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Prescrizione contributi Gestione separata: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24134/2024, ha rigettato il ricorso dell’ente previdenziale, confermando un principio consolidato in materia di prescrizione contributi Gestione separata. Il termine di prescrizione decorre dalla scadenza del termine per il pagamento dei contributi e non dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. Quest’ultima, infatti, non costituisce presupposto del credito, ma una mera esternazione di scienza.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione contributi Gestione separata: la Cassazione fissa il dies a quo

Con la recente ordinanza n. 24134 del 2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema di grande interesse per i professionisti e i lavoratori autonomi: la prescrizione contributi Gestione separata. La Suprema Corte ha ribadito un principio ormai consolidato, chiarendo in modo definitivo da quale momento inizia a decorrere il termine per l’ente previdenziale per richiedere il pagamento dei contributi omessi.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla richiesta di pagamento di contributi previdenziali per l’anno 2004, avanzata dall’ente nazionale di previdenza nei confronti di un professionista iscritto alla Gestione Separata. La Corte d’Appello competente aveva dichiarato il credito estinto per intervenuta prescrizione. Secondo i giudici di secondo grado, il termine per la richiesta era già decorso.

L’ente previdenziale, non condividendo tale interpretazione, ha proposto ricorso per cassazione. La tesi dell’ente era che il termine di prescrizione dovesse iniziare a decorrere non dalla scadenza del termine per il versamento dei contributi, bensì dalla data (successiva) di scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Secondo questa visione, solo con la dichiarazione l’ente verrebbe a conoscenza del reddito prodotto e, di conseguenza, del credito contributivo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’ente previdenziale, confermando la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno stabilito che il momento da cui far partire il conteggio della prescrizione è la data di scadenza del termine per il pagamento dei contributi, e non quella per la presentazione della dichiarazione dei redditi.

Le Motivazioni della Sentenza sulla prescrizione contributi

La motivazione della Corte si fonda su un principio giuridico chiaro e consolidato, richiamando una serie di precedenti pronunce conformi. Il fulcro del ragionamento risiede nella natura del credito contributivo e della dichiarazione dei redditi.

I giudici hanno spiegato che l’obbligazione contributiva sorge nel momento stesso in cui viene prodotto il reddito che ne costituisce la base imponibile. Il diritto dell’ente a riscuotere tali contributi diventa esigibile alla scadenza del termine fissato dalla legge per il loro versamento. È da questo preciso momento, quindi, che il diritto può essere fatto valere e, di conseguenza, inizia a decorrere il termine di prescrizione, come previsto dall’art. 2935 del Codice Civile.

La dichiarazione dei redditi, al contrario, non è un atto che costituisce il credito. Essa è qualificata dalla giurisprudenza come una mera “esternazione di scienza”, ovvero un atto con cui il contribuente comunica all’amministrazione finanziaria (e di riflesso a quella previdenziale) i fatti rilevanti ai fini impositivi e contributivi. La dichiarazione non crea l’obbligazione, ma si limita a renderla nota. Pertanto, far decorrere la prescrizione dalla sua presentazione significherebbe collegare l’esercizio di un diritto a un adempimento del debitore che è successivo al sorgere del diritto stesso, in contrasto con i principi generali dell’ordinamento.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento fondamentale per la tutela dei professionisti e dei lavoratori autonomi. La decisione chiarisce che l’ente previdenziale deve attivarsi per la riscossione dei crediti entro il termine di prescrizione (generalmente quinquennale) che decorre dalla scadenza di pagamento dei contributi stessi. L’eventuale successiva presentazione della dichiarazione dei redditi non sposta in avanti tale termine. Per i contribuenti, ciò significa avere certezza sui tempi entro i quali possono essere richieste somme arretrate, evitando che l’inerzia dell’ente possa prolungare indefinitamente lo stato di incertezza. Di contro, l’ente previdenziale è chiamato a una maggiore tempestività nei controlli e nelle azioni di recupero del credito.

Da quale momento decorre la prescrizione dei contributi dovuti alla Gestione Separata?
La prescrizione decorre dalla data di scadenza del termine per il pagamento dei contributi, e non dalla data successiva di presentazione della dichiarazione dei redditi.

La presentazione della dichiarazione dei redditi è un presupposto per la nascita del credito contributivo dell’ente previdenziale?
No, la dichiarazione dei redditi non è un presupposto del credito contributivo. È considerata una mera ‘esternazione di scienza’, cioè una comunicazione di dati già esistenti, e non un atto che crea l’obbligazione di pagamento.

Quale principio giuridico generale regola l’inizio della prescrizione in questo caso?
Il principio, sancito dall’art. 2935 del codice civile, è che la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. Nel caso dei contributi, questo giorno coincide con la scadenza del termine di pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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