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Prescrizione contributi INPS: no sospensione per RR omesso

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha confermato la prescrizione dei contributi INPS dovuti da un professionista alla Gestione Separata. I giudici hanno stabilito che l’omessa compilazione del quadro RR nella dichiarazione dei redditi non costituisce automaticamente un occultamento doloso del debito e, pertanto, non sospende il decorso della prescrizione. Il termine inizia a decorrere dalla scadenza del pagamento e non dalla data di presentazione della dichiarazione.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Contributi INPS: L’Omissione del Quadro RR Non Sospende i Termini

La questione della prescrizione contributi INPS per i professionisti iscritti alla Gestione Separata è un tema di costante attualità. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: la mancata compilazione del quadro RR nella dichiarazione dei redditi non è sufficiente a sospendere il decorso della prescrizione. Vediamo nel dettaglio i fatti e le motivazioni di questa importante decisione.

I Fatti di Causa: Il Professionista contro l’Ente Previdenziale

Il caso ha origine dalla pretesa dell’Ente previdenziale nei confronti di un architetto, lavoratore subordinato ma anche professionista con un reddito annuo inferiore a 5.000 euro, per il pagamento di contributi relativi agli anni 2009 e 2010. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione al professionista, dichiarando i crediti contributivi prescritti.

L’Ente ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo due argomentazioni principali:
1. L’impossibilità di accertare il reddito a causa dell’omessa compilazione del quadro RR nella dichiarazione dei redditi del professionista, presentata nell’ottobre 2011. Secondo l’Ente, tale omissione configurerebbe un occultamento doloso del debito, idoneo a sospendere la prescrizione ai sensi dell’art. 2935 c.c.
2. L’effetto di alcuni D.P.C.M. che avevano spostato i termini per il versamento dei contributi, i quali avrebbero dovuto, a suo dire, spostare anche il dies a quo della prescrizione.

Il professionista ha resistito con controricorso, proponendo a sua volta un ricorso incidentale condizionato per contestare l’obbligo contributivo nel merito.

La Decisione della Corte: La Prescrizione dei Contributi INPS è Confermata

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso principale dell’Ente, ritenendolo infondato, e ha dichiarato assorbito il ricorso incidentale del professionista. La decisione si basa su principi consolidati in materia di prescrizione dei crediti previdenziali, ribadendo concetti chiave per la tutela dei diritti dei contribuenti.

L’Omissione del Quadro RR non è Occultamento Doloso

Il punto centrale della controversia era stabilire se l’omessa compilazione del quadro RR potesse essere considerata un comportamento doloso del debitore volto a nascondere il debito, tale da impedire al termine di prescrizione di iniziare a decorrere. La Corte, richiamando una propria precedente ordinanza (n. 37529/2021), ha escluso categoricamente questo automatismo.

I giudici hanno chiarito che la valutazione sull’occultamento doloso è rimessa al giudice di merito e non può essere presunta dalla semplice mancata compilazione di una sezione della dichiarazione fiscale. Spetta all’Ente dimostrare l’intento fraudolento del contribuente, non basta la mera omissione.

Il Momento in cui Inizia a Decorrere la Prescrizione

La Corte ha inoltre ribadito un altro principio fondamentale: il diritto ai contributi sorge nel momento in cui il reddito viene prodotto. Di conseguenza, tale diritto può essere fatto valere sin dalla scadenza del termine legale per il pagamento dei contributi stessi. La data di presentazione della dichiarazione dei redditi, anche se tardiva, è irrilevante per determinare l’inizio del decorso della prescrizione.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha smontato la tesi difensiva dell’Ente previdenziale punto per punto. Ha specificato che non esiste un legame automatico tra la mancata compilazione del quadro RR e l’occultamento doloso del debito contributivo. Tale accertamento è una valutazione di merito che spetta al giudice e che deve basarsi su prove concrete dell’intento fraudolento.
Inoltre, il diritto ai contributi sorge con la produzione del reddito e diventa esigibile alla scadenza del termine di pagamento, indipendentemente dalla presentazione della dichiarazione. Anche l’argomento relativo allo spostamento dei termini di prescrizione a causa dei D.P.C.M. è stato respinto. La Corte ha osservato che gli atti interruttivi dell’Ente erano stati notificati in date (20.7.2015 e 27.7.2016) successive alla maturazione della prescrizione per i contributi del 2009 e 2010. Una volta che la prescrizione è compiuta, il diritto è estinto e non può essere “resuscitato” da eventi successivi.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale favorevole al contribuente, ponendo limiti chiari all’azione di accertamento dell’Ente previdenziale. Si riafferma che la prescrizione è un istituto di certezza del diritto e che l’onere di vigilare sulla corretta applicazione delle norme contributive spetta all’Ente, il quale deve agire tempestivamente per interrompere i termini. La semplice omissione formale da parte del professionista nella dichiarazione dei redditi non è sufficiente, in assenza di prove di un comportamento doloso, a sospendere il decorso del tempo e a giustificare una pretesa creditoria ormai estinta.

L’omessa compilazione del quadro RR nella dichiarazione dei redditi sospende la prescrizione dei contributi INPS?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non esiste un automatismo tra la mancata compilazione del quadro RR e l’occultamento doloso del debito. Pertanto, la semplice omissione non sospende di per sé il termine di prescrizione.

Da quando inizia a decorrere il termine di prescrizione per i contributi dovuti alla Gestione Separata?
Il termine di prescrizione inizia a decorrere dalla scadenza del termine stabilito per il pagamento dei contributi stessi, e non dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi, anche qualora questa fosse presentata in ritardo.

Le proroghe dei termini di pagamento concesse tramite D.P.C.M. influiscono sulla prescrizione già maturata?
No. Se gli atti con cui l’ente previdenziale interrompe la prescrizione vengono notificati dopo che il termine di prescrizione è già scaduto, le proroghe precedenti non hanno l’effetto di far rivivere un diritto che si è già estinto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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