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Prescrizione contributi: quando inizia a decorrere?

Un professionista ha contestato una richiesta di pagamento dell’INPS per contributi non versati. La Corte di Cassazione, intervenendo sul caso, ha stabilito che il termine di prescrizione contributi inizia a decorrere dalla data di scadenza del pagamento, anche se questa è stata prorogata da un decreto. Inoltre, ha distinto tra omissione ed evasione contributiva, specificando che la mancata compilazione di un quadro della dichiarazione dei redditi non configura automaticamente evasione. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione alla luce di questi principi.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione contributi: quando inizia a decorrere?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su due aspetti cruciali per i professionisti e i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata INPS: il momento esatto in cui inizia a decorrere la prescrizione contributi e la distinzione tra omissione ed evasione ai fini sanzionatori. La decisione offre chiarimenti fondamentali, specialmente quando intervengono proroghe sui termini di pagamento.

Il caso: contributi previdenziali non versati e l’intervento della Cassazione

Un architetto si era opposto a due avvisi di addebito dell’INPS relativi ai contributi dovuti alla Gestione Separata per gli anni 2009 e 2010. In primo grado, il Tribunale aveva accolto l’opposizione, ritenendo le pretese dell’Istituto di previdenza ormai prescritte.
La Corte d’Appello, in parziale riforma della decisione, aveva confermato la prescrizione per i contributi del 2009, ma aveva ritenuto dovuti quelli del 2010. Tuttavia, aveva qualificato l’inadempimento come ‘omissione contributiva’ e non ‘evasione’, applicando sanzioni più lievi, poiché il professionista non aveva compilato il quadro RR della dichiarazione dei redditi. L’INPS ha quindi proposto ricorso in Cassazione per contestare entrambi i punti.

La decisione della Corte: i due motivi di ricorso

La Suprema Corte ha analizzato separatamente i due motivi di ricorso presentati dall’INPS, giungendo a conclusioni opposte.

La decorrenza della prescrizione contributi in caso di proroga

Sul primo punto, relativo alla prescrizione contributi per l’anno 2009, la Cassazione ha dato ragione all’INPS. I giudici di legittimità hanno ribadito un principio consolidato: il termine di prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui scade il termine per il pagamento. Cruciale, in questo caso, è stato un decreto (D.P.C.M.) che aveva prorogato la scadenza originaria per il versamento dei contributi di quell’anno.
La Corte d’Appello non aveva tenuto conto di questa proroga, calcolando erroneamente la decorrenza della prescrizione. La Cassazione ha quindi affermato che anche i differimenti normativi dei termini di pagamento spostano in avanti il giorno da cui calcolare il periodo di prescrizione. Di conseguenza, la pretesa dell’INPS per il 2009 non era prescritta al momento della notifica dell’avviso.

Omissione ed evasione contributiva: la Cassazione fa chiarezza

Sul secondo motivo, riguardante le sanzioni per l’anno 2010, la Corte ha respinto il ricorso dell’INPS. L’Istituto sosteneva che la mancata compilazione del quadro RR della dichiarazione dei redditi costituisse ‘evasione’ contributiva, che comporta sanzioni più severe.
La Cassazione ha invece confermato che per configurare l’evasione è necessario un ‘fine fraudolento’, ovvero l’intenzione specifica di occultare i redditi o il rapporto di lavoro per non versare i contributi. La semplice omissione della compilazione di una parte della dichiarazione fiscale, a fronte di una dichiarazione comunque presentata, non integra automaticamente questo requisito. Si tratta, secondo la Corte, di ‘omissione’, sanzionata in modo meno grave, poiché l’Ente previdenziale ha comunque la possibilità di accertare il debito. La valutazione sull’intento fraudolento resta una questione di merito, da accertare caso per caso.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha motivato la propria decisione basandosi su un’interpretazione sistematica delle norme. Per quanto riguarda la prescrizione, ha sottolineato come i decreti di proroga dei termini fiscali e contributivi abbiano piena efficacia normativa e si integrino con la disciplina generale, influenzando direttamente il calcolo del termine prescrizionale previsto dall’art. 2935 c.c. Ignorare tale proroga sarebbe un errore di diritto.
Per quanto concerne la distinzione tra omissione ed evasione (art. 116, L. 388/2000), la Corte ha ribadito che l’evasione implica un comportamento attivo volto a nascondere il presupposto dell’imposizione. La mancata compilazione del quadro RR, pur essendo un inadempimento, non equivale a un occultamento doloso del debito, specialmente se il reddito è stato dichiarato altrove. L’accertamento dell’intento fraudolento è un’indagine fattuale che spetta al giudice di merito e non può essere presunto automaticamente.

Conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

L’ordinanza della Cassazione offre due importanti indicazioni pratiche per professionisti e consulenti:
1. Attenzione alle proroghe: Per calcolare correttamente la prescrizione dei contributi, è indispensabile verificare non solo la scadenza ordinaria ma anche eventuali proroghe disposte da decreti o leggi, poiché queste spostano in avanti la decorrenza del termine.
2. La sanzione dipende dall’intento: La mancata compilazione del quadro RR non comporta automaticamente l’applicazione delle più severe sanzioni per evasione. Si configura come omissione se non è provato uno specifico intento fraudolento di occultare il debito all’Ente previdenziale.

Da quando decorre la prescrizione per i contributi INPS se il termine di pagamento è stato prorogato?
Secondo la Corte di Cassazione, la prescrizione dei contributi previdenziali decorre dalla data di scadenza del termine di pagamento, tenendo conto anche di eventuali proroghe ufficiali disposte da un decreto o altra fonte normativa. La proroga sposta in avanti il giorno da cui inizia a contarsi il periodo di prescrizione.

Qual è la differenza tra omissione ed evasione contributiva per un professionista?
L’omissione contributiva è il mancato o parziale pagamento dei contributi risultanti dalle dichiarazioni o da accertamenti, senza un intento di nascondere il debito. L’evasione contributiva, invece, è una condotta più grave che implica l’intenzione specifica e fraudolenta di non versare i contributi attraverso l’occultamento dei rapporti di lavoro o delle retribuzioni.

Il mancato riempimento del quadro RR nella dichiarazione dei redditi è considerato evasione?
No, non necessariamente. La Corte di Cassazione ha chiarito che la mancata compilazione del quadro RR nella dichiarazione dei redditi, pur essendo un inadempimento, non configura automaticamente evasione contributiva. Se non è provato un intento doloso di occultare il debito, tale comportamento viene qualificato come semplice omissione, soggetta a sanzioni meno severe.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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