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Prescrizione contributi: quando inizia a decorrere

Una professionista si opponeva alla richiesta di pagamento di contributi previdenziali, ritenendoli prescritti. La Corte d’Appello aveva respinto la sua domanda, sostenendo che la prescrizione non fosse mai iniziata a causa della mancata comunicazione dei redditi all’ente. La Corte di Cassazione ha ribaltato questa decisione, stabilendo un principio fondamentale sulla prescrizione contributi: il termine decorre dalla data di scadenza del versamento, non dalla presentazione della dichiarazione. La conoscenza del rapporto lavorativo da parte dell’ente è stata un fattore decisivo. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Contributi: La Cassazione Chiarisce il Momento Esatto della Decorrenza

Comprendere le regole sulla prescrizione contributi è fondamentale per ogni libero professionista. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: il termine di prescrizione per i contributi dovuti alle casse professionali inizia a decorrere dalla scadenza del termine per il pagamento, e non dalla data di invio della dichiarazione reddituale all’ente. Questa decisione chiarisce che l’omessa comunicazione dei redditi non può sospendere indefinitamente i termini, specialmente quando l’ente previdenziale è a conoscenza del rapporto lavorativo del professionista.

I Fatti di Causa

Una psicologa si era vista richiedere dalla propria cassa di previdenza il pagamento di contributi soggettivi, integrativi e di maternità per un periodo di oltre dieci anni (2001-2012). La professionista aveva impugnato tale richiesta, sostenendo che il diritto dell’ente alla riscossione fosse ormai estinto per prescrizione.
Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato torto alla psicologa. Secondo i giudici di merito, poiché la professionista non aveva mai trasmesso alla cassa la propria dichiarazione dei redditi, il termine di prescrizione non aveva mai iniziato a decorrere. Di conseguenza, la Corte d’Appello aveva confermato l’obbligo di pagamento della somma richiesta, pari a circa 14.500 euro. La professionista ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla Prescrizione Contributi

La Corte di Cassazione ha accolto i motivi di ricorso della professionista, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per un nuovo giudizio. Gli Ermellini hanno affermato che il principio applicato dalla Corte territoriale era errato.
Basandosi su un orientamento consolidato, la Suprema Corte ha stabilito che la prescrizione contributi inizia a decorrere dal momento in cui scade il termine per effettuare il versamento. L’omessa trasmissione della dichiarazione reddituale da parte del professionista non è una condizione che impedisce l’avvio della prescrizione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha sottolineato che la prescrizione in materia previdenziale è una questione di diritto, sulla quale il giudice può decidere anche indipendentemente dalle specifiche allegazioni delle parti. Il principio cardine, già enunciato in numerose sentenze, è che il dies a quo (il giorno di inizio) della prescrizione coincide con la data di scadenza del pagamento.
Nel caso specifico, la professionista lavorava in un rapporto convenzionale con l’Azienda Sanitaria Locale (ASL). Questo significava che sia il rapporto di lavoro sia l’ammontare del reddito percepito erano facilmente conoscibili da parte dell’ente previdenziale. Pertanto, non si poteva configurare alcun ‘occultamento doloso’ del debito contributivo da parte della psicologa. Di conseguenza, l’ente avrebbe dovuto agire per la riscossione entro i termini di legge, che decorrevano dalle singole scadenze di pagamento annuali.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Professionisti

Questa ordinanza rafforza un importante principio a tutela dei professionisti. La mancata comunicazione dei redditi alla propria cassa non conferisce all’ente un potere di riscossione illimitato nel tempo. I professionisti devono essere consapevoli che i loro obblighi contributivi sono soggetti a termini di prescrizione precisi, che iniziano a decorrere dalle scadenze di pagamento. D’altro canto, gli enti previdenziali sono tenuti a vigilare e ad agire tempestivamente per la riscossione dei crediti, senza poter fare affidamento sull’inerzia del professionista per mantenere ‘in vita’ il proprio diritto. La trasparenza e la conoscibilità dei rapporti di lavoro, come nel caso di convenzioni con enti pubblici, giocano un ruolo chiave nel definire l’ambito temporale dell’obbligazione contributiva.

Da quando inizia a decorrere la prescrizione per i contributi previdenziali?
Secondo la Corte di Cassazione, la prescrizione dei contributi decorre dal termine di scadenza stabilito per il loro versamento.

La mancata presentazione della dichiarazione dei redditi alla cassa professionale impedisce l’inizio della prescrizione?
No, la sentenza chiarisce che l’omessa trasmissione della dichiarazione dei redditi da parte del professionista non impedisce che il termine di prescrizione inizi a decorrere.

Cosa succede se la cassa previdenziale era a conoscenza del rapporto di lavoro del professionista?
Se l’ente previdenziale era a conoscenza del rapporto di lavoro e dell’ammontare del reddito, come in questo caso con la ASL, non si può configurare un occultamento doloso del debito. Pertanto, la prescrizione decorre regolarmente dai termini di scadenza dei versamenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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