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Prescrizione indebito pensionistico: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3523/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla prescrizione dell’indebito pensionistico. Il caso riguardava la richiesta di restituzione di una pensione di anzianità percepita in violazione del divieto di cumulo con redditi da lavoro autonomo. La Corte ha chiarito che il termine di prescrizione per l’azione di recupero dell’ente previdenziale decorre dal momento in cui il pagamento indebito è stato effettuato, e non dalla data successiva in cui il pensionato presenta la dichiarazione dei redditi. La sentenza della Corte d’Appello, che posticipava l’inizio della prescrizione, è stata cassata con rinvio per un nuovo esame.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione indebito pensionistico: da quando decorre il termine?

La questione della prescrizione dell’indebito pensionistico è un tema di grande rilevanza che tocca da vicino molti pensionati. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale su un punto controverso: il momento esatto da cui inizia a decorrere il termine per la restituzione delle somme indebitamente percepite. La Suprema Corte ha stabilito che il ‘dies a quo’, ovvero il giorno di partenza, coincide con l’erogazione della prestazione non dovuta e non con la successiva dichiarazione dei redditi del percipiente.

I Fatti di Causa: Cumulo tra Pensione e Redditi da Lavoro

Il caso esaminato dalla Corte di Cassazione trae origine dalla richiesta di restituzione, avanzata da un ente previdenziale nei confronti di un pensionato, per una somma di oltre 7.000 euro. Tale importo era stato percepito nel corso dell’anno 2000 a titolo di pensione di anzianità, in violazione delle norme che vietavano il cumulo di tale prestazione con redditi da lavoro autonomo.

L’ente aveva inviato la richiesta di restituzione solo alla fine del 2010. Il pensionato si era opposto, eccependo l’avvenuta prescrizione del diritto dell’ente a richiedere indietro le somme. La controversia si è quindi incentrata sull’individuazione del momento esatto in cui il termine decennale di prescrizione aveva iniziato a decorrere.

Il Percorso Giudiziario e le Diverse Interpretazioni

In primo grado, il Tribunale aveva dato ragione al pensionato, ritenendo che il termine di prescrizione fosse decorso dal momento dei singoli pagamenti indebiti, avvenuti nel corso del 2000. La pretesa dell’ente, avanzata a fine 2010, era stata quindi giudicata tardiva.

La Corte d’Appello, tuttavia, aveva ribaltato la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, la prescrizione non poteva iniziare a decorrere prima che l’ente fosse messo in condizione di conoscere l’esistenza del reddito da lavoro autonomo del pensionato. Questo momento era stato identificato con la presentazione della dichiarazione dei redditi (modello IRPEF) da parte del pensionato, avvenuta nell’ottobre 2001. Di conseguenza, l’azione di recupero del 2010 era stata considerata tempestiva.

La Decisione della Cassazione sulla prescrizione dell’indebito pensionistico

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del pensionato, cassando la sentenza d’appello. Gli Ermellini hanno affermato un principio di diritto fondamentale: il fatto genetico della pretesa restitutoria dell’ente previdenziale si identifica con l’esecuzione del pagamento non dovuto.

È in quel momento che sorge il diritto alla ripetizione dell’indebito e, di conseguenza, inizia a decorrere il relativo termine di prescrizione. La presentazione della dichiarazione dei redditi non è l’atto che ‘perfeziona’ l’indebito, ma solo uno strumento che consente all’ente di venire a conoscenza di una situazione già esistente.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha spiegato che valorizzare la data della dichiarazione dei redditi come dies a quo della prescrizione significherebbe qualificare il pagamento come indebito solo in un momento successivo alla sua erogazione, il che è giuridicamente errato. L’indebito si concretizza nel momento in cui la pensione viene erogata in violazione dei limiti di cumulo con altri redditi.

Questo non significa che l’ente sia privo di tutele. La Corte ha precisato che il giudice di merito, a cui la causa è stata rinviata, dovrà riesaminare la questione. Dovrà verificare se, nel caso specifico, siano esistiti ‘impedimenti di diritto’ o altre cause di sospensione o interruzione che abbiano inciso sul decorso della prescrizione. In questa analisi, si dovrà tener conto di tutti gli elementi di fatto, comprese le informazioni disponibili all’ente e il comportamento tenuto dal beneficiario. L’onere di dimostrare la tempestività della propria azione, tuttavia, ricade sull’ente previdenziale.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza la tutela del pensionato, ponendo un freno alla possibilità per gli enti previdenziali di avanzare richieste di restituzione a distanza di molti anni. Il principio affermato è chiaro: la prescrizione dell’indebito pensionistico inizia a correre dal giorno del pagamento non dovuto. La successiva conoscenza da parte dell’ente tramite la dichiarazione dei redditi non sposta in avanti questo termine, ma può essere rilevante solo per valutare eventuali cause di sospensione della prescrizione, che dovranno però essere rigorosamente provate.

Da quale momento inizia a decorrere il termine di prescrizione per la restituzione di una pensione indebitamente percepita?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione decorre dal momento in cui avviene il pagamento indebito, poiché è in quell’istante che sorge il diritto dell’ente previdenziale alla restituzione.

La presentazione della dichiarazione dei redditi da parte del pensionato sposta in avanti l’inizio della prescrizione?
No, la presentazione della dichiarazione dei redditi non posticipa il ‘dies a quo’ (il giorno iniziale) della prescrizione. Questo atto è considerato un momento in cui l’ente può acquisire conoscenza dell’indebito, ma non costituisce il fatto che genera il diritto alla restituzione.

Qual è stato l’esito finale della decisione della Corte di Cassazione?
La Corte ha cassato la sentenza della Corte d’Appello e ha rinviato la causa a quest’ultima, in diversa composizione, per un nuovo esame. Il nuovo giudice dovrà decidere la controversia applicando il principio secondo cui la prescrizione decorre dal pagamento, valutando se nel caso concreto siano esistiti impedimenti di diritto o cause di sospensione che abbiano impedito all’ente di agire prima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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