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Prescrizione contributi INPS: il DPCM sposta i termini

La Corte di Cassazione ha stabilito che un decreto ministeriale (DPCM) che differisce il termine per il pagamento dei contributi previdenziali sposta in avanti anche la data di decorrenza della prescrizione. In un caso riguardante un professionista iscritto alla Gestione Separata, la Corte ha annullato le decisioni dei giudici di merito che avevano dichiarato estinto il debito per prescrizione, senza considerare la proroga dei termini di pagamento. Questa ordinanza chiarisce che il dies a quo per la prescrizione contributi INPS coincide con la scadenza effettiva del pagamento, inclusi eventuali differimenti normativi.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Contributi INPS: La Cassazione Sottolinea l’Importanza dei DPCM

L’ordinanza in esame affronta una questione cruciale per professionisti e lavoratori autonomi: il calcolo della prescrizione contributi INPS. La Corte di Cassazione ha chiarito che i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) che posticipano le scadenze dei versamenti previdenziali hanno un effetto diretto anche sul termine di prescrizione, facendolo decorrere dalla nuova data di scadenza. Questa decisione ribalta i precedenti gradi di giudizio e fornisce un principio fondamentale per la gestione dei debiti previdenziali.

I Fatti del Contenzioso

Un avvocato, iscritto alla Gestione Separata, si opponeva a una richiesta di pagamento di contributi relativi all’anno 2010 da parte dell’Ente previdenziale, sostenendo che il diritto di credito dell’Istituto fosse ormai estinto per prescrizione quinquennale. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione al professionista. Secondo i giudici di merito, il termine di cinque anni per la prescrizione era decorso, poiché non avevano tenuto conto di un DPCM che aveva prorogato la scadenza originaria per il pagamento di quei contributi. L’Ente previdenziale, ritenendo errata tale interpretazione, ha presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte e la prescrizione contributi INPS

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Istituto previdenziale, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa a un nuovo giudice. Il punto centrale della decisione è che il termine di prescrizione di un diritto inizia a decorrere solo dal momento in cui tale diritto può essere effettivamente esercitato. Se un DPCM sposta la data di scadenza per il versamento dei contributi, l’Ente può legittimamente richiederne il pagamento solo a partire da quella nuova data. Di conseguenza, il dies a quo (giorno iniziale) della prescrizione coincide con la scadenza prorogata e non con quella originaria.

La rilevanza dei differimenti normativi

La Corte ha ribadito un orientamento consolidato, affermando che la normativa sui termini di pagamento, inclusi i decreti ministeriali di proroga, integra e definisce il momento esatto in cui sorge l’obbligazione contributiva. Questi provvedimenti, pur essendo di natura regolamentare, hanno l’effetto di modificare i termini degli adempimenti fiscali e contributivi, con piene conseguenze anche sul piano della prescrizione.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano sull’articolo 2935 del Codice Civile, secondo cui la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. L’Ente non avrebbe potuto pretendere il pagamento dei contributi prima della scadenza fissata dal DPCM di proroga. La Corte d’Appello ha quindi errato nel considerare estinto il diritto dell’Istituto calcolando la prescrizione dalla data di scadenza originaria, ignorando il differimento. I giudici supremi hanno specificato che il differimento si applica oggettivamente a tutti i contribuenti che esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore, a prescindere dalla loro concreta situazione fiscale individuale. L’atto interruttivo della prescrizione inviato dall’Ente, essendo intervenuto prima dello scadere dei cinque anni calcolati dalla data prorogata, era quindi pienamente valido ed efficace.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Per i professionisti e i lavoratori autonomi, significa che per calcolare la prescrizione dei propri debiti contributivi non basta guardare alle scadenze ordinarie, ma è necessario verificare l’esistenza di eventuali decreti di proroga che potrebbero aver spostato in avanti il termine. Per l’Ente previdenziale, la decisione conferma la legittimità delle sue azioni di recupero crediti basate sui termini di pagamento effettivi, come modificati dalla normativa secondaria. In sintesi, la flessibilità dei termini di pagamento concessa dallo Stato si riflette direttamente sulla durata del potere di accertamento e riscossione dell’amministrazione finanziaria e previdenziale.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per i contributi INPS dovuti dai professionisti?
La prescrizione quinquennale inizia a decorrere dal giorno in cui scade il termine previsto per il pagamento dei contributi. Questo termine include eventuali differimenti o proroghe stabiliti da disposizioni di legge o decreti ministeriali (DPCM).

Un decreto ministeriale (DPCM) che posticipa la scadenza del pagamento dei contributi ha effetto anche sulla prescrizione?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il differimento del termine di pagamento previsto da un DPCM sposta in avanti anche il giorno da cui inizia a decorrere il termine di prescrizione. Il diritto dell’INPS a riscuotere il contributo può essere esercitato solo a partire dalla nuova scadenza.

La proroga dei termini di pagamento si applica a tutti i professionisti di un settore o solo ad alcuni?
La Corte ha chiarito che la proroga si applica sulla base di un criterio oggettivo, ovvero lo svolgimento di un’attività economica per la quale sono stati elaborati gli studi di settore. Non rileva la condizione soggettiva del singolo professionista o la sua effettiva sottomissione a un determinato regime fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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