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Prescrizione contributi INPS: quando decorre il termine

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24191/2024, ha chiarito importanti principi sulla prescrizione contributi INPS per i professionisti iscritti alla Gestione Separata. La Corte ha stabilito che il termine di prescrizione quinquennale decorre dalla data di scadenza legale per il pagamento dei contributi, non dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. Inoltre, ha specificato che la mancata compilazione del quadro RR nella dichiarazione non costituisce automaticamente un occultamento doloso del debito, atto a sospendere la prescrizione, ma richiede una valutazione specifica del dolo da parte del giudice di merito.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Contributi INPS: La Cassazione Fissa il Termine

La gestione dei propri obblighi previdenziali è un aspetto cruciale per ogni libero professionista. Comprendere i meccanismi della prescrizione contributi INPS è fondamentale per evitare spiacevoli sorprese e per tutelare i propri diritti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 24191 del 9 settembre 2024, ha fornito chiarimenti essenziali su due aspetti chiave: il momento esatto in cui inizia a decorrere il termine di prescrizione e le condizioni per cui si possa parlare di occultamento doloso del debito.

Il Contesto del Caso: Un Professionista e la Gestione Separata

La vicenda nasce dall’impugnazione, da parte di un avvocato iscritto alla Gestione Separata dell’INPS, di un avviso di addebito per contributi non versati relativi all’anno 2011. Il professionista eccepiva l’avvenuta prescrizione del credito dell’ente previdenziale. Il caso, dopo un primo grado favorevole al ricorrente, giungeva dinanzi alla Corte d’Appello, che ribaltava la decisione.

La Decisione della Corte d’Appello: Due Pilastri a Sostegno dell’Ente

I giudici di secondo grado avevano rigettato la domanda del professionista sulla base di una duplice argomentazione (una cosiddetta duplice ratio decidendi):

1. Decorrenza della prescrizione: Secondo la Corte territoriale, il termine quinquennale di prescrizione non doveva iniziare dalla scadenza per il versamento, ma dal momento della presentazione della dichiarazione dei redditi.
2. Occultamento doloso: In ogni caso, la mancata compilazione del quadro RR della dichiarazione dei redditi, dedicato ai contributi previdenziali, configurava un occultamento doloso del debito. Tale condotta, ai sensi dell’art. 2941, n. 8 del codice civile, avrebbe comportato la sospensione del termine di prescrizione.

L’Analisi sulla Prescrizione Contributi INPS della Cassazione

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del professionista, cassando la sentenza d’appello e offrendo una lettura chiara e in linea con il suo orientamento consolidato.

Il Dies a Quo: Quando Inizia a Decorrere la Prescrizione?

Il primo punto affrontato riguarda il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il calcolo della prescrizione. La Suprema Corte ha ribadito con forza un principio fondamentale: la prescrizione dei contributi dovuti alla Gestione Separata decorre non dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi, bensì dal momento in cui, per legge, è dovuto il pagamento dei contributi.

La dichiarazione dei redditi, spiegano i giudici, è una mera ‘dichiarazione di scienza’, con cui il contribuente comunica dati di cui è a conoscenza. Il vero momento rilevante è la scadenza legale del versamento. Nel caso di specie, per i redditi 2011, la scadenza era stata fissata al 9 luglio 2012. È da quella data che l’INPS avrebbe dovuto calcolare i cinque anni per far valere il proprio credito.

Occultamento Doloso: La Mancata Compilazione del Quadro RR non Basta

Anche il secondo argomento della Corte d’Appello è stato smontato. La Cassazione ha affermato che non esiste un automatismo tra la mancata compilazione del quadro RR e l’occultamento doloso del debito contributivo. Il dolo, ovvero l’intenzione fraudolenta di nascondere il debito, richiede un accertamento di fatto specifico che deve essere compiuto dal giudice di merito.

La Corte d’Appello aveva invece errato nel desumere il dolo dal solo dato fattuale dell’omissione, senza considerare alcun altro elemento. Questo ‘automatismo’, secondo la Cassazione, è da respingere. Per sospendere la prescrizione, l’ente previdenziale deve provare l’intento fraudolento del professionista, e non può limitarsi a constatare una semplice omissione dichiarativa.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Cassazione si fondano sulla necessità di garantire certezza giuridica nei rapporti tra contribuente ed ente previdenziale. Ancorare la decorrenza della prescrizione a una data fissa e certa per legge (la scadenza del pagamento) risponde a questa esigenza. Allo stesso modo, subordinare la sospensione della prescrizione per occultamento doloso a una rigorosa prova dell’intento fraudolento tutela il contribuente da interpretazioni automatiche e potenzialmente punitive di semplici errori o omissioni.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida principi di grande importanza per tutti i professionisti e i lavoratori autonomi. In sintesi:

1. La prescrizione dei contributi INPS inizia a decorrere dalla scadenza legale per il pagamento, non dalla data di presentazione della dichiarazione.
2. L’omessa compilazione del quadro RR non è sufficiente, da sola, a provare un occultamento doloso che sospenda la prescrizione. È necessario un accertamento concreto dell’intenzione fraudolenta.

La Corte ha quindi cassato la sentenza e rinviato la causa alla Corte d’Appello di Ancona, che dovrà nuovamente decidere sulla base dei principi enunciati.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per i contributi INPS dovuti alla Gestione Separata?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione quinquennale decorre dalla data in cui i contributi devono essere legalmente versati, non dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi, che è considerata una mera dichiarazione di scienza.

L’omessa compilazione del quadro RR nella dichiarazione dei redditi sospende la prescrizione?
No, non automaticamente. La Suprema Corte ha stabilito che la mancata compilazione del quadro RR non integra di per sé un occultamento doloso del debito. Per sospendere la prescrizione ai sensi dell’art. 2941 n. 8 c.c., è necessario che il giudice di merito accerti in concreto l’intenzione dolosa (fraudolenta) del contribuente di nascondere il debito.

Qual è il valore giuridico della dichiarazione dei redditi ai fini della prescrizione contributiva?
La dichiarazione dei redditi è qualificata dalla Corte come una ‘dichiarazione di scienza’, ovvero un atto con cui il contribuente si limita a comunicare fatti a sua conoscenza. Non è l’atto che determina l’esigibilità del credito contributivo, la quale è invece fissata dalla legge con i termini di pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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