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Prescrizione contributi INPS: quando scatta il termine?

Una professionista ha contestato una richiesta di pagamento dell’ente previdenziale per contributi non versati, sostenendo l’avvenuta prescrizione del credito. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, chiarendo che il termine per la prescrizione dei contributi INPS decorre dalla scadenza del termine per il pagamento, anche se prorogato da un decreto, e non da date successive che consentono un versamento tardivo con maggiorazione. La sentenza della Corte d’Appello è stata annullata.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione contributi INPS: la Cassazione chiarisce da quando decorre il termine

La determinazione del momento esatto in cui inizia a decorrere il termine di prescrizione per i contributi previdenziali è una questione cruciale per professionisti e lavoratori autonomi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che la prescrizione contributi INPS inizia dalla data di scadenza del pagamento, anche se questa viene posticipata da un decreto governativo (D.P.C.M.), e non da termini successivi che consentono versamenti tardivi con maggiorazioni. Analizziamo questa importante decisione.

Il caso: contributi previdenziali e avviso di addebito

Una professionista, iscritta alla gestione separata dell’ente previdenziale, si era vista recapitare un avviso di addebito per il mancato versamento dei contributi relativi agli anni 2012 e 2013. La professionista si è opposta a tale richiesta, sostenendo che il diritto dell’ente a riscuotere tali somme fosse ormai estinto per prescrizione. Il termine di prescrizione per i contributi previdenziali è, di norma, di cinque anni.

La Corte d’Appello, in un primo momento, aveva dato torto alla professionista, ritenendo che il termine di prescrizione non fosse ancora maturato. Secondo i giudici di merito, il conteggio doveva partire da una data successiva alla scadenza originaria, ovvero dal 20 agosto dell’anno di riferimento, termine ultimo per effettuare i versamenti fiscali secondo una specifica normativa. Di conseguenza, le richieste di pagamento inviate dall’ente previdenziale nel 2018 e 2019 sarebbero state tempestive.

La questione sulla prescrizione dei contributi INPS

Il cuore della controversia legale ruotava attorno a una domanda precisa: qual è il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il conteggio dei cinque anni per la prescrizione? Le opzioni sul tavolo erano due:
1. La data di scadenza effettiva per il versamento, come prorogata da specifici D.P.C.M. (in questo caso, l’8 luglio 2013 per i contributi 2012 e il 7 luglio 2014 per i contributi 2013).
2. La data del 20 agosto, termine previsto da una legge generale per mettersi in regola con gli adempimenti fiscali scaduti nel periodo estivo.

La professionista, nel suo ricorso in Cassazione, ha sostenuto che il termine corretto fosse il primo, evidenziando che le proroghe disposte tramite D.P.C.M. stabiliscono il momento esatto in cui il contributo diventa esigibile. Pertanto, le richieste di pagamento, pervenute oltre cinque anni da quelle date, erano da considerarsi tardive.

La decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della professionista, cassando la sentenza della Corte d’Appello e rinviando la causa per un nuovo esame. I giudici supremi hanno ribadito un principio fondamentale in materia di prescrizione contributi INPS e obbligazioni contributive.

Le motivazioni

La Corte ha spiegato che, in base all’articolo 2935 del Codice Civile, la prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. Per i contributi previdenziali, questo giorno coincide con la scadenza del termine di pagamento. La dichiarazione dei redditi, essendo un atto successivo, non sposta questo termine, ma può al massimo avere un effetto interruttivo se contiene un riconoscimento del debito.

I giudici hanno sottolineato che i D.P.C.M. che prorogano le scadenze dei versamenti, senza applicare maggiorazioni, sono atti normativi che integrano la legge e definiscono il momento esatto in cui il versamento è dovuto. Di conseguenza, è da questa data che inizia a decorrere il quinquennio di prescrizione.

La possibilità di effettuare il pagamento entro il 20 agosto, prevista da un’altra norma, non modifica la scadenza originaria, ma rappresenta solo una facoltà concessa al contribuente di sanare la propria posizione con un lieve aggravio. Questa facoltà non può essere interpretata come uno spostamento del termine di esigibilità del credito da parte dell’ente previdenziale.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: il termine di prescrizione dei contributi previdenziali decorre dalla scadenza fissata per il pagamento, comprese le proroghe ufficiali disposte senza sanzioni. Eventuali termini successivi per regolarizzare la posizione non sono rilevanti ai fini del calcolo della prescrizione. Questa decisione offre maggiore certezza ai professionisti e ai lavoratori autonomi, consentendo loro di calcolare con precisione i termini entro cui l’ente previdenziale può legittimamente richiedere il pagamento dei contributi dovuti.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione dei contributi previdenziali per i lavoratori autonomi?
La prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui i contributi dovevano essere versati. Questo momento coincide con la scadenza del termine di pagamento stabilito dalla legge.

Le proroghe dei termini di pagamento concesse con D.P.C.M. influenzano l’inizio della prescrizione?
Sì, le proroghe dei termini di pagamento concesse tramite D.P.C.M. (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) senza alcuna maggiorazione spostano in avanti la data di scadenza. Di conseguenza, il termine di prescrizione inizia a decorrere dalla nuova data di scadenza prorogata.

La possibilità di pagare i contributi entro il 20 agosto di ogni anno sposta l’inizio del termine di prescrizione?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la facoltà di versare i contributi entro il 20 agosto (con una piccola maggiorazione) non sposta il termine di decorrenza della prescrizione. La prescrizione inizia a decorrere dalla scadenza originaria, come eventualmente prorogata da un D.P.C.M., e non dal termine successivo del 20 agosto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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