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Prescrizione contributi: rinvio valido per tutti

Un libero professionista si è opposto a un avviso di addebito per contributi non versati, sostenendo l’avvenuta prescrizione del credito. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che la proroga dei termini di versamento disposta con D.P.C.M. si applica a tutti i contribuenti che svolgono un’attività economica per la quale sono stati elaborati gli studi di settore, a prescindere dal regime fiscale soggettivamente adottato (nel caso di specie, il regime dei minimi). Di conseguenza, il termine di prescrizione contributi è iniziato a decorrere dalla data posticipata, rendendo l’avviso di addebito tempestivo e legittimo.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Contributi: La Proroga dei Termini si Applica a Tutti

La questione della prescrizione contributi è un tema di costante attualità per liberi professionisti e lavoratori autonomi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sull’applicazione delle proroghe dei termini di pagamento, stabilendo un principio di ampia portata che va oltre il regime fiscale adottato dal singolo contribuente. La decisione sottolinea come il differimento dei versamenti, concesso tramite Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (D.P.C.M.), si estenda a tutti coloro che esercitano attività per le quali esistono gli studi di settore, anche se non vi sono direttamente assoggettati.

I Fatti del Caso

Un libero professionista si era visto notificare un avviso di addebito da parte dell’ente previdenziale per il mancato versamento di contributi dovuti alla Gestione Separata per l’anno 2009. Il professionista ha impugnato l’avviso, eccependo l’intervenuta prescrizione quinquennale del credito. Secondo la sua tesi, il termine ultimo per il pagamento era il 16 giugno 2010 e, di conseguenza, la notifica dell’atto, avvenuta il 30 giugno 2015, era tardiva. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva respinto questa interpretazione, ritenendo che il termine di pagamento fosse stato posticipato al 6 luglio 2010 da un D.P.C.M., rendendo la notifica tempestiva.

L’Applicabilità del Rinvio e la Prescrizione Contributi

Il professionista ha portato il caso davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo che la proroga disposta dal D.P.C.M. non dovesse applicarsi a lui. La sua argomentazione si basava sul fatto che, avendo aderito sin dall’inizio al regime dei minimi, era escluso dall’applicazione degli studi di settore. Di conseguenza, il termine di decorrenza della prescrizione doveva rimanere quello originario del 16 giugno 2010. La questione giuridica centrale era dunque stabilire la portata soggettiva di tali provvedimenti di differimento.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso infondato, confermando un orientamento giurisprudenziale consolidato. I giudici hanno chiarito che, ai fini dell’applicazione del differimento dei termini di versamento, ciò che rileva non è la condizione soggettiva del singolo contribuente (cioè il suo specifico regime fiscale), ma il dato oggettivo dello svolgimento di un’attività economica riconducibile a quelle per le quali sono stati elaborati gli studi di settore.

La Corte ha specificato che il D.P.C.M. ha natura regolamentare e integra le previsioni di legge, come l’art. 12 del d.lgs. n. 241/1997, che conferisce al Governo la facoltà di modificare i termini degli adempimenti fiscali e contributivi per tenere conto delle esigenze generali. La “latitudine soggettiva” di tali provvedimenti è ampia e include tutti i contribuenti che esercitano attività economiche per cui esistono gli studi di settore, non solo coloro che, in concreto, sono fiscalmente assoggettati ai risultati di tali studi. Pertanto, il professionista, pur essendo nel regime dei minimi, rientrava nell’ambito di applicazione della proroga perché la sua attività, oggettivamente considerata, era tra quelle monitorate dagli studi di settore.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che la proroga del termine di pagamento al 6 luglio 2010 era pienamente applicabile al professionista. Di conseguenza, il termine di prescrizione contributi ha iniziato a decorrere da quella data, e l’atto di messa in mora notificato dall’ente nel giugno 2015 ha validamente interrotto la prescrizione. La decisione rigetta il ricorso e riafferma un principio di cruciale importanza pratica: le proroghe dei versamenti fiscali e contributivi legate agli studi di settore hanno un’applicazione oggettiva, basata sulla natura dell’attività svolta, e non possono essere escluse sulla base del regime fiscale soggettivamente scelto dal contribuente.

Il differimento del termine per il versamento dei contributi, legato agli studi di settore, si applica anche a chi aderisce al regime dei minimi?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il differimento si applica a tutti i contribuenti che esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore, indipendentemente dal regime fiscale concretamente adottato, come quello dei minimi.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione dei contributi se il termine di pagamento è stato posticipato da un D.P.C.M.?
La prescrizione decorre dal nuovo termine di pagamento stabilito dal D.P.C.M. di proroga, e non dalla scadenza originaria. Nel caso specifico, la prescrizione è iniziata a decorrere dal 6 luglio 2010 anziché dal 16 giugno 2010.

Qual è il criterio per determinare se un professionista beneficia del rinvio dei termini di pagamento?
Il criterio è oggettivo: rileva lo svolgimento di un’attività economica riconducibile a quelle per le quali sono stati elaborati gli studi di settore. Non ha importanza la condizione soggettiva del singolo professionista, come l’effettiva sottoposizione al regime fiscale derivante da tali studi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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