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Prescrizione crediti lavoro: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 6773/2024, ha stabilito che la prescrizione crediti lavoro decorre dalla cessazione del rapporto per i diritti non ancora prescritti all’entrata in vigore della Legge 92/2012. Il caso riguardava un lavoratore che chiedeva differenze retributive. La Corte ha confermato la decisione di merito, ritenendo validi i crediti maturati nei cinque anni precedenti a un atto interruttivo del 2011 e salvati dalla successiva modifica normativa, che ha sospeso la decorrenza del termine fino alla fine del rapporto lavorativo.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione crediti lavoro: quando decorre il termine dopo la Legge Fornero?

La questione della prescrizione crediti lavoro è un tema cruciale che tocca da vicino i diritti dei lavoratori. Capire da quando inizia a decorrere il termine per richiedere differenze retributive è fondamentale per non perdere i propri diritti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 6773 del 13 marzo 2024, fa chiarezza su questo punto, consolidando un orientamento giurisprudenziale formatosi dopo le importanti riforme del mercato del lavoro.

I Fatti del Caso

Un lavoratore di una nota società di trasporti aveva avviato una causa per ottenere il riconoscimento di un inquadramento professionale superiore e le conseguenti differenze retributive. La Corte d’Appello, in riforma della sentenza di primo grado, aveva accolto parzialmente la sua domanda. Pur riconoscendo il diritto all’inquadramento superiore a partire dal 2003, aveva condannato l’azienda a pagare le differenze retributive maturate solo dal marzo 2006, ritenendo prescritti i crediti anteriori a tale data.

La decisione si basava su un atto di interruzione della prescrizione che il lavoratore aveva inviato nel marzo 2011. La Corte territoriale aveva quindi calcolato a ritroso il quinquennio, escludendo i crediti più vecchi.

Sia l’azienda che il lavoratore hanno impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione. L’azienda sosteneva che la prescrizione avrebbe dovuto continuare a decorrere anche durante il rapporto di lavoro, mentre il lavoratore, con ricorso incidentale, chiedeva il pagamento di tutte le differenze sin dal 2003, sostenendo che la prescrizione non dovesse decorrere affatto in costanza di rapporto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato entrambi i ricorsi, confermando integralmente la sentenza della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno colto l’occasione per ribadire i principi fondamentali che regolano la decorrenza della prescrizione dei crediti di lavoro alla luce delle modifiche legislative intervenute negli ultimi anni, in particolare con la Legge n. 92/2012 (cd. “Riforma Fornero”).

La prescrizione crediti lavoro e la stabilità del rapporto: le motivazioni

Il cuore della motivazione risiede nel collegamento tra la stabilità del posto di lavoro e la decorrenza della prescrizione. La giurisprudenza ha da tempo affermato che il termine di prescrizione dei crediti retributivi (fissato in cinque anni dall’art. 2948, n. 4, c.c.) non decorre durante il rapporto di lavoro se il lavoratore non è protetto da un regime di “stabilità reale”. Questo perché si presume che il lavoratore, per timore di un licenziamento ritorsivo (il cosiddetto metus), possa essere dissuaso dal far valere i propri diritti.

La Corte di Cassazione, richiamando sue precedenti e consolidate pronunce (tra cui la n. 26246/2022), ha affermato che le riforme del 2012 e del 2015 hanno modificato il quadro normativo, riducendo le tutele contro i licenziamenti illegittimi e rendendo la tutela reintegratoria un’eccezione piuttosto che la regola. Di conseguenza, il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, così come modulato da queste leggi, non è più assistito da un regime di stabilità tale da escludere il timore del licenziamento.

Per questo motivo, la Corte ha stabilito un principio chiave: per tutti i diritti non ancora prescritti al momento dell’entrata in vigore della Legge n. 92/2012 (18 luglio 2012), il termine di prescrizione inizia a decorrere solo dalla data di cessazione del rapporto di lavoro.

Nel caso specifico, l’atto interruttivo del marzo 2011 è stato decisivo. Esso ha “salvato” dalla prescrizione tutti i crediti sorti nei cinque anni precedenti (quindi, da marzo 2006 a marzo 2011). Successivamente, l’entrata in vigore della Legge Fornero nel 2012 ha “congelato” la decorrenza della prescrizione per questi crediti (e per quelli sorti dopo), che ha ripreso a correre solo alla fine del rapporto di lavoro, avvenuta nel 2019. Pertanto, la richiesta giudiziale del lavoratore è risultata tempestiva per i crediti maturati a partire da marzo 2006, come correttamente stabilito dalla Corte d’Appello.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza per la tutela dei lavoratori. La minore stabilità del posto di lavoro, introdotta dalle recenti riforme, ha come contrappeso la sospensione della decorrenza della prescrizione dei crediti retributivi fino alla fine del rapporto. Questo significa che i lavoratori hanno più tempo per agire e richiedere quanto loro dovuto, senza il timore di subire ritorsioni. La decisione evidenzia anche l’importanza di compiere atti interruttivi della prescrizione, come una lettera di messa in mora, per salvaguardare i propri diritti, specialmente per i periodi antecedenti alle riforme del mercato del lavoro.

Da quando inizia a decorrere la prescrizione per i crediti di lavoro dopo la Legge n. 92/2012?
Secondo la Corte di Cassazione, per i diritti non ancora prescritti alla data di entrata in vigore della Legge n. 92/2012, il termine di prescrizione quinquennale inizia a decorrere solo dalla data di cessazione del rapporto di lavoro, a causa della ridotta stabilità del posto di lavoro introdotta dalla riforma.

Un atto interruttivo della prescrizione avvenuto prima del 2012 che effetto ha sui crediti maturati?
Un atto interruttivo, come una richiesta di pagamento inviata prima dell’entrata in vigore della Legge 92/2012, è pienamente valido e ha l’effetto di “salvare” dalla prescrizione i crediti maturati nei cinque anni precedenti a tale atto. La successiva riforma ha poi sospeso l’ulteriore decorso della prescrizione fino alla fine del rapporto.

Perché la stabilità del rapporto di lavoro è così importante per determinare la decorrenza della prescrizione?
La stabilità è cruciale perché la legge presume che un lavoratore privo di una forte tutela contro il licenziamento (stabilità reale) possa avere timore (metus) di essere licenziato per ritorsione se fa valere i suoi diritti retributivi. Per questo motivo, in assenza di stabilità, la decorrenza della prescrizione è posticipata alla fine del rapporto, quando tale timore viene meno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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