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Prescrizione amianto: la decorrenza è la consapevolezza

Un pensionato ha richiesto la rivalutazione dei contributi per esposizione all’amianto. La Corte di Cassazione, riformando la decisione di merito, ha stabilito che la prescrizione amianto decorre non dal pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce la consapevolezza dell’esposizione. L’onere di provare tale consapevolezza spetta all’ente previdenziale che eccepisce la prescrizione.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Amianto: La Cassazione Fissa il Momento della Consapevolezza

L’ordinanza n. 4898/2024 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale in materia di diritto del lavoro e previdenza: la prescrizione amianto. In particolare, la Suprema Corte chiarisce da quale momento inizia a decorrere il termine per richiedere la maggiorazione contributiva legata all’esposizione a questa sostanza nociva. La decisione ribalta un orientamento restrittivo, stabilendo che il diritto può essere esercitato a partire dalla consapevolezza dell’esposizione, e non necessariamente dalla data di pensionamento, con importanti conseguenze per i lavoratori.

I Fatti di Causa: la Domanda del Pensionato

Il caso ha origine dalla domanda di un pensionato volta a ottenere la rivalutazione dei contributi previdenziali a causa della sua pregressa esposizione all’amianto, come previsto dalla legge n. 257 del 1992. Inizialmente, la sua richiesta era stata accolta dal Tribunale di primo grado.

Successivamente, la Corte d’Appello aveva riformato la sentenza, rigettando la domanda. Secondo i giudici di secondo grado, il diritto del pensionato era ormai prescritto, poiché il termine per esercitarlo era iniziato a decorrere dalla data del pensionamento. La Corte territoriale aveva inoltre ritenuto che spettasse al lavoratore dimostrare che la consapevolezza dell’esposizione fosse sorta in un momento successivo, prova che nel caso di specie non era stata fornita.

Contro questa decisione, il pensionato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando la violazione di diverse norme, tra cui quelle relative alla decorrenza della prescrizione e all’onere della prova.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Prescrizione Amianto

La Corte di Cassazione ha accolto i motivi di ricorso del lavoratore, cassando la sentenza della Corte d’Appello e rinviando la causa a quest’ultima in diversa composizione. La Suprema Corte ha ribadito un principio di diritto consolidato e fondamentale in materia.

Il punto centrale della decisione è il cosiddetto dies a quo, ovvero il giorno da cui inizia a decorrere il termine di prescrizione. Contrariamente a quanto stabilito dalla corte territoriale, la Cassazione ha affermato che la prescrizione del diritto alla maggiorazione contributiva per esposizione all’amianto decorre dal momento in cui il lavoratore acquisisce la consapevolezza di tale esposizione e dei suoi potenziali effetti.

Inoltre, la Corte ha specificato che l’onere di provare il momento in cui tale consapevolezza è sorta non spetta al lavoratore, ma alla parte che eccepisce la prescrizione, ovvero l’ente previdenziale. Si tratta di un’inversione dell’onere della prova rispetto a quanto ritenuto dalla Corte d’Appello.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su argomentazioni logico-giuridiche precise. Innanzitutto, il diritto alla maggiorazione contributiva per esposizione all’amianto è qualificato come un diritto autonomo, non una semplice componente del credito previdenziale già esistente. Questo significa che ha una sua vita giuridica e, di conseguenza, proprie regole di prescrizione.

Il principio fondamentale, richiamato dalla Corte, è quello sancito dall’articolo 2935 del codice civile, secondo cui “la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”. Nel caso dell’esposizione ad amianto, il diritto può essere fatto valere non semplicemente perché si è andati in pensione, ma perché si è venuti a conoscenza di un fatto lesivo (l’esposizione) che dà diritto a un beneficio. Tale consapevolezza può benissimo essere successiva al pensionamento.

La Corte sottolinea che ancorare la decorrenza della prescrizione alla data del pensionamento, senza prove sulla consapevolezza, equivale a violare la norma e a porre a carico del lavoratore una prova che spetta, invece, a chi solleva l’eccezione di prescrizione. L’ente previdenziale, per far valere la prescrizione, deve quindi dimostrare che il lavoratore era a conoscenza della sua esposizione ad amianto da un tempo sufficiente a far maturare il termine prescrizionale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza per la tutela dei diritti dei lavoratori esposti a sostanze nocive. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Tutela Rafforzata: I lavoratori e i pensionati che scoprono solo tardivamente di essere stati esposti all’amianto non perdono automaticamente il diritto alla maggiorazione contributiva. Il loro diritto non si estingue se agiscono entro il termine di prescrizione che decorre dalla data della loro effettiva conoscenza.
2. Corretto Onere della Prova: L’ente previdenziale non può limitarsi a eccepire la prescrizione sulla base della sola data di pensionamento, ma deve fornire la prova positiva che il lavoratore fosse consapevole dell’esposizione in un momento antecedente.
3. Chiarezza Giuridica: La decisione fa chiarezza sulla natura autonoma del diritto, distinguendolo dalle singole rate di pensione e applicando correttamente i principi generali in materia di decorrenza della prescrizione.

In sintesi, la Corte di Cassazione ha riaffermato che la giustizia sostanziale prevale su interpretazioni formalistiche, garantendo che il diritto a un beneficio previdenziale, nato per compensare un grave rischio per la salute, possa essere effettivamente esercitato quando il titolare ne acquisisce piena e informata consapevolezza.

Da quando inizia a decorrere la prescrizione per il diritto alla maggiorazione contributiva per esposizione ad amianto?
La prescrizione decorre dal momento in cui il lavoratore acquisisce la consapevolezza della suddetta esposizione, che può essere anche successiva al pensionamento.

Su chi ricade l’onere di provare il momento in cui il lavoratore ha avuto consapevolezza dell’esposizione all’amianto?
L’onere di provare il momento in cui è sorta la consapevolezza, ai fini della prescrizione, ricade su chi fa valere la prescrizione stessa, cioè sull’ente previdenziale.

Il diritto alla maggiorazione per amianto è un diritto autonomo o una semplice componente della pensione?
Secondo la Corte, si tratta di un diritto autonomo e non della rivendicazione di una componente del credito previdenziale. Questo incide sul calcolo della prescrizione, che non è limitata ai singoli ratei ma riguarda il diritto nel suo complesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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