valore della domanda amministrativa nell’interrompere i termini di prescrizione. La decisione chiarisce come un’istanza ben formulata possa salvaguardare il diritto a ricevere somme arretrate anche per periodi molto risalenti nel tempo, navigando le complesse acque del passaggio da un termine di prescrizione decennale a uno quinquennale.

I Fatti del Caso: Dalla Domanda di Benefici Amianto all’Appello

Il caso ha origine dalla richiesta di un pensionato che, dopo aver ottenuto con una sentenza passata in giudicato il diritto alla rivalutazione contributiva per esposizione ad amianto, si è visto corrispondere dall’ente previdenziale solo una parte degli arretrati. L’ente, infatti, sosteneva che i ratei maturati oltre i cinque anni precedenti la notifica del ricorso giudiziario fossero ormai prescritti.

Il pensionato, invece, faceva leva su una domanda amministrativa presentata nel giugno 2016, con la quale aveva chiesto il riconoscimento dei benefici contributivi derivanti dall’esposizione all’amianto. Secondo la sua tesi, tale domanda aveva interrotto il termine di prescrizione, che all’epoca era ancora decennale, salvaguardando così il suo diritto a percepire gli arretrati a far data dal giugno 2006.

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione al lavoratore, ma l’ente previdenziale aveva impugnato la decisione, portando la questione dinanzi alla Corte di Appello.

La Decisione della Corte di Appello

La Corte di Appello di Bari ha rigettato l’appello dell’ente previdenziale, confermando integralmente la sentenza di primo grado. I giudici hanno stabilito che la domanda amministrativa del 14 giugno 2016 era a tutti gli effetti un atto idoneo a interrompere la prescrizione dei ratei pensionistici. Di conseguenza, il pensionato aveva diritto alla ricostituzione e alla riliquidazione del trattamento pensionistico a far data dal 14 giugno 2006, con il pagamento di tutti i ratei arretrati maturati da quel momento.

L’Analisi sulla Prescrizione dei Ratei Pensione e il Ruolo della Domanda

Il punto centrale della controversia era stabilire se la domanda amministrativa del 2016, volta a ottenere il ‘riconoscimento dei benefici contributivi’, potesse essere considerata anche come una richiesta di riliquidazione della pensione. L’ente previdenziale sosteneva di no, ritenendo che fossero necessarie due istanze distinte: una per l’accertamento del diritto (benefici amianto) e una per la conseguenza economica (ricalcolo pensione).

La Corte ha respinto questa interpretazione, giudicandola eccessivamente formalistica. Secondo i giudici, un’istanza presentata da un soggetto già pensionato e indirizzata specificamente all’ufficio prestazioni pensionistiche non può che essere interpretata come finalizzata a ottenere, attraverso l’accertamento del beneficio, anche la conseguente rivalutazione economica del trattamento già in godimento. Ritenere il contrario significherebbe costringere il pensionato a presentare una seconda domanda dopo aver ottenuto il riconoscimento del beneficio in via giudiziale, con il rischio di perdere nel frattempo il diritto ai ratei pregressi.

Il Calcolo del Termine di Prescrizione tra Vecchia e Nuova Disciplina

Un altro aspetto cruciale affrontato dalla Corte riguarda il calcolo del termine di prescrizione, alla luce della riforma che, con il D.L. 98/2011 (entrato in vigore il 6 luglio 2011), ha ridotto il termine da dieci a cinque anni.

I giudici hanno applicato il principio stabilito dall’art. 252 delle disposizioni di attuazione del codice civile, che disciplina il passaggio tra normative diverse in materia di prescrizione. Il calcolo effettuato dalla Corte è stato il seguente:

1. Periodo di riferimento: Dal 14 giugno 2006 (dieci anni prima della domanda interruttiva) al 6 luglio 2011 (data di entrata in vigore della nuova norma). In questo lasso di tempo sono trascorsi 5 anni e 22 giorni del vecchio termine decennale.
2. Termine residuo: Alla data del 6 luglio 2011, rimaneva un termine residuo di 4 anni, 11 mesi e 8 giorni.
3. Applicazione della norma transitoria: Poiché il termine residuo (quasi 5 anni) era inferiore al nuovo termine di prescrizione (5 anni), si continuava ad applicare il termine residuo. La domanda del 14 giugno 2016 è stata presentata entro questo termine residuo, decorrente dal 6 luglio 2011.

Questo complesso calcolo ha permesso di considerare tempestiva la richiesta del pensionato e di ‘salvare’ tutti i ratei maturati a partire dal 14 giugno 2006.

le motivazioni

La Corte di Appello ha fondato la propria decisione su una interpretazione sostanziale e non formalistica della domanda amministrativa. Ha ritenuto che, per un soggetto già titolare di pensione, la richiesta di accertamento di benefici contributivi aggiuntivi include implicitamente la volontà di ottenere la conseguente riliquidazione dell’assegno. Questa interpretazione è in linea con il principio che l’accertamento di un maggior diritto contributivo ha come effetto consequenziale l’incremento della prestazione pensionistica. Inoltre, i giudici hanno correttamente applicato le regole del diritto transitorio in materia di prescrizione, come delineate dalla giurisprudenza della Cassazione, garantendo alla parte il termine più favorevole tra quello nuovo e quello residuo del regime precedente. La Corte ha valorizzato il principio di tutela del diritto, evitando che un’interpretazione restrittiva potesse vanificare le legittime aspettative del pensionato.

le conclusioni

La sentenza rappresenta un importante precedente per tutti i pensionati che si trovano ad affrontare contenziosi per la riliquidazione della propria pensione. Si afferma con chiarezza che una domanda amministrativa per il riconoscimento di benefici contributivi, se ben circostanziata, è sufficiente a interrompere la prescrizione anche per i ratei economici derivanti. Viene inoltre offerta una guida chiara sull’applicazione delle norme transitorie in caso di riduzione dei termini di prescrizione, un tema di grande rilevanza pratica. La decisione sottolinea l’importanza di agire tempestivamente con un atto formale, come la domanda amministrativa, per cristallizzare i propri diritti ed evitare di perdere somme arretrate a causa del decorso del tempo.

Una domanda amministrativa per il riconoscimento di benefici contributivi interrompe la prescrizione per i ratei della pensione?
Sì, secondo la Corte, una domanda specifica presentata da un soggetto già pensionato e indirizzata all’ufficio pensioni interrompe la prescrizione anche per i ratei arretrati, poiché la richiesta di rivalutazione della pensione è un effetto consequenziale e implicito.

Come si calcola il termine di prescrizione quando una nuova legge lo riduce, ad esempio da 10 a 5 anni?
Si applica l’art. 252 disp. att. c.c.: se al momento dell’entrata in vigore della nuova legge il tempo residuo secondo la vecchia normativa è superiore al nuovo termine, si applica il nuovo termine di 5 anni; se invece il tempo residuo è inferiore, il soggetto ha diritto di fruire per intero di tale periodo residuo.

Da quale momento si calcola la decorrenza della prescrizione dei ratei arretrati in un caso come questo?
La Corte ha stabilito che l’atto interruttivo è la domanda amministrativa. Pertanto, è possibile recuperare i ratei maturati nel decennio anteriore a tale data, tenendo conto delle complesse regole transitorie per il calcolo del termine applicabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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