LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione Amianto: da quando decorre il termine?

Un lavoratore esposto all’amianto, andato in pensione nel 1998, ha richiesto i benefici contributivi nel 2015. La Corte d’Appello aveva dichiarato il diritto estinto, facendo decorrere la prescrizione amianto dalla data del pensionamento. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, stabilendo che il termine decennale di prescrizione decorre non dal pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce una consapevolezza effettiva e provabile dell’esposizione e dei diritti conseguenti. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione dei fatti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Amianto: la Consapevolezza del Lavoratore è Decisiva

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 780/2024, torna a pronunciarsi su un tema cruciale per la tutela dei lavoratori esposti ad agenti patogeni: la prescrizione amianto. La decisione chiarisce un principio fondamentale: il termine per richiedere i benefici contributivi non decorre automaticamente dalla data del pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce una reale e provata consapevolezza della sua esposizione e dei diritti che ne derivano. Questa pronuncia ribadisce la necessità di un accertamento fattuale, respingendo presunzioni non supportate da prove concrete.

Il Caso: la Lunga Battaglia di un Lavoratore Esposto all’Amianto

La vicenda riguarda un lavoratore che, dopo un’esposizione all’amianto protrattasi dal 1964 al 1978, era andato in pensione nel luglio del 1998. Solo nel 2015, quasi diciassette anni dopo, aveva presentato domanda all’ente previdenziale per ottenere il riconoscimento dell’aumento figurativo dei contributi, come previsto dalla legge per i soggetti esposti alla fibra killer.

Dalla Prima Istanza all’Appello

Il Tribunale di primo grado aveva accolto la domanda del lavoratore, ritenendo che il suo diritto non fosse prescritto. Secondo il giudice, non si poteva presumere che il lavoratore fosse a conoscenza del suo diritto al momento del pensionamento in assenza di riscontri oggettivi. L’ente previdenziale, tuttavia, ha impugnato la decisione. La Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza, accogliendo il gravame e dichiarando il diritto prescritto. I giudici d’appello hanno sostenuto che il termine decennale di prescrizione dovesse decorrere, al più tardi, dalla data di collocamento in quiescenza, momento in cui l’esposizione era cessata e il diritto poteva essere esercitato.

L’Arrivo in Cassazione

Il lavoratore ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando, tra le altre cose, l’erronea applicazione delle norme sulla prescrizione. In particolare, ha contestato la decisione della Corte d’Appello di aver presunto la sua consapevolezza senza alcun accertamento in fatto, legando in modo automatico l’inizio della prescrizione alla data del pensionamento.

Prescrizione Amianto e Dies a Quo: i Principi della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto i motivi di ricorso relativi alla violazione delle norme sulla prescrizione (art. 2935 c.c.) e sulle presunzioni (art. 2727 e 2729 c.c.), cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame.

L’Autonomia del Diritto alla Rivalutazione

Innanzitutto, la Corte ha ribadito un punto fermo della sua giurisprudenza: il diritto alla rivalutazione contributiva per esposizione ad amianto è un diritto autonomo rispetto al diritto alla pensione. Sebbene influenzi il calcolo della pensione, esso ha una sua individualità e, come tale, è soggetto all’ordinaria prescrizione decennale. Non si tratta, quindi, di un diritto imprescrittibile.

La Consapevolezza come Punto di Partenza

Il punto cardine della decisione riguarda l’individuazione del dies a quo, ovvero il momento dal quale la prescrizione inizia a decorrere. L’art. 2935 c.c. stabilisce che la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. La giurisprudenza costante interpreta questa norma nel senso che la decorrenza è legata non solo alla possibilità legale di esercitare il diritto, ma anche alla conoscenza o conoscibilità dello stesso da parte del titolare. Nel caso della prescrizione amianto, questo si traduce nel momento in cui il lavoratore acquisisce la consapevolezza della suddetta esposizione. La Corte ha sottolineato che tale accertamento non può essere arbitrario o desunto in via apodittica, ma deve basarsi su elementi di fatto concreti.

Le Motivazioni della Decisione

I giudici di legittimità hanno ritenuto fondate le censure del ricorrente perché la Corte d’Appello aveva errato nell’assumere la data del pensionamento come dies a quo della prescrizione senza alcun accertamento fattuale. Il semplice pensionamento non costituisce, di per sé, prova della consapevolezza dell’esposizione all’amianto e dei diritti conseguenti. La Corte ha specificato che spetta al giudice di merito individuare il momento in cui il lavoratore ha acquisito tale consapevolezza, basandosi su prove concrete. Una domanda di certificazione all’INAIL, ad esempio, può costituire un indizio univoco, ma in sua assenza, non si può ricorrere a presunzioni generiche. Pertanto, la Corte di merito avrebbe dovuto verificare dagli atti di causa da quando tale consapevolezza potesse, anche presuntivamente, farsi decorrere, senza però ancorarla a un evento neutro come il pensionamento.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame rafforza la tutela dei lavoratori esposti all’amianto, spesso ignari per anni dei rischi corsi e dei diritti maturati. La decisione impone ai giudici di merito un’analisi rigorosa e basata sui fatti per determinare l’inizio della prescrizione, impedendo che il diritto a un beneficio previdenziale fondamentale venga vanificato da presunzioni prive di fondamento. Il principio affermato è chiaro: la prescrizione decorre non da quando il diritto potrebbe astrattamente essere esercitato, ma da quando il lavoratore è concretamente in grado di farlo, perché consapevole della propria condizione e dei rimedi legali a sua disposizione.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per i benefici contributivi da amianto?
La prescrizione decennale inizia a decorrere non automaticamente dalla data del pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce una consapevolezza effettiva e provabile di essere stato esposto all’amianto e dei diritti che ne derivano.

Il diritto alla maggiorazione contributiva per esposizione ad amianto è un diritto autonomo?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che il beneficio della rivalutazione contributiva è un diritto autonomo rispetto al diritto alla pensione. Di conseguenza, è soggetto alla prescrizione ordinaria di dieci anni e non è imprescrittibile.

La data del pensionamento può essere usata per presumere la conoscenza dell’esposizione all’amianto?
No, la sola data del collocamento in quiescenza non è un elemento sufficiente per presumere che il lavoratore fosse a conoscenza della sua esposizione e dei suoi diritti. La valutazione della consapevolezza deve basarsi su elementi fattuali concreti e non può essere il risultato di un ragionamento arbitrario o apodittico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati