LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione contributi: la proroga sposta il dies a quo

La Corte di Cassazione ha stabilito che il termine per la prescrizione dei contributi previdenziali decorre dalla data di scadenza del pagamento, anche se questa è stata prorogata da un decreto ministeriale. In un caso riguardante un professionista e l’ente previdenziale per i contributi del 2009, la Corte ha annullato la decisione di merito che aveva erroneamente calcolato l’inizio della prescrizione dalla scadenza originaria. La proroga del termine di versamento sposta in avanti anche il ‘dies a quo’ per il calcolo dei cinque anni, rendendo tempestiva la richiesta dell’ente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Contributi Previdenziali: la Proroga Sposta l’Inizio del Conteggio

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia di prescrizione contributi previdenziali: il termine per il calcolo dei cinque anni non parte dalla scadenza originaria, ma da quella effettiva, comprese eventuali proroghe disposte per legge. Questa decisione chiarisce come i decreti che differiscono i termini di pagamento abbiano un impatto diretto e vincolante sul dies a quo della prescrizione, ovvero sul giorno da cui il tempo inizia a scorrere.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dall’opposizione di un avvocato a un avviso di addebito emesso da un ente previdenziale per il mancato versamento dei contributi dovuti alla Gestione Separata per l’anno 2009. Il professionista sosteneva che il diritto dell’ente alla riscossione fosse ormai estinto per prescrizione quinquennale.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione al legale. I giudici di merito avevano calcolato il termine di prescrizione a partire dalla scadenza originaria per il versamento dei contributi (16 giugno 2010), concludendo che il termine fosse spirato il 16 giugno 2015. Di conseguenza, la richiesta di pagamento notificata dall’ente previdenziale il 6 luglio 2015 era stata considerata tardiva.

L’ente, non condividendo tale interpretazione, ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato nel non considerare un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (D.P.C.M.) che aveva prorogato il termine per il versamento dei contributi al 6 luglio 2010.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un’altra sezione della stessa Corte per un nuovo esame. I giudici hanno affermato che la Corte d’Appello ha interpretato erroneamente la normativa, ignorando gli effetti della proroga legale dei termini di pagamento.

Le Motivazioni: la Proroga e il Dies a Quo della Prescrizione Contributi Previdenziali

Il cuore della motivazione risiede nell’interpretazione dell’articolo 2935 del Codice Civile, secondo cui la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. Nel caso dei contributi previdenziali, questo giorno coincide con la scadenza del termine per il pagamento.

La Cassazione ha chiarito che i D.P.C.M. che modificano i termini degli adempimenti fiscali e contributivi, come quello del 10 giugno 2010, sono fonti normative a tutti gli effetti e integrano la legislazione primaria. Di conseguenza, se un decreto sposta in avanti la data ultima per il versamento, sposta contestualmente anche il dies a quo del termine di prescrizione. Nel caso specifico, la scadenza era stata prorogata al 6 luglio 2010, pertanto la prescrizione quinquennale sarebbe maturata solo il 6 luglio 2015. La richiesta dell’ente, notificata proprio in quella data, era quindi tempestiva e idonea a interrompere la prescrizione.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che tali proroghe si applicano a tutti i contribuenti che esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore, indipendentemente dal fatto che il singolo professionista sia concretamente assoggettato a tale regime fiscale. Ciò che conta è il dato oggettivo dello svolgimento di un’attività ricompresa in quelle categorie.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica per professionisti, imprese ed enti previdenziali. L’insegnamento è chiaro: per calcolare correttamente la prescrizione contributi previdenziali, non è sufficiente guardare alla scadenza originaria, ma è indispensabile verificare l’esistenza di eventuali provvedimenti normativi di proroga. Questi atti, anche se emanati da fonti secondarie come i D.P.C.M., hanno piena efficacia nel ridefinire il momento esatto da cui far partire il conteggio dei cinque anni. Per i contribuenti, ciò significa prestare massima attenzione ai termini effettivi di pagamento, poiché un’errata valutazione potrebbe portare a ritenere prescritti debiti ancora esigibili. Per gli enti impositori, si tratta di una conferma della legittimità delle proprie azioni di recupero, purché esercitate nel rispetto dei termini così come prorogati.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per i contributi previdenziali?
La prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui scade il termine per il pagamento dei contributi. Questo principio è stabilito dall’art. 2935 del Codice Civile, secondo cui la prescrizione inizia quando il diritto può essere fatto valere.

Una proroga del termine di pagamento dei contributi ha effetti sulla prescrizione?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, una proroga del termine di pagamento, disposta con un atto normativo come un D.P.C.M., sposta in avanti anche la data da cui inizia a decorrere il termine di prescrizione (dies a quo).

La proroga dei termini di pagamento si applica a tutti i professionisti?
La proroga si applica a tutti i contribuenti che esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore. Non è rilevante che il singolo professionista sia poi concretamente soggetto al regime degli studi di settore, ma solo che la sua attività rientri oggettivamente tra quelle considerate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati