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Prescrizione Amianto: la consapevolezza è decisiva

Un lavoratore esposto ad amianto ha richiesto i benefici contributivi previdenziali. L’ente previdenziale ha eccepito la prescrizione decennale, sostenendo che il termine decorresse dalla data di pensionamento. La Corte di Cassazione ha stabilito che la prescrizione amianto decorre non dal pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce la consapevolezza del proprio diritto, un fatto che il giudice di merito deve accertare concretamente. La sentenza della Corte d’Appello è stata annullata con rinvio.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Amianto: la Consapevolezza del Lavoratore è il Momento Decisivo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 743/2024, ha fornito un chiarimento fondamentale sulla prescrizione amianto e sul diritto ai benefici contributivi per i lavoratori esposti. La Suprema Corte ha stabilito che il termine decennale di prescrizione non decorre automaticamente dalla data del pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce una concreta consapevolezza di essere stato esposto alle fibre nocive e del conseguente diritto. Questa decisione sposta l’onere della prova e richiede un’analisi più approfondita da parte dei giudici di merito.

I Fatti di Causa

Un lavoratore, dopo aver prestato servizio per quasi due decenni, dal 1969 al 1986, in uno stabilimento industriale dove era provata una massiccia presenza di manufatti in amianto, aveva richiesto all’ente previdenziale il riconoscimento della rivalutazione contributiva prevista dalla legge per l’esposizione a tale agente patogeno. Il tribunale di primo grado aveva accolto la sua domanda, ritenendo che il diritto non fosse prescritto. Secondo il primo giudice, il termine decennale era iniziato a decorrere solo dalla data della domanda di accertamento presentata all’organo tecnico competente, e non prima.

La Decisione della Corte d’Appello e la Questione della Prescrizione Amianto

La Corte d’Appello, riformando la decisione iniziale, aveva invece dato ragione all’ente previdenziale. Secondo i giudici di secondo grado, il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il calcolo della prescrizione, doveva essere individuato nella data di pensionamento del lavoratore, avvenuta nell’ottobre del 2002. Di conseguenza, le domande amministrative presentate a distanza di anni risultavano tardive, e il diritto estinto per prescrizione. La Corte d’Appello aveva legato in modo automatico l’inizio della prescrizione al pensionamento, senza considerare lo stato soggettivo di conoscenza del lavoratore.

Le Motivazioni della Cassazione: la Centralità della Consapevolezza

La Corte di Cassazione ha ribaltato la visione della Corte d’Appello, accogliendo le ragioni del lavoratore. I giudici supremi hanno ribadito un principio consolidato nella loro giurisprudenza: il diritto alla rivalutazione contributiva per esposizione ad amianto è un diritto autonomo rispetto a quello alla pensione. Pertanto, la sua prescrizione decorre dal momento in cui il titolare del diritto è in condizione di farlo valere, come stabilito dall’art. 2935 del Codice Civile. Tale condizione si verifica quando il lavoratore acquisisce la consapevolezza della avvenuta esposizione e delle sue potenziali conseguenze giuridiche.

Il pensionamento, di per sé, è un fatto neutro che non implica automaticamente tale consapevolezza. Non è possibile presumere che un lavoratore, solo perché va in pensione, sia a conoscenza di un’esposizione dannosa subita decenni prima. La Corte ha specificato che l’accertamento di tale consapevolezza non può essere arbitrario o presunto, ma deve basarsi su elementi concreti. In questo contesto, la presentazione di una domanda all’ente tecnico (INAIL) per il riconoscimento dell’esposizione costituisce un ‘indizio univoco’ di tale consapevolezza. Sarà compito del giudice del rinvio verificare, sulla base delle prove, da quando tale consapevolezza possa presumibilmente farsi decorrere.

Conclusioni: il Principio di Diritto sulla Prescrizione Amianto

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello e ha rinviato la causa ad un altro giudice per un nuovo esame. Il principio di diritto affermato è chiaro: per la prescrizione amianto, il termine decennale inizia a decorrere non dalla data di pensionamento, ma dal momento in cui può essere provata la ‘consapevolezza’ del lavoratore circa l’esposizione subita. Questa ordinanza rafforza la tutela dei lavoratori esposti, ancorando l’esercizio dei loro diritti a un presupposto soggettivo e fattuale – la conoscenza – piuttosto che a un evento automatico e potenzialmente ingiusto come il pensionamento.

Da quando inizia a decorrere la prescrizione per i benefici contributivi legati all’amianto?
La prescrizione decennale inizia a decorrere non automaticamente dalla data del pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce la consapevolezza di essere stato esposto all’amianto e di poter far valere il relativo diritto alla rivalutazione contributiva.

La data di pensionamento è rilevante per calcolare la prescrizione del diritto ai benefici amianto?
No, secondo la Corte di Cassazione, la data di pensionamento è di per sé un dato non significativo ai fini della decorrenza della prescrizione, in quanto non implica automaticamente che il lavoratore sia a conoscenza della pregressa esposizione dannosa.

Che valore ha la presentazione di una domanda all’INAIL per l’esposizione all’amianto?
La presentazione di una domanda all’INAIL, quale organo tecnico, costituisce un ‘indizio univoco’ della consapevolezza del lavoratore. Il giudice dovrà quindi verificare da quale momento tale consapevolezza possa presumibilmente farsi decorrere per calcolare l’inizio della prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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