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Prescrizione contributi: da quando decorre il termine?

Un contribuente ha contestato una richiesta di pagamento dell’INPS per contributi del 2012, sostenendo l’avvenuta prescrizione del credito. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: la prescrizione contributi di cinque anni inizia a decorrere dalla data di scadenza del versamento, anche se prorogata da un decreto, ma non dal termine successivo concesso per il pagamento con maggiorazione. Di conseguenza, la richiesta dell’ente previdenziale è stata considerata tardiva e il debito estinto.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Contributi: La Cassazione Chiarisce il Momento Esatto della Decorrenza

La corretta individuazione del termine iniziale per il calcolo della prescrizione contributi è un tema di cruciale importanza per lavoratori autonomi e professionisti. Con l’ordinanza n. 35105/2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo, specificando che il quinquennio decorre dalla scadenza originaria (o prorogata senza oneri), e non da eventuali ulteriori termini che consentono il pagamento con una maggiorazione. Analizziamo questa importante pronuncia.

Il Fatto: Contributi del 2012 e la Contestazione sulla Prescrizione

Un contribuente si è opposto a un avviso di addebito emesso dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (I.N.P.S.) per il pagamento di contributi relativi all’anno 2012, dovuti alla gestione separata. Il contribuente sosteneva che il diritto dell’ente alla riscossione fosse ormai estinto per prescrizione.

I giudici di merito, sia in primo grado che in appello, avevano dato ragione all’ente previdenziale. La loro tesi si basava sul fatto che il termine per il versamento dei contributi del 2012, originariamente fissato al 17 giugno 2013, era stato differito da un D.P.C.M. all’8 luglio 2013, con la possibilità di pagare, con una piccola maggiorazione, fino al 20 agosto 2013. Secondo la Corte d’Appello, il termine di prescrizione doveva essere calcolato da quest’ultima data, rendendo tempestiva la richiesta di pagamento inviata dall’INPS nel luglio 2018.

La Decisione della Cassazione sulla Prescrizione Contributi

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la decisione dei giudici di merito, accogliendo il ricorso del contribuente. Gli Ermellini hanno affermato che il primo motivo di ricorso, centrato sull’errata interpretazione delle norme sulla decorrenza della prescrizione (art. 2935 c.c.), era fondato.

La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello, in diversa composizione, affinché riesamini il caso applicando il principio di diritto corretto. La decisione implica che il debito contributivo era effettivamente prescritto al momento della richiesta dell’INPS.

Le Motivazioni: il ‘Dies a Quo’ della Prescrizione

Il cuore della motivazione risiede nell’individuazione del cosiddetto dies a quo, ovvero il giorno dal quale il diritto può essere fatto valere e, di conseguenza, inizia a decorrere il termine di prescrizione. La Cassazione ha chiarito i seguenti punti fondamentali:

1. Decorrenza dalla Scadenza del Versamento: Ai sensi della normativa vigente, la prescrizione dei contributi obbligatori inizia a decorrere «dal giorno in cui i singoli contributi dovevano essere versati».
2. Rilevanza del Differimento ‘Gratuito’: Un D.P.C.M. che posticipa il termine di versamento ha pieno effetto nel spostare in avanti l’inizio della prescrizione. Tuttavia, rileva solo il termine di differimento che non comporta alcuna maggiorazione per il contribuente. Nel caso di specie, questo termine era l’8 luglio 2013.
3. Irrilevanza del Termine ‘Oneroso’: La possibilità di pagare ulteriormente fino al 20 agosto 2013, seppur con una maggiorazione, non sposta il dies a quo della prescrizione. Questa facoltà è considerata una sorta di sanatoria per un adempimento già tardivo e non un nuovo termine di scadenza ordinario. Pertanto, il diritto dell’INPS poteva essere fatto valere già a partire dal 9 luglio 2013.

Di conseguenza, il quinquennio di prescrizione è scaduto l’8 luglio 2018. La richiesta dell’INPS, inviata il 12 luglio 2018, è giunta quando il diritto si era già estinto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza della Corte di Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per tutti i contribuenti. Il principio affermato è chiaro: ai fini del calcolo della prescrizione contributi, non si deve guardare all’ultima data utile per un pagamento tardivo e maggiorato, ma alla data di scadenza effettiva dell’obbligazione, anche se prorogata da un provvedimento normativo. Questa pronuncia rafforza la certezza del diritto e fornisce ai contribuenti uno strumento chiaro per difendersi da richieste di pagamento tardive da parte degli enti previdenziali, sottolineando che le agevolazioni per i pagamenti ritardati non possono avere l’effetto di prolungare indefinitamente i termini di prescrizione a svantaggio del debitore.

Da quando inizia a decorrere la prescrizione per i contributi previdenziali?
La prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui i contributi devono essere versati. Se un decreto (D.P.C.M.) sposta questa scadenza, il termine di prescrizione decorre dalla nuova data, purché non sia previsto il pagamento di una maggiorazione.

Una proroga del termine di pagamento con maggiorazione sposta l’inizio della prescrizione contributi?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la possibilità di pagare oltre la scadenza prorogata, applicando una maggiorazione, è una facoltà onerosa che non sposta in avanti il termine iniziale della prescrizione. La prescrizione decorre sempre dalla scadenza “non onerosa”.

Qual è il valore di un D.P.C.M. che modifica i termini di versamento dei contributi?
Un D.P.C.M. che proroga i termini di pagamento è una fonte normativa a tutti gli effetti che integra le previsioni di legge. Pertanto, la nuova scadenza fissata dal decreto diventa il riferimento per calcolare l’inizio della prescrizione, ma solo per il termine senza oneri aggiuntivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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