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Prescrizione Lavoro Detenuto: quando inizia a decorrere

Una lavoratrice detenuta ha citato in giudizio l’amministrazione penitenziaria per differenze retributive non corrisposte. Il Tribunale, affrontando il tema della prescrizione lavoro detenuto, ha stabilito che il termine di prescrizione non decorre durante il rapporto di lavoro in carcere, ma solo dalla cessazione definitiva dello stato di detenzione. L’amministrazione è stata condannata al pagamento di oltre 12.000 euro, oltre accessori.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Lavoro Detenuto: Il Tribunale di Roma Fa Chiarezza sul Termine

Il tema della prescrizione del lavoro detenuto rappresenta un’area di confine del diritto del lavoro, dove le norme ordinarie si intrecciano con la specificità del contesto penitenziario. Una recente sentenza del Tribunale di Roma ha offerto un importante chiarimento su quando inizia a decorrere il termine per richiedere le differenze retributive maturate durante l’attività lavorativa in carcere. La decisione si allinea a un orientamento consolidato della Corte di Cassazione, proteggendo i diritti economici del lavoratore detenuto.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Differenze Retributive dal Carcere

Una lavoratrice, durante il suo stato di detenzione, aveva svolto attività lavorativa in diversi istituti penitenziari per tre distinti periodi, compresi tra il 2012 e il 2022. Ritenendo di essere stata retribuita in misura inferiore a quanto previsto dai contratti collettivi di riferimento, ha intentato una causa contro l’amministrazione competente, richiedendo il pagamento di differenze retributive per un importo di circa 36.400 euro.

L’amministrazione convenuta si è difesa eccependo in via preliminare la prescrizione dei crediti vantati, sostenendo che il tempo per richiederli fosse ormai scaduto, e contestando nel merito l’ammontare della somma richiesta.

La Questione della Prescrizione del Lavoro Detenuto

Il fulcro della controversia legale era stabilire il momento esatto da cui far decorrere il termine di prescrizione. Secondo l’amministrazione, i periodi lavorativi distinti avrebbero dovuto essere considerati separatamente. Il Tribunale, tuttavia, ha rigettato questa tesi, aderendo pienamente ai principi espressi dalla giurisprudenza di legittimità.

Il giudice ha ricordato che la prescrizione dei crediti di lavoro non decorre in costanza di rapporto tra il detenuto lavoratore e l’amministrazione carceraria. Questo perché il rapporto di lavoro del detenuto, pur caratterizzato da possibili interruzioni e turnazioni, deve essere considerato come un unico rapporto che perdura per tutta la detenzione. Le eventuali cessazioni intermedie sono configurabili più come sospensioni che come vere e proprie interruzioni del rapporto.

Le Motivazioni della Decisione del Tribunale

Il Tribunale ha motivato la sua decisione basandosi su due principi cardine affermati dalla Corte di Cassazione:

1. Unicità del Rapporto di Lavoro: Le peculiari caratteristiche del lavoro penitenziario, con la sua funzione rieducativa e di reinserimento sociale, portano a considerare i vari periodi di impiego come parte di un unico rapporto di lavoro. Le interruzioni non sono volontarie, ma dipendono dalle dinamiche dell’amministrazione carceraria, come turni e rotazioni.
2. Decorrenza della Prescrizione: Di conseguenza, il termine di prescrizione non può iniziare a decorrere se non dalla cessazione definitiva del rapporto, che coincide con la fine dello stato di detenzione. Fino a quel momento, il lavoratore si trova in una condizione di soggezione che non gli permette di esercitare liberamente i propri diritti.

Poiché la ricorrente risultava ancora detenuta al momento del deposito del ricorso, il Tribunale ha concluso che nessuna prescrizione poteva essere maturata. Per quantificare l’esatto ammontare delle differenze retributive, è stata disposta una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) contabile. L’esperto ha calcolato un credito in favore della lavoratrice pari a 12.906,72 euro, importo che il Tribunale ha ritenuto corretto e congruo.

Le Conclusioni: La Condanna e il Principio di Diritto

Alla luce delle risultanze della CTU e del rigetto dell’eccezione di prescrizione, il Tribunale di Roma ha condannato l’amministrazione convenuta a pagare alla ricorrente la somma di 12.906,72 euro, oltre a rivalutazione monetaria e interessi legali. Le spese legali sono state compensate per due terzi, con il restante terzo posto a carico dell’amministrazione e da versare direttamente ai difensori della lavoratrice. Anche le spese della CTU sono state poste a carico definitivo dell’amministrazione.

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale a tutela del lavoro carcerario: i diritti retributivi del detenuto sono protetti e il tempo per farli valere inizia a scorrere solo quando cessa la condizione di debolezza contrattuale legata allo stato di detenzione.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per i crediti retributivi di un lavoratore detenuto?
La prescrizione non decorre durante il rapporto di lavoro in carcere, ma soltanto dalla cessazione dello stato di detenzione, momento in cui il rapporto di lavoro si considera definitivamente concluso.

I diversi periodi di lavoro svolti in carcere sono considerati rapporti di lavoro distinti ai fini della prescrizione?
No, la giurisprudenza consolidata li considera come un unico rapporto di lavoro, le cui eventuali interruzioni sono qualificate come semplici sospensioni e non come cessazioni idonee a far decorrere la prescrizione.

Come è stato determinato l’importo dovuto alla lavoratrice nel caso specifico?
L’importo è stato accertato tramite una Consulenza Tecnica d’Ufficio (Ctu) contabile, che ha calcolato le differenze retributive maturate e non corrisposte in 12.906,72 euro. Il giudice ha ritenuto le conclusioni del perito pienamente condivisibili e ha basato su di esse la sua condanna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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