LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione contributi: quando decorre il termine?

Una professionista ha contestato una richiesta di pagamento dell’ente previdenziale per contributi risalenti al 2011, eccependo l’avvenuta prescrizione. La Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso, stabilendo che la prescrizione contributi, della durata di cinque anni, decorre dalla data di scadenza del versamento e non dalla successiva data di presentazione della dichiarazione dei redditi. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale a tutela dei contribuenti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Contributi: La Cassazione Fissa il Termine di Decorrenza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale in materia di prescrizione contributi per i professionisti iscritti alla Gestione Separata. La decisione chiarisce in modo definitivo qual è il momento esatto da cui inizia a decorrere il termine quinquennale per la riscossione dei crediti previdenziali, offrendo una tutela importante contro richieste di pagamento tardive da parte dell’ente. Questo intervento giurisprudenziale consolida un orientamento favorevole al contribuente, distinguendo nettamente tra la scadenza per il versamento e l’atto meramente dichiarativo della presentazione del modello reddituale.

I Fatti di Causa: Una Richiesta di Pagamento Tardiva

Il caso ha origine dalla notifica di un avviso di addebito da parte dell’ente previdenziale a una professionista, con cui si richiedeva il pagamento di contributi relativi all’anno 2011 per un importo di circa 2.860 euro. La professionista si opponeva alla richiesta, sostenendo che il credito fosse ormai estinto per intervenuta prescrizione quinquennale.

Il Tribunale di primo grado accoglieva la sua tesi, ritenendo fondata l’eccezione di prescrizione. Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, accogliendo il ricorso dell’ente previdenziale. Secondo i giudici di secondo grado, il termine di prescrizione non decorreva dalla data in cui i contributi dovevano essere versati, bensì dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. Di conseguenza, l’atto interruttivo inviato dall’ente sarebbe stato tempestivo. La professionista ha quindi proposto ricorso per cassazione avverso tale sentenza.

La Decisione della Corte e la questione della prescrizione contributi

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della professionista, cassando la sentenza d’appello e riaffermando il suo consolidato orientamento. Il punto centrale della controversia era stabilire il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il calcolo dei cinque anni per la prescrizione contributi.

L’ente previdenziale sosteneva che tale termine decorresse dalla presentazione della dichiarazione dei redditi (nel caso specifico, il 28/09/2012), rendendo valida la richiesta di pagamento interruttiva del 4/08/2017. La professionista, al contrario, affermava che il termine dovesse calcolarsi dalla scadenza legale per il versamento dei contributi (7/07/2012), con la conseguenza che la prescrizione si sarebbe maturata il 7/07/2017, prima della richiesta dell’ente.

La Decorrenza della Prescrizione Contributi: Un Principio Consolidato

La Corte ha ritenuto fondato il motivo di ricorso, censurando la decisione della Corte d’Appello. La motivazione della sentenza impugnata è stata giudicata viziata per aver individuato il termine di decorrenza della prescrizione nella data di presentazione della dichiarazione dei redditi anziché nella data di scadenza del versamento dei contributi. Questo errore è in contrasto con l’orientamento costante della stessa Corte di Cassazione.

le motivazioni

La Suprema Corte ha spiegato che, in materia previdenziale, l’obbligazione contributiva sorge in relazione a un fatto costitutivo preciso: la produzione di un determinato reddito da parte del soggetto obbligato. La successiva dichiarazione dei redditi è una mera ‘dichiarazione di scienza’, un atto con cui il contribuente comunica all’amministrazione fiscale fatti già accaduti. Essa non costituisce il presupposto del credito contributivo, così come non lo è per l’obbligazione tributaria.

Il momento da cui il diritto dell’ente può essere fatto valere, e quindi il dies a quo della prescrizione, coincide con la scadenza del termine previsto per il pagamento. Come specificato dalla Corte, citando l’art. 55 del r.d.l. n. 1827/1935, i contributi obbligatori si prescrivono ‘dal giorno in cui i singoli contributi dovevano essere versati’. Questo principio è ulteriormente supportato dall’art. 18 del d.lgs. n. 241/1997, che allinea i termini di versamento dei contributi previdenziali a quelli previsti per il versamento delle imposte sui redditi.

le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che la prescrizione dei contributi dovuti alla Gestione Separata decorre dal momento in cui scadono i termini per il relativo pagamento, e non dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello è stata cassata con rinvio ad altra sezione della stessa Corte, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo principio e provvedere anche alla liquidazione delle spese del giudizio di legittimità. Questa ordinanza rappresenta un’importante conferma per tutti i professionisti, garantendo certezza giuridica sui termini entro cui l’ente previdenziale può legittimamente avanzare le proprie pretese.

Da quale momento decorre la prescrizione dei contributi dovuti alla Gestione Separata?
La prescrizione decorre dalla data in cui i contributi dovevano essere legalmente versati, ovvero dalla scadenza del termine di pagamento, e non dalla successiva data di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Qual è il valore della dichiarazione dei redditi ai fini del sorgere del debito contributivo?
Secondo la Corte, la dichiarazione dei redditi è una mera ‘dichiarazione di scienza’, cioè un’attestazione di fatti già avvenuti (la produzione di reddito). Non è l’atto che fa nascere l’obbligazione contributiva, la quale sorge con la produzione stessa del reddito.

La Corte d’Appello aveva ragione a considerare interrotta la prescrizione?
No, la Corte d’Appello ha sbagliato nel calcolare il termine di prescrizione. Facendolo partire dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi, ha erroneamente ritenuto tempestivo l’atto interruttivo dell’ente previdenziale, che invece è giunto quando il termine quinquennale, calcolato dalla corretta data di scadenza del pagamento, era già spirato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati