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Prescrizione incrementi pensione: la Cassazione decide

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i termini della prescrizione per gli incrementi sulla pensione. L’Ente Previdenziale ha impugnato una sentenza d’appello che riconosceva a degli eredi il diritto a maggiorazioni su una pensione di reversibilità, basate su una legge del 1975. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, stabilendo che il diritto a tali incrementi si è estinto per prescrizione decennale, decorrente dalla data di abrogazione della norma nel 1984. Di conseguenza, la domanda, presentata decenni dopo, è stata rigettata.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Incrementi Pensione: La Cassazione Fissa i Termini

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale per molti pensionati: la prescrizione degli incrementi sulla pensione. La Corte di Cassazione ha chiarito in modo definitivo i limiti temporali per richiedere le maggiorazioni in cifra fissa previste da una legge del 1975, ormai abrogata. Questa decisione sottolinea l’importanza di agire tempestivamente per la tutela dei propri diritti, specialmente quando le normative cambiano.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dalla domanda di una pensionata, successivamente portata avanti dai suoi eredi, volta a ottenere dall’Ente Previdenziale il ricalcolo della sua pensione di reversibilità. La richiesta si basava sull’applicazione di incrementi in cifra fissa previsti dall’art. 10 della legge n. 160/1975, da calcolare sulla pensione originaria del coniuge deceduto.

In un primo momento, la Corte d’Appello aveva dato ragione agli eredi, condannando l’Ente Previdenziale al pagamento delle differenze dovute a partire dal 2002. L’Ente, tuttavia, non si è arreso e ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il diritto a tali incrementi fosse ormai caduto in prescrizione.

L’Analisi della Corte e la prescrizione incrementi pensione

La Corte di Cassazione ha esaminato congiuntamente i due motivi di ricorso presentati dall’Ente Previdenziale. Entrambi i motivi vertevano su un punto centrale: la violazione e falsa applicazione delle norme sulla prescrizione degli incrementi sulla pensione.

L’Ente sosteneva due argomenti principali:

1. Il meccanismo di perequazione con quote fisse era stato abrogato dall’art. 21 della legge n. 730/1983, con effetto dal 30 aprile 1984. Pertanto, non poteva essere applicato a una pensione di reversibilità con decorrenza successiva (1999).
2. Anche ammettendo che gli incrementi andassero calcolati sulla pensione del defunto, la richiesta di ricalcolo era stata presentata nel 2011, ben oltre il termine di prescrizione ordinaria decennale.

La Suprema Corte ha ritenuto fondate queste argomentazioni, basandosi su un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha stabilito un principio di diritto chiaro e inequivocabile. Il diritto a conseguire gli incrementi in cifra fissa, previsti dalla legge del 1975, è un diritto autonomo che soggiace alla prescrizione ordinaria di dieci anni. Il punto cruciale è individuare da quando decorre questo termine.

Secondo i giudici, il termine decennale per la prescrizione non può che decorrere dalla data in cui la norma che prevedeva tali incrementi è stata abrogata, ovvero il 30 aprile 1984. Di conseguenza, qualsiasi domanda amministrativa volta a ottenere il ricalcolo della pensione doveva essere presentata entro dieci anni da quella data.

Nel caso specifico, la domanda originaria era stata depositata solo il 9 luglio 2012, quasi trent’anni dopo l’abrogazione della norma. Il diritto era, quindi, inesorabilmente prescritto. La Corte d’Appello, non attenendosi a questo principio, aveva errato nella sua valutazione.

Conclusioni

La decisione della Cassazione è perentoria: il diritto a richiedere gli incrementi in cifra fissa sulla pensione, basati sulla legge n. 160/1975, si è estinto per prescrizione. La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello e rigettato nel merito la domanda originaria degli eredi. Questa ordinanza rappresenta un monito fondamentale sull’importanza dei termini legali: un diritto, per quanto legittimo, se non esercitato entro i tempi stabiliti dalla legge, cessa di esistere. È essenziale, quindi, che i cittadini siano consapevoli delle scadenze per non perdere le tutele previste dall’ordinamento.

Quando scatta la prescrizione per gli incrementi in cifra fissa sulla pensione previsti dalla legge n. 160/1975?
Secondo la Corte di Cassazione, il diritto a tali incrementi è soggetto alla prescrizione ordinaria decennale. Il termine inizia a decorrere dalla data di abrogazione della norma che li prevedeva, ovvero dal 30 aprile 1984.

È possibile richiedere oggi gli incrementi pensionistici previsti da una norma abrogata nel 1984?
No. La Corte ha stabilito che il diritto non può essere riconosciuto se la domanda amministrativa per la ricostituzione della pensione è stata proposta dopo che sono trascorsi dieci anni dalla data di abrogazione della norma (30 aprile 1984).

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello?
La Corte di Cassazione ha annullato la decisione perché i giudici d’appello non si sono attenuti al principio di diritto consolidato secondo cui il diritto agli incrementi era soggetto a prescrizione decennale, ormai ampiamente scaduta al momento della presentazione della domanda.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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