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Prescrizione contributi gestione separata: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la prescrizione dei contributi gestione separata decorre dalla scadenza del termine di pagamento, anche se questo è stato posticipato da un decreto governativo. In un caso riguardante un professionista, l’ente previdenziale aveva richiesto il pagamento per gli anni 2009 e 2010. La Corte ha ritenuto le richieste tempestive perché i termini di pagamento erano stati differiti, spostando di conseguenza l’inizio del periodo di prescrizione e rendendo legittima l’azione dell’ente.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Contributi Gestione Separata: La Cassazione e il Rinvio dei Termini

La corretta determinazione della decorrenza dei termini è un elemento cruciale nel diritto previdenziale. In particolare, la prescrizione contributi gestione separata rappresenta un tema di costante dibattito, specialmente quando intervengono proroghe governative sulle scadenze dei versamenti. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che il termine di prescrizione inizia a decorrere dalla nuova scadenza differita, e non da quella originaria. Questa decisione ha importanti implicazioni per professionisti e lavoratori autonomi iscritti a tale gestione.

I Fatti di Causa: Un Contenzioso sui Contributi Previdenziali

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento emesso da un ente previdenziale nei confronti di un avvocato per il mancato versamento dei contributi dovuti alla Gestione Separata per le annualità 2009 e 2010. L’ente aveva inviato le richieste di pagamento rispettivamente nel giugno 2015 per l’anno 2009 e nel luglio 2016 per l’anno 2010.

Il professionista si era opposto a tali richieste, sostenendo che fossero ormai prescritte. Inizialmente, il Tribunale aveva dato ragione all’ente, ma la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, accogliendo le ragioni del professionista.

La Decisione della Corte d’Appello

Secondo la Corte d’Appello, le richieste di pagamento erano tardive perché intervenute oltre il termine di prescrizione quinquennale, che secondo i giudici decorreva dalla scadenza originaria dei pagamenti. Inoltre, la Corte territoriale aveva escluso che la mancata compilazione del quadro RR nella dichiarazione dei redditi costituisse un doloso occultamento del debito, un comportamento che avrebbe potuto sospendere il decorso della prescrizione.

Il Ruolo Decisivo sulla Prescrizione Contributi Gestione Separata

Insoddisfatto della sentenza di secondo grado, l’ente previdenziale ha presentato ricorso in Cassazione. Il motivo principale del ricorso si basava sulla violazione di diverse norme di legge, sostenendo che la Corte d’Appello non avesse correttamente considerato l’effetto delle proroghe dei termini di versamento, disposte con appositi Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), sulla decorrenza della prescrizione. L’ente ha argomentato che tali differimenti avessero spostato in avanti anche il ‘dies a quo’, ovvero il giorno da cui inizia a calcolarsi il termine prescrittivo.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno ribadito un principio di diritto già consolidato con una precedente sentenza (Cass. n. 10273/2021). In materia previdenziale, la prescrizione dei contributi dovuti alla Gestione Separata decorre dal momento in cui scadono i termini per il pagamento.

Di conseguenza, qualsiasi differimento di tali termini, come quello previsto dai DPCM per gli anni 2009 e 2010, assume un’importanza cruciale. Nello specifico, i termini per i versamenti erano stati posticipati rispettivamente al 6 luglio 2010 e al 6 luglio 2011. Pertanto, le richieste di pagamento inviate dall’ente nel 2015 e nel 2016 risultavano idonee a interrompere la prescrizione, in quanto presentate prima della scadenza del quinquennio calcolato a partire dalle date differite.

La sentenza impugnata, non avendo tenuto conto di questo principio, è stata cassata.

Le Conclusioni

La Corte ha annullato la sentenza della Corte d’Appello e ha rinviato la causa allo stesso tribunale, ma in diversa composizione, affinché decida nuovamente la controversia attenendosi al principio di diritto enunciato. Questa ordinanza rafforza un orientamento giurisprudenziale chiaro: le proroghe legali dei termini di versamento dei contributi previdenziali hanno l’effetto di posticipare anche l’inizio della decorrenza della prescrizione. Per i contribuenti, ciò significa che il periodo entro cui l’ente può legittimamente richiedere il pagamento si allunga di conseguenza, richiedendo una maggiore attenzione nella gestione delle scadenze fiscali e previdenziali, anche quelle soggette a rinvii.

Da quando decorre la prescrizione dei contributi dovuti alla Gestione Separata?
La prescrizione decorre dal momento in cui scadono i termini previsti per il pagamento dei contributi stessi.

Una proroga governativa del termine di pagamento ha effetti sulla prescrizione?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il differimento del termine di pagamento, disposto ad esempio con un DPCM, sposta in avanti anche il giorno da cui inizia a decorrere il termine di prescrizione.

Le richieste di pagamento dell’ente previdenziale erano tempestive nel caso di specie?
Sì, le richieste sono state ritenute tempestive. Poiché i termini di pagamento per i contributi 2009 e 2010 erano stati posticipati al 6 luglio 2010 e al 6 luglio 2011, le richieste dell’ente, inviate nel 2015 e 2016, sono arrivate prima della scadenza del quinquennio di prescrizione calcolato da quelle nuove date.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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