LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione crediti lavoro: quando decorre il termine

Una lavoratrice ha citato in giudizio la società cooperativa datrice di lavoro per ottenere il pagamento di differenze retributive. La Corte di Cassazione, confermando la decisione della Corte d’Appello, ha stabilito un principio fondamentale sulla prescrizione crediti lavoro. Per i rapporti di lavoro privi di una solida stabilità reale, come quelli successivi alle riforme del 2012 e 2015, il termine di prescrizione quinquennale per i crediti retributivi non decorre in corso di rapporto, ma solo dalla sua cessazione. Questa regola è stata ritenuta applicabile anche ai soci lavoratori di cooperative, garantendo una maggiore tutela al lavoratore che potrebbe temere ritorsioni in caso di azione legale durante il rapporto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Crediti Lavoro: la Cassazione fissa il dies a quo alla fine del rapporto

La questione della prescrizione crediti lavoro è un tema centrale nel diritto del lavoro, poiché determina il limite di tempo entro cui un dipendente può far valere i propri diritti retributivi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha consolidato un principio fondamentale, stabilendo che per i rapporti di lavoro non assistiti da un regime di stabilità forte, il termine di prescrizione inizia a decorrere solo dalla cessazione del rapporto. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una lavoratrice, assunta a tempo indeterminato nel 1997 da una società cooperativa sociale, veniva licenziata nel 2016. Successivamente, citava in giudizio la società per ottenere il pagamento di differenze retributive e TFR per un importo considerevole. Il Tribunale di primo grado aveva accolto parzialmente l’eccezione di prescrizione sollevata dalla società, limitando il periodo di calcolo dei crediti agli ultimi cinque anni antecedenti la messa in mora.

La lavoratrice impugnava la sentenza dinanzi alla Corte d’Appello, la quale, in riforma della decisione precedente, accoglieva le ragioni della dipendente. La Corte territoriale, richiamando i principi introdotti dalla Legge Fornero (L. 92/2012), sosteneva che la prescrizione dei crediti fosse sospesa, con decorrenza posticipata alla data di cessazione del rapporto di lavoro. Di conseguenza, condannava la società al pagamento di una somma a titolo di differenze retributive.

La Decisione sulla Prescrizione Crediti Lavoro

La società cooperativa ha proposto ricorso per cassazione, ma la Suprema Corte lo ha rigettato, confermando la decisione d’appello. Il punto cruciale della controversia era determinare il dies a quo, ovvero il momento iniziale, del termine di prescrizione quinquennale per i crediti di lavoro.

Secondo un orientamento consolidato, nei rapporti di lavoro garantiti da stabilità reale (come quelli protetti dall’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori nella sua formulazione originaria), la prescrizione decorre durante lo svolgimento del rapporto, poiché il lavoratore non ha un giustificato timore di essere licenziato come ritorsione per aver rivendicato i propri diritti. Tuttavia, le riforme legislative, a partire dalla Legge Fornero e proseguendo con il Jobs Act, hanno modificato il regime dei licenziamenti, attenuando tale stabilità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha ribadito il principio di diritto, già enunciato in precedenti sentenze (come la nota Cass. n. 26246/2022), secondo cui i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, così come modificati dalle riforme del 2012 e 2015, non sono più assistiti da un regime di piena stabilità. Mancando presupposti di predeterminazione certa delle fattispecie di risoluzione e una tutela adeguata, il lavoratore si trova in una posizione di debolezza psicologica che potrebbe indurlo a non far valere i propri diritti per timore del licenziamento.

Di conseguenza, per tutti i diritti che non risultavano già prescritti al momento dell’entrata in vigore della Legge n. 92/2012, il termine di prescrizione crediti lavoro decorre solo dalla cessazione del rapporto. La Corte ha specificato che questo principio si applica anche ai soci lavoratori di cooperative, superando orientamenti precedenti di segno contrario. La garanzia di stabilità del loro rapporto lavorativo è anch’essa da ritenersi affievolita, rendendo applicabile la stessa tutela.

La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili gli altri motivi di ricorso della società, tra cui l’omesso esame di un presunto blocco degli scatti di anzianità in un periodo remoto, poiché la ricorrente non ha adeguatamente dimostrato la decisività di tale fatto rispetto al periodo per cui sono state riconosciute le differenze retributive.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza per la tutela dei lavoratori. Spostando il dies a quo della prescrizione alla fine del rapporto per tutti i contratti non coperti da stabilità reale, la Cassazione offre una protezione concreta contro il rischio che il timore di ritorsioni impedisca l’esercizio dei diritti retributivi. La decisione estende esplicitamente questa tutela anche ai soci di cooperative, uniformando il trattamento e rafforzando la posizione dei lavoratori in un mercato del lavoro caratterizzato da tutele differenziate.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per i crediti retributivi in un rapporto di lavoro non assistito da stabilità reale?
Nei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, modificati dalle riforme dal 2012 in poi (Legge Fornero e Jobs Act) e quindi non più assistiti da un regime di piena stabilità, il termine di prescrizione di cinque anni per i crediti retributivi decorre dalla data di cessazione del rapporto di lavoro e non durante il suo svolgimento.

Il principio sulla decorrenza della prescrizione dalla fine del rapporto si applica anche ai soci lavoratori di cooperative?
Sì, la Corte di Cassazione, con questa ordinanza, ha confermato che l’orientamento consolidato si applica anche ai rapporti di lavoro dei soci lavoratori di cooperative, poiché anche la loro garanzia di stabilità è ritenuta superata alla luce della nuova disciplina sui licenziamenti.

Perché la Corte ha rigettato il motivo di ricorso della società relativo all’omesso esame di un fatto specifico (il blocco degli scatti di anzianità)?
La Corte lo ha ritenuto inammissibile perché la società ricorrente non ha specificato adeguatamente come e quando tale fatto fosse stato oggetto di discussione processuale, né ha spiegato in che modo un blocco degli scatti relativo al periodo 1997-2000 avrebbe potuto essere decisivo per le differenze retributive calcolate e riconosciute per un periodo successivo (dal 2007 al 2016).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati