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Prescrizione contributi: l’avviso bonario interrompe

Un ente previdenziale ha contestato una decisione di merito che dichiarava prescritti i contributi dovuti da un professionista per il 2008. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che per il calcolo della prescrizione contributi quinquennale, il termine decorre dalla data di scadenza del pagamento, anche se prorogata. Un avviso bonario ricevuto dal professionista prima della scadenza di tale termine ha interrotto efficacemente la prescrizione, rendendo il credito ancora esigibile. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.

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Pubblicato il 22 agosto 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Contributi: Quando l’Avviso Bonario Interrompe i Termini?

La gestione dei debiti previdenziali è un tema cruciale per professionisti e imprese. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di prescrizione contributi, chiarendo il valore interruttivo dell’avviso bonario e l’importanza delle proroghe nei termini di pagamento. Comprendere questa dinamica è essenziale per evitare spiacevoli sorprese e gestire correttamente la propria posizione debitoria.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla decisione di una Corte d’Appello che aveva dichiarato prescritti i contributi dovuti da un professionista alla Gestione Separata di un ente previdenziale per l’annualità 2008. Secondo i giudici di merito, il termine quinquennale per la riscossione era ormai decorso.

L’ente previdenziale, tuttavia, ha impugnato tale decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse commesso un errore di diritto nel calcolare il decorso della prescrizione. L’ente ha evidenziato come il termine per il pagamento di quei contributi fosse stato ufficialmente prorogato e, soprattutto, come un avviso bonario fosse stato notificato al professionista prima della scadenza del quinquennio.

La Decisione della Corte e la prescrizione contributi

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio. Il ragionamento dei giudici supremi si è concentrato sull’esatta individuazione del momento da cui far partire il calcolo della prescrizione.

Il punto chiave è che il termine per il versamento dei contributi relativi all’anno 2008 era stato posticipato al 6 luglio 2009 tramite un decreto ministeriale. Di conseguenza, il quinquennio di prescrizione non poteva che iniziare a decorrere da quella data, con scadenza il 6 luglio 2014. L’ente previdenziale aveva inviato un avviso bonario, ricevuto dal professionista il 27 giugno 2014, ovvero prima della scadenza del termine. Tale atto, secondo la Corte, ha avuto piena efficacia interruttiva della prescrizione contributi.

L’errore della Corte d’Appello

I giudici di merito avevano erroneamente considerato irrilevante l’avviso bonario del 27 giugno 2014, basando la loro decisione su una successiva richiesta di pagamento del 2015, quando ormai il termine sarebbe stato scaduto. La Cassazione ha definito questo ragionamento un “evidente errore in diritto”, poiché ha ignorato un atto interruttivo valido e tempestivo.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento, sancito dall’art. 2935 del Codice Civile: la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. Nel caso dei contributi previdenziali, il diritto dell’ente alla riscossione sorge solo dopo la scadenza del termine fissato per il pagamento.

Se una norma speciale, come un decreto ministeriale, proroga tale scadenza, anche il punto di partenza della prescrizione (il cosiddetto dies a quo) viene automaticamente posticipato. Qualsiasi atto formale di costituzione in mora, come un avviso bonario, che intervenga prima della fine del quinquennio calcolato da questa nuova data, interrompe il decorso del tempo e fa ripartire da capo il conteggio.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma con forza due concetti pratici di grande importanza:

1. La proroga dei termini di versamento sposta in avanti l’inizio della prescrizione: Contribuenti e professionisti devono sempre fare riferimento alla data di scadenza effettiva del pagamento, incluse eventuali proroghe ufficiali, per calcolare correttamente il termine di prescrizione dei contributi.
2. L’avviso bonario è un atto interruttivo: Ricevere un avviso bonario non è un mero invito informale, ma un atto giuridicamente rilevante che interrompe la prescrizione contributi. Ignorarlo o sottovalutarlo, confidando in una presunta prescrizione, può rivelarsi un grave errore. È fondamentale, quindi, conservare e valutare attentamente ogni comunicazione ricevuta dagli enti previdenziali.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per i contributi previdenziali?
La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui scadono i termini per il pagamento. Se i termini vengono ufficialmente prorogati (ad esempio con un D.P.C.M.), la prescrizione decorre dalla nuova data di scadenza posticipata.

Un avviso bonario dell’ente previdenziale può interrompere la prescrizione dei contributi?
Sì, l’ordinanza conferma che un avviso bonario, se ricevuto dal contribuente prima della scadenza del termine di prescrizione (generalmente quinquennale), ha l’effetto giuridico di interrompere il decorso del termine stesso.

Cosa succede se un giudice di merito commette un errore nel calcolare la decorrenza della prescrizione?
Se un giudice di merito sbaglia a calcolare l’inizio della prescrizione, ignorando una proroga dei termini di pagamento o un valido atto interruttivo, la sua sentenza è viziata da un errore di diritto e può essere annullata (cassata) dalla Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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