LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione contributi: il DPCM sposta il termine

La Corte di Cassazione ha stabilito che la proroga del termine per il versamento dei contributi, disposta con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (D.P.C.M.), sposta in avanti anche la data da cui inizia a decorrere la prescrizione contributi. Nel caso esaminato, riguardante una professionista e l’ente previdenziale, è stato chiarito che il differimento si applica a tutte le attività economiche per cui sono previsti gli studi di settore, a prescindere dalla scelta fiscale soggettiva del singolo contribuente. Di conseguenza, la richiesta di pagamento dell’ente è stata ritenuta tempestiva, ribaltando la decisione della Corte d’Appello.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Contributi: Il Rinvio del Pagamento Sposta Anche la Decorrenza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per liberi professionisti e lavoratori autonomi: la decorrenza della prescrizione contributi in caso di proroga dei termini di versamento disposta da un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (D.P.C.M.). La Suprema Corte ha consolidato un principio fondamentale: se il termine per pagare slitta, slitta anche il punto di partenza per calcolare i cinque anni della prescrizione. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le sue importanti implicazioni.

Il Fatto al Centro della Causa

La controversia nasce dalla pretesa di pagamento di contributi previdenziali da parte dell’ente di previdenza nei confronti di una libera professionista, relativi all’anno 2009. Tali contributi avrebbero dovuto essere versati entro il 16 giugno 2010. Tuttavia, un D.P.C.M. aveva differito tale scadenza al 6 luglio 2010 per i soggetti esercenti attività economiche per le quali erano stati elaborati gli studi di settore.

La professionista riceveva la richiesta di pagamento il 26 giugno 2015 e sosteneva che il diritto dell’ente fosse ormai prescritto, essendo trascorsi più di cinque anni dalla scadenza originaria del 16 giugno 2010.

La Posizione dei Giudici di Merito

Sia in primo grado che in appello, i giudici avevano dato ragione alla professionista. La Corte d’Appello, in particolare, aveva ritenuto che la proroga disposta dal D.P.C.M. non fosse applicabile al caso specifico, e di conseguenza il termine di prescrizione quinquennale era iniziato a decorrere dalla data originaria. Poiché la lettera dell’ente era pervenuta quando tale termine era già spirato, la pretesa contributiva veniva dichiarata estinta.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso dell’ente previdenziale. I giudici supremi hanno ribadito un orientamento ormai consolidato, fondato su una chiara interpretazione delle norme. Il punto centrale della motivazione risiede nel collegamento tra il termine di pagamento e l’inizio della prescrizione. Il diritto dell’ente previdenziale a riscuotere i contributi sorge nel momento in cui questi diventano esigibili, ovvero alla scadenza del termine fissato per il pagamento. Se tale termine viene legalmente posticipato da un atto normativo come un D.P.C.M., anche il dies a quo (il giorno di partenza) della prescrizione si sposta in avanti. Pertanto, nel caso di specie, il quinquennio non andava calcolato dal 16 giugno 2010, ma dal 6 luglio 2010, data della nuova scadenza. La richiesta del 26 giugno 2015 risultava quindi pienamente tempestiva.

Un altro aspetto cruciale chiarito dalla Corte riguarda l’ambito di applicazione della proroga. Il beneficio del differimento non si applica solo a chi è concretamente assoggettato agli studi di settore, ma a tutti i contribuenti che esercitano attività economiche per le quali tali studi sono stati elaborati. Ciò che rileva è il fattore oggettivo (il tipo di attività svolta), non la condizione soggettiva del singolo professionista e il suo specifico regime fiscale. Questo allarga notevolmente la platea dei soggetti interessati dalla proroga e, di conseguenza, dallo slittamento della prescrizione.

Le Conclusioni

La sentenza impugnata è stata cassata e la causa rinviata alla Corte d’Appello, che dovrà decidere nuovamente la controversia attenendosi ai principi stabiliti dalla Cassazione. La conclusione pratica per tutti i professionisti e lavoratori autonomi è di fondamentale importanza: ogni qualvolta un D.P.C.M. dispone una proroga dei termini di versamento dei contributi, è necessario considerare che tale differimento ha un impatto diretto non solo sulla scadenza del pagamento, ma anche sul calcolo della prescrizione contributi. Ignorare questo collegamento può portare a un’errata valutazione sulla possibile estinzione del debito previdenziale, con conseguenze significative in caso di contenzioso.

La proroga dei termini di versamento dei contributi concessa da un D.P.C.M. influisce sulla data di inizio della prescrizione?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la proroga del termine per il versamento dei contributi sposta in avanti anche il giorno da cui inizia a decorrere il termine di prescrizione quinquennale (dies a quo).

Per applicare la proroga dei termini, è necessario che il professionista sia concretamente assoggettato agli studi di settore?
No. La Corte ha chiarito che il differimento si applica a tutti coloro che esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore. Rileva il fattore oggettivo dell’attività svolta, non la condizione soggettiva del singolo professionista o il suo regime fiscale specifico.

Qual è stato l’esito finale della sentenza di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, ha cassato la sentenza della Corte d’Appello e ha rinviato la causa allo stesso giudice di merito, in diversa composizione, affinché decida nuovamente la questione applicando i principi di diritto affermati dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati