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Prescrizione benefici amianto: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33253/2024, ha stabilito un principio cruciale in tema di prescrizione benefici amianto. Il caso riguarda una ex lavoratrice che aveva richiesto la rivalutazione contributiva per esposizione ad amianto. La Corte d’Appello aveva respinto la domanda, ritenendo il diritto prescritto perché la richiesta era stata presentata oltre dieci anni dopo il pensionamento. La Cassazione ha cassato questa decisione, affermando che il termine di prescrizione non decorre automaticamente dalla data di pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore ha acquisito la consapevolezza o la concreta conoscibilità del proprio diritto. Stabilire questo momento richiede un accertamento specifico dei fatti, non una presunzione automatica.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Benefici Amianto: La Consapevolezza del Lavoratore è Decisiva, non il Pensionamento

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 33253/2024) ha riaffermato un principio fondamentale in materia di prescrizione benefici amianto. La Suprema Corte ha chiarito che il termine decennale per richiedere la rivalutazione contributiva non decorre automaticamente dalla data di pensionamento, bensì dal momento in cui il lavoratore acquisisce una concreta consapevolezza della sua esposizione e del diritto che ne deriva. Questa decisione protegge i diritti dei lavoratori, spesso ignari per anni delle conseguenze della loro attività lavorativa.

Il Caso: Dalla Fabbrica alle Aule di Giustizia

La vicenda riguarda una lavoratrice, dipendente di uno stabilimento chimico dal 1969 al 1981, che, dopo essere andata in pensione nel gennaio 2006, presentava nel febbraio 2017 una domanda all’ente previdenziale per ottenere i benefici contributivi legati all’esposizione ad amianto.

La Corte d’Appello, riformando la sentenza di primo grado, aveva dichiarato il diritto prescritto. Secondo i giudici di merito, il termine di prescrizione decennale era iniziato a decorrere dalla data di pensionamento, momento ultimo in cui i requisiti per il beneficio si sarebbero perfezionati. Poiché la domanda era stata presentata oltre dieci anni dopo, la richiesta veniva respinta.

La lavoratrice ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato nell’individuare il dies a quo della prescrizione, non tenendo conto del momento effettivo in cui era venuta a conoscenza del suo diritto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della lavoratrice, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame. I giudici di legittimità hanno censurato l’automatismo applicato dalla corte territoriale, definendolo un’inferenza logica priva di un’effettiva valutazione delle prove.

Le Motivazioni: la Consapevolezza è il Momento Chiave della Prescrizione Benefici Amianto

Il cuore della motivazione della Cassazione risiede nell’applicazione dell’art. 2935 del Codice Civile, secondo cui la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. Nel contesto dei benefici per l’esposizione ad amianto, questo momento non coincide né con la cessazione del rapporto di lavoro né, automaticamente, con il pensionamento.

La Corte ha ribadito la sua giurisprudenza consolidata: il diritto alla rivalutazione contributiva, pur essendo autonomo dal diritto alla pensione, è soggetto a prescrizione decennale che decorre «dal momento in cui l’interessato abbia avuto conoscenza o potesse avere conoscenza del fatto di essere stato esposto oltre soglia ad amianto, durante le proprie lavorazioni».

La Corte d’Appello ha errato perché:

1. Ha creato una presunzione automatica: Ha collegato ‘necessariamente’ l’inizio della prescrizione alla data di pensionamento, senza alcuna prova che in quel momento la lavoratrice fosse consapevole della sua esposizione qualificata e dei diritti conseguenti.
2. Ha ignorato il fattore ‘conoscibilità’: Non ha svolto alcun accertamento per individuare il momento specifico in cui la lavoratrice avesse acquisito (o avrebbe potuto acquisire con ordinaria diligenza) la consapevolezza necessaria per esercitare il suo diritto.
3. Ha svalutato le prove: La lavoratrice aveva presentato una domanda di certificazione all’INAIL nel 2017, un fatto che poteva indicare una consapevolezza acquisita solo in quel periodo, ma che la Corte territoriale non ha adeguatamente considerato.

In sostanza, non si può presumere che un lavoratore sia consapevole dei rischi corsi e dei suoi diritti solo perché ha smesso di lavorare o è andato in pensione. Tale consapevolezza deve essere accertata in modo positivo e puntuale dal giudice di merito.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rafforza la tutela dei lavoratori esposti a fattori di rischio come l’amianto. Le implicazioni pratiche sono significative:

* Nessun automatismo: I tribunali non possono più respingere le domande di benefici per esposizione ad amianto basandosi sul semplice calcolo di dieci anni dalla data di pensionamento.
* Onere della prova: Sarà necessario un accertamento caso per caso per determinare quando il lavoratore ha effettivamente preso coscienza del proprio diritto. La presentazione di domande ad altri enti (come l’INAIL) o altre circostanze specifiche diventano elementi di prova cruciali.
* Tutela rafforzata: I lavoratori che scoprono solo tardivamente di aver diritto a benefici previdenziali a causa di esposizioni nocive passate hanno maggiori possibilità di vedere riconosciuti i loro diritti, anche a distanza di molti anni dalla fine dell’attività lavorativa.

Quando inizia a decorrere la prescrizione decennale per i benefici contributivi legati all’amianto?
La prescrizione inizia a decorrere non automaticamente dalla data di pensionamento, ma dal momento in cui l’interessato ha avuto conoscenza effettiva, o avrebbe potuto averla usando l’ordinaria diligenza, del fatto di essere stato esposto ad amianto oltre la soglia di legge e del conseguente diritto ai benefici.

La data di pensionamento è irrilevante ai fini della prescrizione di questo diritto?
Non è automaticamente il punto di partenza (dies a quo). La Corte di Cassazione ha stabilito che collegare ‘necessariamente’ l’inizio della prescrizione al pensionamento è un errore, in quanto non dimostra di per sé l’acquisizione della consapevolezza del diritto da parte del lavoratore. Questo momento deve essere accertato in concreto dal giudice.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo specifico caso?
La Corte ha annullato (cassato) la sentenza della Corte d’Appello che aveva respinto la domanda della lavoratrice. Ha rinviato il caso alla stessa Corte d’Appello affinché proceda a un nuovo esame, basandosi sul principio che la prescrizione decorre dalla conoscenza o conoscibilità del diritto e non meccanicamente dalla data del pensionamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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